Ai tempi della scuola, Juzo ha subito ogni genere di sopruso da parte dei compagni di classe, spavaldamente guidati da Akai. Passati gli anni, Juzo non porta più i segni esteriori del terribile incidente avvenuto allora, ma lotta ancora contro i ricordi. Trasferitosi in un nuovo appartamento e iniziato un nuovo lavoro, quegli stessi ricordi hanno modo di deflagrare: il suo datore di lavoro è proprio Akai, il quale non ha abbandonato i modi vessatori di un tempo. Juzo si abbandona alla rabbia repressa e la sua personalità si scinde: da un lato il ragazzo timido e introverso, dall'altro 13 (altro modo con cui si possono leggere gli ideogrammi che compongono il nome Juzo), il suo gigantesco e violento angelo custode. Quando prende il sopravvento, nulla può arrestarlo, solo il sangue.
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