Pietro Paladini, manager di successo, rimane vedovo all'improvviso. Non riuscendo ad elaborare il suo lutto, inizia a passare le giornate fuori dalla scuola della figlia…
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VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior attore non protagonista (Alessandro Gassman), Miglior colonna sonora, Miglior canzone (L'amore trasparente)
Prodotto di difficile valutazione a causa di qualcosa di irrisolto che pervade tutta la pellicola. Probabilmente la questione risiede nella personalità di Grimaldi, non sufficientemente forte per sopportare la presenza ingombrante del best seller da cui il film è tratto e, soprattutto, per la inevitabile ingerenza del Moretti regista durante le riprese. La sensazione è che Nanni abbia svogliatamente svolto una direzione-ombra, assumendosi le responsabilità solo riguardo ad un personaggio riuscito, anche perchè sembra costruito su di lui. Il risultato è quello di un film ibrido e paradossalmente senza anima, nonostante proprio di una anima sofferente si parli. Il limite maggiore della pellicola appare essere, appunto, la regia, priva di una cifra stilistica che faccia decollare il film. Tra commedia e dramma, momenti surreali non riusciti e morettismi vari, il film scorre fluido ma non convince fino in fondo. L’incompiutezza è come rappresentata dalla famosa scena di sesso tanto strombazzata. Sembra essere un sogno del protagonista più che un incontro reale, un momento di svolta nella sua coscienza, uno snodo narrativo, una scena con forti valenze simboliche e trasformative: l’elaborazione del lutto insomma. Tutto ciò però non viene trasmesso affatto, al punto che la scena tra un imbarazzato e imbarazzante Moretti e una Ferrari convincente (avrà attinto dai suoi trascorsi giovanili?) appare superflua e rappresenta la tomba del Grimaldi regista, incapace di trasformare i sogni (suoi) in realtà. Meritato il David all'ottimo Gasmann
Gran film! Ahahahah da morire dal ridere altro che drammatico! Sto co.glione che aspetta la figlia davanti alla scuola come uno psicopatico ahahahahaauhahau dio mio le risate! Poi la scena di sesso ci voleva proprio... molto bella... grande Moretti che alla sua età sa dare ancora delle belle botte! Io non sopporto chi critica quella scena! E spettacolare quella scena. Con tutti le mer.date che ci sono oggi criticate moretti per un innocua scena di sesso (Che poi fa vedere ben poco! Non fa manco vedere mentre la donna gli fa le po.mpe). Grande Moretti! Grande regista e grande attore!
Mah, la media bassa e' dovuta al fatto che Moretti e' una figura che facilmente puo' risultare antipatiche. Ad esempio criticare il fatto che gli si veda il deretano nel film penso sia assolutamente inutile.. che senso ha pensare che al cinema le scene di sesso devono riguardare solo begli attori?
A parte questo, il film non e' certo un capolavoro, ma e' comunque un buon prodotto. Non lento come sostengono molti, magari abituati a un altro tipo di cinematografia. Anzi, scorre piacevole, all'insegna dell'ironia che caratterizza un po' tutta la pellicola (vedi le liste di Moretti, o il personaggio di Orlando, o ancora la bravissima bambina...)
Buonissima la musica che, assieme a una trama ben scritta (seppure fosse difficile trasportarla al cinema), riesce a trasmetterti le sensazioni di dolore, stasi e liberazione che prova l'attore. Ripeto, non un capolavoro, ma a mio parere vale la pena di vederlo.
"Io non sto fermo qui,mi muovo" Se non si fosse mosso troppo(magari facendolo dirigere a qualcun altro)probabilmente il film ne avrebbe giovato. Anche se considerato il romanzo,forse,non si poteva fare di meglio.Il solito Moretti senza infamia e senza lode. E aggiungerei che la scena di sesso spinto avrebbe potuto lasciarla a Gassman,perché lui é francamente disgustoso.
Non è il mio genere ma mi è piaciuto. Molte trovate esilaranti in contrasto con l'atmosfera ovviamente triste e seriosa del film. Moretti molto surreale, non si capisce se c'è o ci fa ma questo va tutto a suo vantaggio. La bestemmiona in dolby surround era da paura!!
