control regia di Anton Corbijn USA 2007
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control (2007)

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locandina del film CONTROL

Titolo Originale: CONTROL

RegiaAnton Corbijn

InterpretiSam Riley, Samantha Morton, Craig Parkinson, Joe Anderson, Alexandra Maria Lara, Harry Treadaway, Toby Kebbell, Tim Plester

Durata: h 2.02
NazionalitàUSA 2007
Generebiografico
Al cinema nell'Ottobre 2008

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Trama del film Control

Biopic sul leader dei Joy Division Ian Curtis, il film è un ritratto degli ultimi anni della sua vita fino al suo suicidio, alla vigilia di quello che avrebbe dovuto essere il loro primo tour americano nel 1980.

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Voto Visitatori:   7,88 / 10 (71 voti)7,88Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Control, 71 opinioni inserite

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Ciaby  @  18/02/2012 10:49:35
   5 / 10
Delusione agghiacciante. Prendere un uomo fuori dal mondo come Ian Curtis e imbellettarlo di emozioni e storie d'amore senza nesso logico è veramente assurdo, come donare umanità ad un uomo che era bello anche per la sua assenza di umanità. Si parla poco della musica devastante che un gruppo oltrenatura come i Joy Division hanno saputo creare, soffermandosi più, con una certa superficialità, tra l'altro, sulle vicende sentimentali e non di Ian, mostrato mentre piange più volte, per descrivere la sua disperazione e la sua malattia: un espediente abbastanza facile per rappresentarne il dramma.

Il bianco e nero per descrivere la sua vita è bellissima come idea, ma rendetelo grezzo e cupo, non da fotografia di spot di Calvin Klein, con tutte quelle inquadrature ricercate da studente accademico che danno al film un pathos quasi televisivo. Sul finale si risolleva abbastanza, ma la chiusura del film lascia l'amaro in bocca. Concordo con chi ha detto che sulla sua vita poteva farci un film perfetto solo chi adopera l'astrazione (Tsai Ming-Liang, Derek Jarman), perchè questa sembra solo una rappresentazione didascalica di una vita, da compitino delle medie, fatto per fatto.

Eccellenti le interpretazioni del cast, ma da un film su una delle più grandi icone del rock ci si aspettava molto di più. Un flop.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/03/2012 10.49.22
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Guy Picciotto  @  31/01/2010 19:00:44
   3½ / 10
Non mi ha per nulla convinto.
La struttura è quella di un biografia con venature sulfuree e decadenti, è quando c'è la biografia di mezzo si corre il rischio di cadere nella narrazione filologica, che a me personalmente fa venir l'orticaria.
Questo film e'l'ennesima speculazione sulla figura di Curtis, ed in generale l'ennesima speculazione su un icona del rock defunta.
L'unico che poteva filmare una non-vita come quella di Curtis e' a mio parere un regista tipo Derek Jarman, qualsiasi tipo di trasposizione dalla biografia redatta dalla vergognosa vedova Curtis condanna questa pellicola nel mortificante cinema della rappresentazione, per di più scritta dal punto di vista della moglie, e già sappiamo cosa pensava la moglie del suo ex marito, e chissà se il suicidio non è stato causa in parte anche di questa donna qua.
Ecco gia questo lo ritengo pregiudizievole ai fini di una buona riuscita del progetto.
Solamente Derek Jarman o Stanley Kubrik potevano tirare fuori un film convincente su una persona nata per morire, una persona che era oggettivamente al di la dell'essere umano, questo filmetto mediocre fa' rivivere Curtis in una veste eccessivamente umana, nel corso del film piangerà almeno 6 volte, tutto ciò rende purtroppo il film per nulla credibile: per certi musicisti, divorati da problematiche interiori, l'unica rappresentabilità possibile è paradossalmente quella destinata a un cinema a-figurativo, astratto, di de-costruzione.
Curtis che piange è una furba operazione posticcia filmica che vuole rendere umana una figura oltre l'Uomo: destinata kafkianamente a comporre un disco perfetto e poi immancabilmente a frangersi contro l'Assurdo che nemmeno rimugina tra sè il deserto delle forme e il possibile musiliano.
Come qualcun altro prima di me ha detto, più che un film sembra una telenovela, la visionarietà catacombale dei joy divisione manca del tutto e l'urgenza febbrile profetica di Curtis non c'è o è troppo addolcita: ne esce una figura che non è lui, ma solo la rappresentazione mediata da sua moglie, con tutte le aggravanti che ciò comporta.
Altra vergogna è il fatto che non venga citato nemmeno una volta " closer " il suo testamento, uno dei massimi gelidi monumenti tombali di marmo della storia del rock.
Per finire l'ho trovato troppo sbilanciato sulla vita sentimentale e poco su quella artistica, i joy division ne risultano quasi estromessi, e ciò è come minimo vergonoso, non so che ne pensi Bernard Sumner di questo film, al posto dei Joy Division potrebbe esserci qualsiasi altra band, non ne vengono minimamente esaltate le peculiarità ed il messaggio, anche perchè come già ho detto il regista sembra più indaffarato a mostrarci le effusioni e prostrazioni amorose di Curtis (manco fosse un tombeur de femmes) invece di indagare dentro la sua mente devastata e disagiata.
Le atmosfere non fanno molto post punk e dark wave, ma sono piuttosto uno sguardo sui 70s di un regista alternativo un po' cazzotto e modaiolo dei 00.
Da far brillare.

6 risposte al commento
Ultima risposta 02/11/2014 22.26.06
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kurtsclero  @  04/12/2008 22:42:05
   5 / 10
8 d media a sto film è un'esagerazione paurosa, sarà pure impegnato e quello che volete ma è senza dubbio una p.a.l.l.a, lo so è difficile dirlo per un film "musicale" ma non ha nessun ritrmo..dove la batteria?

3 risposte al commento
Ultima risposta 11/02/2010 00.20.41
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Simmetria84  @  06/11/2008 12:23:51
   4 / 10
Da fan dei Joy Division, ero contento, entusiasta nel vedere tornare in vita, anche se per poche ore, Ian Curtis a raccontarmi la sua vita, le sue difficoltà e la sua musica.. Ciònonostante la mia euforia iniziale si è andata consumando velocemente, è scemata con l'evolversi di un film che, a mio parere, non racconta granchè della breve vicenda dei joy division, ma si perde in una serie di inutili proposizioni. Con quanta superficialità si descrivono i Joy Division! un gruppetto di stupidi scorreggioni che circondano il "papa" curtis.

Non condivido la sceneggiatura del film, è piatta, a tratti telenovelica, manca di rispetto verso il resto della band (totalmente eclissata) e su come nascessero le loro canzoni.
Insopportabile l'atmosfera estremamente patinata e alla calvin klein, che non si addice affatto a un periodo graffiante e grezzo/sporco quale quello dei joy division, in cui i colori c'erano ma erano semplicemente "sbiaditi".

Interpretazione delle movenze di curtis davvero approssimativa..

A mio parere non si è affatto colto il messaggio dei joy division, la loro natura, e l'inquadramento storico (dannatamente povero di riferimenti)

9 risposte al commento
Ultima risposta 10/11/2008 17.47.56
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genzo24  @  31/10/2008 00:50:51
   5½ / 10
mi aspettavo davvero di piu'....forse le mie aspettative erano troppo alte...comunque il troppo filo-documentario fa perdere molto a questa pellicola...

9 risposte al commento
Ultima risposta 26/11/2009 11.22.18
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