Degrado urbano e leggenda popolare fanno da sfondo alla giornata di due adolescenti della periferia cagliaritana, proiettate verso la speranza di un futuro migliore.
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regia e fotografia veramente degne di nota. Il film però si perde dalla metà in poi diventando indulgente logorroico per scadere in un finale che rivela la mancanza di un impianto drammaturgico solido. bravi gli attori e terrificante la realtà popolare descritta in quel carcere, alla scampia, in cui le esistenze si ritrovano ingabbiate. cmq tifo mereu e consiglio di avere più feedback in fase di scrittura.
Davvero brutto e kitsch, un cumulo esagerato di luoghi comuni sui ragazzini degradati della periferia cagliaritana. Dal campionario turistico di Mereu (che si ispira a un romanzo di Atzeni) non manca nulla: la grassottella con cui vanno tutti (papà compreso), i delinquentelli smidollati, il nerd, i genitori ottusi, i pervertiti, addirittura una fattucchiera! Le peggiori, comunque sono le due ragazzine con pesanti accenni lesbo, con la piccola protagonista che parla dritta in camera, pontificando congetture e lezioni di vita, manco fosse la figlia segreta di Woody Allen. Un affresco debolissimo che ha poco o nulla da dire.