P.S.: Fatela finita con la storia della politica, guardatevi il film e commentate il film, non la fede politica di moretti che non c'entra una mazza. P.P.S.: Basta pure co sto sesso anale. Il fatto che lui stava dietro di lei non significa che glielo abbia messo x forza nel cuIo. O non avete mai fatto certe cose? Signore spiegate un po a questi come funziona... Oddio poi non ho seguito le varie interviste e servizi sul film, se hanno dichiarato loro stessi che volevano mettere in scena del sesso anale mi scuso. P.P.P.S.: Ancora ripenso alla bestemmiona... :-)
Che dire,se ne è già parlato a più non posso di questo "film" (?). Io dico solo che contintuando così non si va da nessuna parte e continuiamo a farci ridere dietro (e rimproverare) da tutto il mondo...complimenti!
Un film TV, dove con furbizia si sono giocate tre carte pubblicitarie fondamentali: la presenza di Moretti, la scena di sesso e il romanzo da cui è stato tratto (o come indicato ufficialmente "ridotto").
Nanni Moretti ovviamente salva il film, le sue trovate di sceneggiatura sono risapute per gli abituè del suo cinema e snocciola alcune delle sue paranoie risaputissime in versione semplificata "per famiglie". Ovviamente il 90% degli spettatori, che sono superficiali e non sanno neanche perchè vanno al cinema, credono che il film sia proprio suo ed invece non lo è, il regista bensì e il tale Antonello Grimaldi, che veramente non è buono a niente, non ha trovate di regia, non sa dirigere una troupe, direttore della fotografia compreso, e gli attori famosi sembrano veramente passare per di là per caso senza delle indicazioni precise.
La scena di sesso, ovviamente molto più catartica nel romanzo, qui risulta un mero specchietto per allodole, gratuita, banale e patinata, è paragonabile a quella bellucci/scamarcio di manuale d'amore 2 in quanto a trovata pubblicitaria. Ma sinceramente ciò che trovo più inutile sono i commenti che ha scatenato, che non fanno altro che confermare che viviamo veramente in un paesotto piccolo piccolo e tanto tanto ipocrita. Diciamoci la verità la cosa che ha dato tanto fastidio, alla chiesa in primis è la sodomia, ma che diamine stiamo regredendo? ci fa tanto specie vedere uno che lo mette nel deretano di una donna? porca miseria non siamo ipocriti è una cosa normalissima nel sesso, vecchia quanto l'umanità. E la cosa più assurda che alla base dello scandalizzarsi non sta il fatto che sia una cosa dolorosa o pericolosa, ma solo perchè è una fantasia lampantemente non finalizzata alla procreazione, ma non siamo ipocriti! quali fantasie non lo sono? Anche il pomiciare su un muretto non è finalizzato alla procreazione ma uno lo fa perché gli piace, quindi che ognuno faccia quello che gli pare nel proprio letto o dove vuole, monogamo/a poligamo/a, gay o non gay o bisex che sia, non stiamo a scandalizzarci e basta con questi bigottismi. Ma poi del resto questo tipo di scene, anche molto di peggio sono all'ordine del giorno nel cinema degli altri paesi, vedi per esempio in giappone, in francia anche in america, poi qua da noi invece basta un accenno che subito si scatena il putiferio, siamo davvero ipocriti e provinciali. Ma che ci sono stati a fare Fellini, Ferreri, Lattuada, Pasolini, Brass e tanti altri???
Comunque un film che un caso non è, un banale film tv, degno di un regista di distretto di polizia (e grimaldi lo è davvero), pieno di stereotipi, un po' salvato da qualche pillola morettiana...
Mi astengo dai tediosi e ripetitivi giudizi pro/contro Moretti (da cui non se ne esce e che francamente hanno un pò stufato), giudico il film e devo dire che non è piatto e statico come temevo dalla trama, grazie ad un ben congegnato gioco di dialoghi e caratteri.
