Un famoso drammaturgo, Barton Fink,, viene scritturato da una major americana, che gli commissiona la sceneggiatura di un film sul wrestling. Arrivato ad Hollywood, Barton si stabilisce nell'inquietante hotel Earle e, qui, conoscerŕ Charlie, che nasconde un segreto altrettanto inquietante...
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Per come la vedo io si tratta di una pellicola sperimentale, con tutti i pregi e i difetti, soprattutto questi, del caso. Potrei benissimo schiaffare lě un 8 o un 9 perché la regia č esemplare e la recitazione da manuale, ma ha vinto su di me la sensazione di un'autoreferenzialitŕ invadente, quindi irritante. L'autocompiacimento alla macchina da presa, legittimo peraltro, qui tocca vertici molesti. Solo in seguito i Coen riusciranno a dosare il loro virtuosismo, fino a renderlo un mezzo piuttosto che un fine. La devastazione psicologica dello scrittore č meglio rappresentata nella prima parte, lenta, sottotono, ma calibratissima. Poi subentra un gusto per l'assurdo che io personalmente ho trovato eccessivo e fuori controllo (anche se la scena della zanzara č magnifica). Un film che implode invece di esplodere. La visione comunque non č sterile.