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Difficile dire se Sordi fu colpito dalla vicenda del finanziere Parretti che nel 1990 tentò, riuscendovi, la scalata alla MGM. Fatto sta che l'Albertone nazionale dirige il suo ennesimo film da protagonista imbastendo una storia di intrighi finanziari, sotterfugi truffaldini e intrallazzi politici. Tematiche sempre attuali ma forse non così interessanti da accattivare il pubblico. Per di più se inscenate in maniera poco fluida e priva di quello humor graffiante che molte volte ha evitato a Sordi regista figuracce imbarazzanti. Imbarazzante come la Finocchiaro che tenta di spacciarsi per sarda (la Reggiani riesce a fare di peggio) o come la favoletta del finale che lascia davvero disorientati. A questo va evidenziata la prova non trascendentale dello stesso attore romano che non riesce a far leva sul suo carisma e sulla sua proverbiale mimica, dimostrando nuovamente la differenza sostanziale tra Alberto Sordi regista e Alberto Sordi attore.