A parte l'esageratamente lunga e particolareggiata "escursione" sessuale tra Moretti e la Ferrari
..ma che ho giustificato interpretandolo come primo vero sfogo della rabbia post-lutto per il protagonista..
non giustifico e do convintamente un voto in meno per la bestemmia che rappresenta - personalmente - una grave e gratuita caduta di stile e di rispetto. Quella sì che se la potevano risparmiare.
Ecco un altro trionfo plurimaniacale del borghesume pandemocratico, vuoto e coi dolori di pancia. Che palle! Nanni Moretti, spostati, voglio vedere il film!... ma il film in fondo è tutto lì.
Nanni Moretti che tromba, poi, non s'era ancora visto e infatti nun se pò vedè! Di certo sta famosa scena di sesso con Isabella Ferrari sembra una delle più appiccicate trombate cinematografiche. Per una volta do ragione alla CEI. Potevano risparmiarsela, tant'è che la Ferrari c'ha la faccia di una che continua a chiedersi: Ma perché proprio a me sta sf.iga?! Ovviamente il film non è solo quella "democratica" (nel senso del PD) pecorina, con annesse slinguazzate capezzolari, ma se è si è puntato molto su quella scena è perché evidentemente dovevano dare verve al film. Che di suo è piatto come l'encefalogramma di un cadavere. A parte qualche battutina simpatica qua e là - e nulla più - per far capire che è vivo ancora.
Valeria Golino fa il suo compitino con garbo, come sempre. Bravo - strano ma vero! - Gassman (ma tanto recita se stesso, ce credo...). Kasia Smutniak non parla, per fortuna. Parata di divi francesi (Podalydes, Girardot, Berling) che forse 'un c'avevano di meglio da fà in patria. Passavano di là per caso anche Silvio Orlando (ma va?!) e addirittura Roman Polanski (che avrà fatto di male, poverino?!).
Premetto che non ho letto il libro, quindi non sono in grado di fare un paragone qualitativo tra le due cose. Il film propone una storia molto accattivante; un uomo che vuole prendersi una pausa di riflessione senza tuttavia isolarsi dal mondo, cercando di recuperare o di approfondire quei rapporti che i ritmi incessanti del lavoro gli impedivano. Io apprezzo di più il Moretti regista che il Moretti attore, ma in questo film la sua prova è eccellente. Il personaggio che costruisce è toccante e credibile, forse, e qui ipotizzo, già sulla carta Paladini si adattava alle sue corde. In qualche frangente si nota qualche lampo dei suoi vecchi personaggi morettiani, ma ci può stare. Ottimi i comprimari, su tutti Gassman davvero sorprendente e bene in sintonia con il personaggio di Moretti. La loro alchimia funziona. La regia di Grimaldi è sobria ed efficace senza fronzoli.
il film dimostra se c'è ne fosse ancora bisogno lo stato catacombale in cui riversa il cinema italiano: siamo infestati da prostitute che indossano i panni di attrici, scimmie che ballano in televisione che si trasformano in fantasmi per il cinematografo, smerciare un po' di sesso anale in pellicola è la migliore pubblicità che si possa avere, l'orrore sta tutto qui, aver bisogno di simili espedienti, cose che non avevano bisogno di fare chessò un Visconti o un Pasolini. Moretti ormai è solo l'ombra di se stesso, non mi stupirebbe a questo punto vederlo reclamizzare a porta a porta da Vespa.
Premesso che il miglior Moretti "senza che faccia Moretti" resta "La seconda volta" di Calopresti, mi accingo a commentare questo film controverso, dal "gusto" squisitamente francese, ma in fondo più Morettiano di quanto possa sembrare. L'idea di un universo che ruota attorno a Pietro Paladini alla sua rielaborazione del lutto e a tutto quello che lo circonda (che circonda il Se stesso) è davvero intrigante, e Grimaldi riesce a realizzare un film che è a tratti prevedibile e allo stesso tempo antitetico alla funzione del cinema e ai luoghi comuni dei prodotti del genere.
