yukoku regia di Yukio Mishima, Domoto Masaki Giappone 1966
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yukoku (1966)

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locandina del film YUKOKU

Titolo Originale: YÛKOKU

RegiaYukio Mishima, Domoto Masaki

InterpretiYukio Mishima, Yoshiko Tsuruoka

Durata: h 1.38
NazionalitàGiappone 1966
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1966

•  Altri film di Yukio Mishima
•  Altri film di Domoto Masaki

Trama del film Yukoku

Ispirato al suo romanzo omonimo (Patriottismo. Il rito dell'amore e della morte, 1960), è l'unico film diretto, e interpretato, da Y. Mishima, 4 anni prima del suo suicidio, avvenuto il 25/11/1970 per suppuku (sventramento con la spada) a Ichigaya, quartiere centrale di Tokyo. Girato a colori in un solo ambiente (scenografia dello scrittore), senza dialoghi, soltanto sottotitoli e musiche wagneriane di Tristano e Isotta, racconta come si diede la morte col rito del seppuku, con la giovane moglie Reiko, il tenente colonnello Shinji Takeyama, disonorato per non aver preso parte al fallito colpo di Stato del 26/2/1936, ispirato all'ideologia fascista di Kita Ikki.

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Voto Visitatori:   9,44 / 10 (8 voti)9,44Grafico
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Voti e commenti su Yukoku, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/12/2018 21:32:16
   8½ / 10
L'estrema conseguenza di una coerenza individuale da perseguire fino in fondo, al sacrificio massimo della propria vita per tenere fede ad un codice ed un ideale. Una rappresentazione dolorosa e tragica, in cui amore e morte sono accomunati dalla fedeltà reciproca tra marito e moglie e fedeltà verso un ideale di sincerità totale e senza compromessi. Mishima in questo profetico corto, ha anticipato la sua stessa morte nei confronti di una nazione ormai troppo occidentalizzata e fagocitata dalla cultura maericana. Un Giappone che si allontanava pericolosamente dalle sue stesse tradizioni e dalla sua stessa cultura. Personaggio affascinante e controverso allo stesso tempo.

Signor K.  @  07/12/2014 21:43:23
   10 / 10
Questo mediometraggio, l'unico lavoro di Mishima dietro (e davanti) la macchina da presa, ci mostra l'epilogo delle vite del colonnello Takeyama e di sua moglie Reiko, vicenda già narrata dall'ultimo samurai nel romanzo "Patriottismo". "Yokoku" è il tentativo di filmare le idee che si fanno atto, l'azione come manifestazione dell'essenza di queste ultime e dell'uomo stesso – per dirla con le parole di Mishima: "Sapere e non agire equivale a non sapere".
"Yokoku" è di una bellezza struggente. I pochi minuti che vanno dall'atto di fiducia di Reiko, quel tacito accordo siglato nell'ultimo dolcissimo e sublime amplesso prima del seppuku di Takeyama, alla conclusione del film, a mio avviso, sono tra i più toccanti e profondi di sempre; una sequenza d'immagini estasianti (su tutte gli stupendi primi piani sul volto candido di Reiko) accompagnate da un suggestivo tappeto musicale.
La fine personale che Mishima affronterà da lì a poco la conoscono tutti, sarà uno dei motivi che renderanno ancora più affascinante questa sua opera. Sono d'accordo con chi ha contestato l'etichetta "fascista" che gli è stata appioppata. Personalità del calibro di Mishima non possono essere incasellate in categorie per subalterni quali sono i fascisti, i comunisti o i nostri/vostri "cari" democratici.

Capolavoro.

alex94  @  08/06/2014 12:32:19
   10 / 10
Capolavoro,non ho parole, questo mediometraggio è poetico, romantico, tragico e intenso. é un opera unica e immensa che vale sicuramente una visione.

Gruppo COLLABORATORI ilSimo81  @  07/02/2012 10:51:10
   7 / 10
In poco meno di una mezz'ora, silenziosa, intensa e tragica, si riassume il modo supremo di percepire l'onore, l'amore e la morte nella cultura storica giapponese.
E' un'opera illuminata ed illuminante, che contiene allusioni storiche e rivelazioni autobiografiche. Girato con uno stampo decisamente teatrale, "Yukoku" è cronaca di un rito che fonde inscindibilmente tre elementi: l'onore, le cui macchie possono essere ripulite solo tramite la morte; l'amore, come sublimazione della vita e della morte; la morte come suprema affermazione di sé, del proprio onore e di ciò in cui si crede.
Ricco ed interessante.

pinhead88  @  28/02/2010 22:51:44
   10 / 10
Straordinario nella sua sintesi e nella sua asciuttezza,freddo ma intenso,asettico ma di una poeticità assoluta che riesce a legare contemporaneamente amore e morte in modo sentito e profondo.una perla vera e propria del cinema nipponico e dell'ormai defunto poeta e drammaturgo Yukio Mishima.
Capolavoro.

VikCrow  @  10/05/2009 13:16:56
   10 / 10
La profondità del minimalismo rinchiusa in 29 intensissimi minuti. L'amore viscerale tra due amanti pronti ad un addio imminente. L'amore carnale prima del saluto finale. Portarti ancora dentro durante il fatale passaggio. Desiderio, passione, morte.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  29/01/2009 12:43:54
   10 / 10
«La vita umana è breve ma io vorrei vivere sempre»

(Yukio Mishima, biglietto d'addio lasciato prima del suicidio rituale, il 25 novembre 1970)

Mishima è stato uno dei più significativi scrittori del secolo scorso, personaggio contradditorio e complesso, spesso etichettato come fascista, era in realtà un nazionalista nostalgico. Fondatore di una organizzazione paramilitare, si suicidò in diretta televisiva tramite seppuku (il sucidio rituale dei Samurai), organizzando il tutto con una lucidezza maniacale.
Solo conoscendo la vita di Mishima si può comprendere affondo questa sua opera, prima e unica esperienza cinematografica.
Girato in maniera artigianale, Mishima dimostra un talento innato con la macchina da presa, realizzando un mediometraggio in 5 capitoli austero, minimalista, di una coerenza senza precedenti. 29 minuti in cui è concentrata Votare questo film è veramente difficile... do un 10, più che altro a quello che Mishima è stato!

2 risposte al commento
Ultima risposta 02/02/2009 22.10.28
Visualizza / Rispondi al commento
Ciaby  @  24/12/2008 18:26:57
   10 / 10
imprescindibile mediometraggio di incredibile importanza storica

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