tristana (1970)

Una storia di prevaricazione e della successiva ribellione, piuttosto riuscita, nonostante dal punto di vista emotivo non regali grossi scossoni.
Ottima la caratterizzazione dei personaggi,tutti realistici e verosimili,bella la fotografia e l'ambientazione di Toledo dei primi del novecento.
Nel cast troviamo un impeccabile Rey ed una Deneuve più convincente nella seconda parte rispetto che nella prima ( come ragazzetta ingenua non convince).
Un minore di Bunuel, certamente non uno dei suoi capolavori ma da vedere.

Pur considerando "Tristana" uno dei film minori di Bunuel resta pur sempre un film di Bunuel.

Il regista ci porta sul classico tema della "vendetta" descrivendo tre personaggi in maniera eccellente, soprattutto i due protagonisti. Una lotta tra il potere borghese e l'innocenza ingenua di una vedova ignorante.

La scoperta di un nuovo amore risvegliera' dal sonnno la bellissima Catherine Deneuve.

Come regia siamo piu' sul classico, manca il lato onirico, vero gioiello che contraddistingue il maestro Bunuel.

La totale maturità nell'impostare la messinscena permette a Luis Buñuel di girare film narrativamente pesanti capaci di stare quantomeno al passo con le loro grandi ispirazioni, quali il romanzo d'autore neoclassico e il cinema drammatico europeo. TRISTANA parla attraverso il senso di oppressione e di possessione del ricco sul povero e dell'uomo sulla donna descrivendo un quadro borghese al quale l'autore ha già abituato il suo pubblico nel corso del tempo..

In Tristana vittime e carnefici si scambiano i ruoli, ognuno paga il fio secondo l'ordine del tempo.
Un lavoro forse minore nella filmografia di Buñuel, ma comunque un'opera apprezzabile.

Ad oggi il film di Bunuel che mi è piaciuto di meno. Diverso dai suoi soliti canoni anche a livello qualitativo

Niente male...ottima la recitazione della Deneuve

Bunuel torna a raccontarci di un personaggio femminile libero, a contrasto con una società borghese opprimente quanto l'assenza/assenza del potere religioso. Un matrimonio che naufraga tra due funerali.

La regia è fascinosa, ma non uno dei Bunuel più fruibili oggi. Con poche divagazioni nel surreale, l'assunto è indubbiamente riuscito, ma troppo personale e "chiuso". Di nicchia.

Un ribaltamento tutto particolare, quasi "estremo" del Pygmalion inglese, con un F. Rey gigantesco nel suo ruolo, ora laido predatore, ora istintivo e paterno, ora vittima del desiderio e dell'impotenza. Ottima prova anche della Deneuve, eroina distruttiva e calcolatrice, un vero "oggetto del desiderio" vinto dal bisogno di vendetta

Non proprio tra i mie preferiti di Bunuel, ma estremamente interessante l'evoluzione dei due personaggi principali in tutte le sue sfumature fino al ribaltamento del loro rapporto vittima/carnefice.

Il Bunuel meno interessante,sebbene sprigioni ancora un certo fascino dato dall'ottima fotografia.bene o male riesce a incuriosire nonostante il suo classicismo,ma non è affatto tra i miglori del grande maestro spagnolo.

Affidato ad un grande cast, "Tristana" narra (in maniera lineare e per nulla surrealista) la storia di una ragazza e della sua educazione sentimentale e sessuale, se così si può dire.
Non è un film tipicamente bunueliano, ma ha un suo fascino particolare.

Bunuel mette da parte il surrealismo in Tristana ma non la sua critica di fondo. Pur non essendo il miglior Bunuel siamo di fronte ad un bel film con dei grandi interpreti come la Deneuve e Rey. Proprio il personaggio di Rey sarà uno dei protagonisti della trama in cui notiamo tutte le contraddizioni della borghesia in frasi e azioni. Ad esempio dirà di non volersi mai sposare ma alla fine anche lui cederà facendoci capire la sua ipocrisia. Come al solito in un film del regista non c'è una distinzione buoni-cattivi ma dei personaggi che ci vengono mostrati in tutta la loro complessità,questo è l'ennesimo grande pregio di Bunuel. A chi è abituaot come me ai toni grotteschi e a delle scene surreali dei suoi film potrebbe rimanere deluso perché questa pellicola ne è sprovvista (tranne forse la scena del sogno della Deneuve),rimane un buon film anche se non il migliore del regista.

Eccellente "Tristana" di Luis Bunuel. Una costante del Cinema del regista spagnolo è l' atto mancato, non portato a termine (basta pensare al successivo "Il Fascino Discreto della Borghesia"), una condizione di inadeguatezza al mondo dell' ipocrita borghesia. Perché la storia di Tristana è una mancata liberazione: avvenuta quella terrena del padre/marito interpretato dal grande Fernando Ray (qui praticamente la borghesia fatta persona) lasciato morire d' infarto, il destino di Tristana si era già ormai formato con la simbolica amputazione della gamba (che Hitchcock a una cena sempre ne parlava con Bunuel, ed era in progetto già dal 1952), surrealmente anticipata - come elemento surreale sarà ad esempio l' uomo che porta il sacco di yuta nell' ultima opera di Bunuel "Quell' Oscuro oggetto del Desiderio" - da un uomo senza gamba, con le stampelle, che taglia per un attimo in due lo schermo passando proprio davanti alla coppia. Il Genio di Bunuel: "Adesso non mi scappa più Saturna, se torna in casa mia, questa volta non ne uscirà più". Il surrealismo anti-borghese concentrato in una frase. Ottimi tutti gli interpreti, Ray, Deneuve e Franco Nero. Delle fotografie a colori dell' ultimo Bunuel (restio ad avvalersene), questa è la più bella, è di José Aguayo (già operatore di "Viridiana"), anche se a disposizione avrebbe potuto avere Giuseppe Rotunno. Se ci si aspetta un film surreale nella messa in scena, "Tristana" potrebbe deludervi; è forse il film più classico - in questo senso - dell' intera filmografia bunueliana. Un' autentica perla, comunque. Ho già voglia di rivederlo.

Bello, interpreti eccezionali, ma Bunuel
ha fatto dei film molto più belli di questo.
Storia carina, ma fondalmentalmente senza via di fuga
così era all'inizio e così è alla fine (nel bene e nel male).

un altro film indimentcabile.

tralasciando tutti i riferimenti iconografici, politici ,filosofici ecc. che immancabilmente non ho colto, bunuel mette da parte i suoi intrippamenti surrealisti mettendo in scena un viaggio agli inferi che ha come oggetto la maturazione di Tristana presso la dimora di un vecchio e torbido tutore: da innocente fanciulla alla ricerca della libertà, a donna delusa e disillusa con ambizioni di vendetta. Immensa la prova di c.deneuve, ottima anche l'interpretazione di f.rey nei panni di don lope, un donnaiolo ipocrita che si serve ad hoc di bizzare idee politiche e anticonvenzionali

Ottimo film, che meriterebbe di essere ricordato di più, anche per la straordinaria interpretazione sia della Deneuve che di Fernando Rey. Bunuel non è grottesco, ma traccia un quadro della vecchia Spagna così fedele e spietato da ricordare Goya. Vi confluiscono una serie di temi, come il declino dell'aristocrazia, la parabola della vita di un vecchio, la condizione di una donna dapprima schiava e poi padrona, tutti trattati con maestria. Inquietante e, a tratti, sconvolgente.