Prima di tutto, non è un percorso esistenziale in stile "La stanza del figlio" ma un non-luogo dove il malessere si esprime compiutamente nella toccante sequenza del protagonista che in automobile ha una sintomatica crisi di pianto. Eppure il malessere potrebbe essere ampliato ad altre funzioni, come la scomoda (e inutilmente discussa) sequenza sessuale, dove predomina un forte senso di annientamento, di sensi logorati, di rivalsa o di rimorso. Altrettanto incisive "le cose che so di Lara" (cit.) - incrocio tra Woody Allen e le playlist di Nick Hornby, o la bellissima sequenza dei genitori che vanno a prendere i figli da scuola (con la mdp che immortala dall'alto i movimenti di padri madri e figli).
Eppure per certi versi il film lascia perplesso: questo è un Moretti rappacificato con se stesso, vero, ma anche profondamente "onesto" verso il mondo borghese che un tempo avrebbe attaccato duramente. Nondimeno, certe sequenze surreali o simboliche (la partita iniziale di Tennis, la breve invettiva sul cinema italiano in crisi, l'inseguimento del cane, gli spinelli) appartengono paradossalmente più al cinema Morettiano di tanti anni fa (cfr. Bianca, La messa è finita, Palombella rossa) che all'intimismo affettivo delle prove più recenti.
Lascia perplessa la figura della zia e, quindi, un lutto elaborato sullo sfondo di una coppia (quasi) aperta (borghese?), o una morte accidentale che avrebbe richiesto un dolore più tradito e meno represso dal freddo binomio figlia-affari-fusione-donne occasionali.
Non mancano certo spunti di grande interesse, e sicuramente (checchè ne dicano molti) questa è la migliore interpretazione di Moretti di sempre: sofferta ma mai sopra le righe, controllata e spontanea.
Resta un film che è difficile amare incondizionatamente, ma proprio per la sua apparente aridità capace di dire cose semplici senza decontestualizzarle. Peccato solo che un finale furbetto e una lentezza fin troppo specifica e complessa portino lo spettatore a reclamare una maggiore elasticità: proprio quella che il regista vuole ad ogni costo evitare
Sicuramente è meglio del libro che non ho letto, lo credo per il semplice fatto che sembra tagliato a misura per Moretti, per accentrare l'attenzione su di lui, ed altro non è. A me piace quel suo modo di recitare con quel tono un po' sopra le righe, e la vena paranoica dei pensieri mi fa sempre sorridere. E anche se minima la parte di Orlando è sempre azzeccata. E' un film tagliato sul personaggio Moretti e la scena tanto chiacchierata lo conferma,
Niente da fare. Anche limitandosi al ruolo di solo attore, Nanni Moretti è mattatore unico, totalizzante e straripante, riuscendo a rendere discreto un film altrimenti banale. E' vero che la sua parte è effettivamente centrale rispetto alle altre che vi ruotano attorno (lui si trasferisce sulla panchina dei giardinetti? Bene, tutti gli altri per poter comparire nella storia devono andarlo a trovare laggiù!), ma Nanni caratterizza così intensamente il proprio personaggio, trasponendo molto di se stesso come sempre, che gli altri di fatto scompaiono. Il tema dell'elaborazione (o meglio la non-elaborazione) del lutto e i rapporti con la figlia ricordano molto La stanza del figlio; più in generale sembra che dopo la paternità Nanni si trovi molto a suo agio nel ruolo di genitore. Per i fan morettiani poi come non celebrare il ritorno dei suoi tipici tormentoni: le continue classificazioni fatte a se stesso degli aspetti più svariati della vita, la morale fatta al cuoco sulla presenza del parmigiano sui broccoli. Se infine aggiungiamo che in questo film ritroviamo alcune tipicità delle sue produzioni, come le scene legate all'attività sportiva sua o dei figli, o l'introduzione di personaggi surreali e assolutamente non funzionali al film (la moglie del collega con quei suoi black out "mentali" fa ribaltare dalle risate), viene davvero il dubbio che Grimaldi abbia messo solo il nome alla regia, o quanto meno alla sceneggiatura. Nonostante il mio commento da delirante fan morettiano possa farvi dubitare dell'affermazione, garantisco che il film è fruibile per tutti: amaro e insieme piacevole come è la vita. P.S.:la bambina è fortissima, Kasia Smutniak è davvero bona.
