Un mercenario viene inviato dall'Europa nel deserto della Tasmania da una misteriosa società biotech, per cercare l'ultimo superstite della tigre della Tasmania.
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Vi dirò: vedo tanti 7 in giro per questo film, ma, per me, è un 8 pieno. Originale, coinvolgente, ottima fotografia, buonissime recitazioni; insomma si tratta di un film di nicchia che secondo me meriterebbe più attenzioni, molte di più.
Film che mi ha lasciato pochissimo. Parte sembrando un thriller, passa per essere un dramma semi-sentimentale, sfiora il film di denuncia, torna ad essere un thriller, ma sostanzialmente non è nulla se non una pellicola che si poggia sulle splendide location e l'interpretazione di Dafoe. Per il resto tutto abbastanza prevedibile, telefonato e poco originale.
Al di sopra di ogni sospetto, questo film si aggiudica un buon voto e non solo per gli entusiasmanti scorci panoramici e l'interpretazione di Willem Defoe. Immerso nel silenzio della natura selvaggia in una sfida continua con le forze impetuose che la animano, sembra quasi un film tra l'avventura e la fantascienza. Vagamente ricorda The Grey, simile plot più a sfondo horror con un branco di lupi grigi al posto della tigre autraliana, interpretato da un Liam Neeson meno invulnerabile del solito. Tornando alla recensione, consiglio soltanto di predisporsi alla Lentezza, un concetto spesso insidioso per chi fa cinema, e lasciarsi trasportare dall'incanto visivo. Il finale amplifica la forza emozionale di The Hunter. Mezzo punto in meno per SPOILER
Mezzo punto in meno per la scelta narrativa di fare esplodere la baita dell'allegra famigliola e per la strana reazione alienata di Defoe quando riceve la tragica notizia da un altrettanto allucinato Sam Neill. Unica sbavatura significativa di un film che riserva continue sorprese.
Storia con ampi risvolti eco-ambientalisti che alla fine mi ha deluso un pò . il prodotto non è naenche male nelle premesse ma è mal sviluppato ,sa di già visto sin dalle prime battute, e andando avanti il copione non si discosta troppo da ciò che lo spettatore si può immaginare . Tuttavia una grande interpretazione di Dafoe,la fotografia bellissima e un finale dalle dverse chiavi di lettura risollevano le sorti del film, che alla fine,ci può anche stare.
Non posso che convenire con gli altri commentatori. The Hunter è un discreto film, impreziosito dall'ottima interpretazione di Dafoe. E' una pellicola silenziosa, ma non soporifera dove, forse, i rapporti tra i personaggi peccano un pò di superficialità ma, ad ogni modo, la narrazione riesce a risultare coinvolgente. Nel complesso, The Hunter merita una visione anche se, sinceramente, dubito di rivederlo una seconda volta.
la prova di dafoe e gli splendidi paesaggi fanno di "the hunter" un film da vedere e da godersi, per il resto i rapporti tra i personaggi non sono sviluppati più di tanto per cui la sensazione è che se ne potesse tirare fuori qualcosa di migliore
Il presupposto filosofico di The Hunter è la contraddizione tra natura e uomo da una parte e la loro inevitabile somiglianza nella solitiudine, rispettivamente, della Tigre della Tasmania e del cacciatore interpretato da Dafoe.
Il film secondo me risulta riuscito nel trasmettere il senso di riappropriazione da parte dell'uomo di una sua essenza naturale ed incontaminata nell'ambiente della natura selvaggia, dove il rapporto preda e cacciatore si ribalta e si concilia senza conflittualità in un finale catartico dove l'anima dell'animale raro sarà libera per sempre. Le location australiane sono ottime, e stupenda è l'atmosfera nel cottage della famiglia che ospita il cacciatore, quasi sospesa in un tempo idilliaco, tra focolari spensierati, ed alberi da cui pendono casse musicali.
