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Can't get you out of my head è una documentario in sei parti che trovo difficile commentare perché talmente ricco di spunti da renderlo straniante. In apparenza non ha un vero filo logico e lineare. Le singole storie che racconta appaiono scollegate e frammentarie ma intuisci lo schema al suo interno. Sembra un percorso a tappe che ciclicamente si ripete nei decenni che coinvolge il mondo occidentale ed altre grandi nazioni come Cina e Russia. Parla anche di teorie del complotto, ma non è un documentario complottista, tutt'altro. Mostra come gli idealismi nati dopo la seconda guerra mondiale si siano affievoliti di fronte una crescente disillusione. Gli individui credono di poter controllare la realtà intorno ed i sistemi che la governano, ma la sua complessità sfugge al controllo, facendo nascere rabbia e disillusione verso quello stesso sistema dove la politica sostanzialmente ha fallito lasciando briglia sciolta sistemi finanziari e multinazionali, aumentando le disuguaglianze sociali e alimentando rabbia e sfiducia in istituzioni ormai corrotte nel loro profondo perché troppo occupate al mantenimento di sé stesse. Una visione abbastanza distopica del mondo attuale.