Frammentario ed ainconcludente pastrocchio, nemmeno particolarmente brutto in senso stretto, solo estremamente...anonimo, terribilmente anonimo. Già di per sè il romanzo di Veronesi non è che fosse 'sto po' po' di capolavoro, troppo preso dalla voglia di ricreare le atmosfere di Nick Hornby per imbastire una trama interessante, ma Antonello Grimaldi (o chi per lui...il sospetto che Moretti abbia inciso profondamente nel progetto è forte, essendo molto amico di Veronesi) lo adatta in modo impersonale, vuoto, superficiale. Accade così che molte scene, su tutte quella - fin troppo reclamizzata - con Isabella Ferrari appecorinata, risultino completamente gratuite e prive di nesso di causalità rispetto al resto del tessuto narrativo, con grave danno per la visione d'insieme. Senza contare che Moretti porcello non si può proprio vedere. Note positive: su tutte, il cast di comprimari. Se la Golino è tutto sommato accettabile come cognata zocconevrotica e la Ferrari sta ancora su benone, la vera sorpresa è Alessandro Gassman: convincente, solido, carismatico come non era mai stato: continui così, e non dovrà più essere costretto a chinare continuamente il capo dinanzi al suo ingombrante cognome. Bravissima anche la bambina, eccellente come al solito Silvio Orlando, bellissima ed espressiva Kasia Taricone, mitico Polanski col suo cameo. Moretti invece come al solito fornisce una prova pessima: niente, non sa recitare, se ne deve fare una ragione. Ah, pessima anche la colonna sonora: essenziale nel romanzo, disomogenea e raffazzonata nel film.
Allora,vediamo un po'. Il tema, quello dell'attimo psicologico subito dopo la tragedia in cui il protagonista non capisce bene cosa sia successo o come dovrebbe comportarsi, esattamente come nella realtà, è portato molto bene. Gli attori: Valeria Golino, inutile come al solito, d'altra parte si sa perchè è venuta alle luci della ribalta, una inetta come poche, al pari del fratello (umanamente un cretino come pochi, da me conosciuto personalmente) a cui ogni tanto danno qualche ruolicchio di secondo piano oppure qualche programmino su rai 3 ad un'ora in cui nessuno guarda la TV (e riesce a rovinare anche quello). Gassman: veramente bravo, mai fuori posto o volgare, espressivo, spontaneo, niente da dire, bella prova, regge il ritmo. La Ferrari: fa la mignuotta, con quel vago senso di non so che, poco espressiva come al solito, esattamente la stessa ispettrice del 10° Tuscolano. Silvio Orlando è sempre sul nevrotico/esistenziale, sarà per quello che a Nanni piace e riesce sempre a infilarlo ovunque, ma è comunque uno dei migliori in campo. Gli altri tutti adeguati, compresa la simpaticissima moglie pazza dell'amico francese.
Ma veniamo al sodo in tutti i sensi.
IL PORNANNI.
Scena inserita bene, ma girata malissimo: troppo lunga, lui troppo "attivo" per essere in una fase così delicata della sua vita, insomma, degno di un film di Tinto Brass (che infatti ha rilasciato un'intervista con Nanni). Per il resto Nanni non buca, come al contrario avviene ne LA STANZA DEL FIGLIO forse perchè è più bravo di Grimaldi a dirigersi e forse perchè in quel film il tema è la tragedia vera e propria. Anche se non buca dà comunque una buona prova d'attore a più riprese e capisco quelli che lo trovano sempre uguale a se stesso, perchè, infatti, spesso scade nel suo solito repertorio espressivo. Però questa volta serve che sia così.
Se si vuole vedere un bellissimo Moretti "diverso" basta guardarsi, appunto, LA STANZA DEL FIGLIO oppure, intramontabile, IL PORTABORSE.