Questo film è come una storia d'amore a distanza: sembra che non succeda niente, che stai sprecando il tuo tempo, e quando finisce scopri che ti ha lasciato qualcosa nel cuore... ma presto sfumerà! Solito ricercatore immerso nella natura, lui tace e fa parlare le immagini della meravigliosa natura, insomma cavolate del genere. Troppo lento e nemmeno gestita bene sta benedetta lentezza. Peccato perchè l'idea era originale, ma si perde il gusto come in una bublegumma doppio gusto: la solitudine da un lato e dall'altra la storia d'amore. Gusti che si amalgamano poco, come la fragola e il tonno. Poteva essere meglio, porca l'oca.
Ingaggiato da un'azienda di ricerche biotecnologiche il cacciatore Willem Dafoe ha il compito di scovare il fantomatico ultimo esemplare di tigre della Tasmania. L'operazione deve restare segreta, troppi interessi girano attorno il ritrovamento dell'animale dato per estinto da decenni. L'uomo prende alloggio presso una famiglia in cui la sparizione misteriosa del padre, convinto ambientalista, ha sprofondato nella più totale disperazione la padrona di casa ora incapace di badare ai due figli piccoli. Dapprima disinteressato al clima addolorato con cui si trova a convivere, con il passare dei giorni comincerà ad entrare in sintonia con quel bizzarro mondo in cui tutto sommato c'è abbondanza di calore umano, finendo così con il prendersi a cuore le sorti del terzetto alla deriva e contribuendo sensibilmente alla sua rinascita. Come spesso capita in questi casi però le incombenze professionali cozzano con la storia dei luoghi e di alcune persone alimentando non pochi problemi. Le splendide locations naturali sono la cornice ideale per dare sostanza alla solitudine dell'uomo, accomunabile a quella dell'animale per quanto meno disperata.La tigre è l'ultima della sua specie, in quel contesto brumoso anche il cacciatore diventa elemento singolare che lontano da ogni malsana influenza elabora i suoi dilemmi fino a ritrovare se stesso, anche se il sacrificio per completare questo percorso sarà penoso. La trama molto scarna permette di cogliere bene la trasformazione del protagonista, finalmente persuaso che la natura non possa essere regolarmente piegata ai voleri umani. Lento ma non noioso, un po' retorico nelle battute finali "The Hunter" è un film interessante con un Dafoe davvero in palla.
The hunter è la solitudine di un uomo cacciatore, a sua volta ed in larga misura per quasi tutta la durata del film, incosapevolmente preda di un meccanismo di cui non è che l'ultimo anello di una catena. Storia accattivante, ma secondo me debole nel disegnare il contesto della vicenda, cioè la pellicola offre il suo meglio nelle sequenze di un Dafoe immerso nella natura e nella sua solitudine, meno quando si tratta di rapportarlo agli altri personaggi.
The hunter riesce ad addentrarsi bene nel tema del cacciatore, sfornando una pellicola piuttosto silenziosa, concedendo pochi tempi morti. Per un film della natura, anzi nella natura, la fotografia è bella nella composizione, ma personalmente meno convincente nel colore più importante, il verde; non così... naturale. Il racconto è originale, e pur non essendo fortunatamente un classico "Based on true events", porta a galla l'estinzione anche nella realtà di questo animale particolare.
I paesaggi parlano da soli anzi ne sono i protagonisti dove si aggira un cacciatore nella ricerca dell'ultima tigre della Tasmania. Buona resa visiva per un film che mette in primo piano la natura e le sue meraviglie. Piuttosto debole verso i 3/4 della durata ma indimenticabile per quella sequenza che lì per lì fa pensare subito a IL CACCIATORE di Cimino e invece se lo rigira diversamente e con classe. Un bravissimo Dafoe che come attore meriterebbe più considerazione.
Un bel film, anche se presenta più di qualche punto debole e non esprime bene il legame esistente tra l'uomo e la natura, tra il cacciatore e la preda. Dafoe, uno dei miei preferiti, è perfetto. La trama poteva anche essere imbastita meglio. La scena più toccante del film rimane comunque
Dafoe prende di mira la preda, che si gira e lo guarda, come se il suo destino fosse ormai segnato. Il cacciatore esita, ma anche se non vuole ucciderlo non ha scelta, a costo di far bruciare la sua anima, che crolla in un pianto. Sublime!