Che direzione avranno preso le vite di Carlo e di Giulia, indimenticabili protagonisti de "L'ultimo bacio"? Tornano gli ex trentenni protagonisti della storia di tutte le storie d'amore alle prese con gli intrecci di amore e amicizia che il destino ha loro riservato.
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Muccino ci regala la sua ennessima, ed ennesimamente mediocre, prova.
Ridicolo polpettone sulla vita (quale vita?) di questi borghesotti intristiti, o meglio (molto meglio) annoiati, questo film si trascina per due ore nella completa inanità. Una sceneggiatura banale sulle nostre sofferenze banali, sulla nostra esistenza sociale, con fantastici personaggi banali. Siamo davvero al capolavoro da questo punto di vista: Muccino ci offre una delle migliori visioni sul nostro peggior (modo di) essere. Se fosse Bunuel avrei gridato al capolavoro, davvero. Ed è incredibile come questo film in un senso completamente "in-cosciente" sia proprio questo tipo di capolavoro. Il profondo tentativo di Muccino di andare a fondo nelle nostre "anime", nelle nostre intime esistenze e sofferenze, ci mostra, paradossalmente, la profondità della nostra banalità, della nostra superficialità, della finzione delle nostre vite e dei nostri problemi.