Non ho letto il libro per cui il commento è relativo esclusivamente al film: Finale mediocre, per il resto ... può passare Il piccolo universo dell'avanti scuola è l'aspetto migliore del film, il ripetersi dei personaggi (quali il bambino che saluta all'accendersi dell'antifurto, la ragazza col cane, il barista.... ) è la trovata migliore del film. Il personaggio di Gassman stimola un pochino il ritmo del film che risulta abbastanza lento (forse perchè tutto il film gira su Moretti "soloattore" che invece solo attore non è!!!) La superpubblicizzata scena hard con Moretti e la Ferrari non riesco a capire cosa c'entri col contesto della storia e della bestemmia in presa diretta non so proprio che farmene!!!!!! (Che moralista che sono, SIK)
Io non so come questo film possa avere una media così bassa."Caos Calmo"così si chiama la testimonianza che il cinema italiano ha ancora qualcosa da dire,insieme ad altri(Nuovomondo,La Sconosciuta etc.).Nanni Moretti una sorpresa davvero incredibile,è vero non è il migliore degli attori,ma qui è veramente bravo.Grazie alla bravura degli attori,alla mano sapiente del regista Antonello Grimaldi,"Caos Calmo",tratto dal bellissimo libro di Veronesi,riesce a dare un'emozione sobria ma al contempo vera e intensa.Bisogna andare a vedere questa pellicola no per la scena di sesso tra la Ferrari e Moretti,che personalmente lo trovata molto bella,e per la bestemmia di Silvio Orlando,ma per vedere la rinascita del cinema italiano.
Qui lo dico e lo ripeto: Nanni Moretti è un pessimo attore. Tutte le sue parti sono recitate alla stessa maniera, tutti i personaggi alla fine sono sempre e solo Nanni. Lui non interpreta, prende se stesso e si mette in un film. E questa ragazzi miei è una pecca grande quanto una casa, perchè è sempre lo stesso monotono e pedante protagonista che ha stufato. Faccia il regista e ci risparmi questa pena. E lo schifo generalizzato del cinema italiano è che hanno rotto tutti i maroni per farci sorbire una scena di sesso che col film centra poco, messa li solo per attirare recensioni e spazi pubblicitari. Anche il grande Moretti si piega a queste porcate... Meravigliosamente pesante.
Tutto il film si basa su una perdita e sulla paura di una nuova perdita; è per questo che il protagonista si ritaglia un angolo personale nel giardinetto davanti a scuola nel quale la stragrande maggioranza della vicenda è ambientata. Ma anziché sfogare le proprie nevrosi, come probabilmente prevedeva, è costretto ad incassare quelle di un mondo intero che si sposta in funzione sua, di una rete di persone che prendono a pretesto il dolore degli altri per manifestare il proprio. Buona scrittura e trama minimalista, fatta di piccoli segni che periodicamente ritornano o si spiegano. Sembra di correre sulla lama di un rasoio: cadi di qua c'è la tragedia, cadi di là c'è la commedia. Importante l'impronta di Moretti anche nella sceneggiatura. Sarebbe stato meglio se fosse stato ambientato in provincia, ad esempio a Rimini o Viareggio.
Buon film,buona trasposizione cinematografica del libro di Sandro Veronesi.Ovviamente molto del libro viene perso,ma la sostanza rimane grazie ad una buona sceneggiatura ed è ottimamente interpretata da tutti gli attori a cominciare da Nanni Moretti.L'ambientazione è talmente azzeccata che sembra quasi che Veronesi abbia scritto il libro pensando e descrivendo i luoghi negli stessi posti dove poi sono state fatte le riprese.La famosa scena di sesso fra Moretti e Ferrari è molto bella,realistica e giustamente "forte" quasi a rappresentare un risveglio,un ritorno alla vita da parte del protagonista dopo il trauma della perdita e della morte della moglie.Gassman e Golino azzeccatissimi nei ruoli del fratello e della cognata del protagonista.Bellissima la colonna sonora.Cameo di Roman Polansky sempre molto carismatico.