control regia di Anton Corbijn USA 2007
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control (2007)

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locandina del film CONTROL

Titolo Originale: CONTROL

RegiaAnton Corbijn

InterpretiSam Riley, Samantha Morton, Craig Parkinson, Joe Anderson, Alexandra Maria Lara, Harry Treadaway, Toby Kebbell, Tim Plester

Durata: h 2.02
NazionalitàUSA 2007
Generebiografico
Al cinema nell'Ottobre 2008

•  Altri film di Anton Corbijn

•  Link al sito di CONTROL

Trama del film Control

Biopic sul leader dei Joy Division Ian Curtis, il film è un ritratto degli ultimi anni della sua vita fino al suo suicidio, alla vigilia di quello che avrebbe dovuto essere il loro primo tour americano nel 1980.

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Voto Visitatori:   7,88 / 10 (71 voti)7,88Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su Control, 71 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

_Hollow_  @  26/03/2012 00:17:33
   6½ / 10
Mah. La cosa che più ho pensato vedendolo e dopo averlo visto: mah.
Lì per lì ci si rende conto di stare guardando un film che, di per sé, non è nulla di che e lascia seri dubbi riguardo la realtà dei fatti rappresentati. Però esattamente come ci sono film che lasciano una buona impressione per essere dimenticati il giorno dopo, altri lasciano una cattiva impressione per poi tenerti occupato il cervello il giorno seguente, e "Control" è uno di quelli. Il problema è che non lo fa in maniera del tutto positiva.
L'attore principale è abbastanza azzeccato, il bianco e nero pure (anche se avrei visto meglio un film a tinte molto più scure su stile espressionista tedesco invece che una trovata del genere ... come è stato scritto giustamente sotto di me, l'ideale come stile sarebbe stato qualcosa di vicino a "Eraserhead" di Lynch, più cupo e grezzo).
Apprezzo pure parecchio il modo in cui la nascita delle varie canzoni (stupende e che da sole valgono la visione) viene accostato agli eventi personali di Ian. Almeno in certi casi in modo del tutto certo, come l'episodio della ragazza epilettica per "She's Lost Control".
Però non tollero il modo in cui viene dipinto Ian Curtis ... e sua moglie.
Per carità, non che li abbia mai conosciuti di persona ma ... far passare un genio assoluto come Ian Curtis per un ragazzo qualunque dedito al pianto e la moglie come una santa immacolata mi fa veramente schifo.
Insomma, io di arte non ci capirò una mazza ma non penso proprio che un tipo che scrive testi come quelli che lui ha scritto, che tratta temi così assurdamente cupi, esistenziali, di fallimento, sconfitta, isolamento ecc. di fronte alla spietatezza della vita e della società possa essere un tipo non solo così molle, ma pure così "normale". Un alienato sì, nel bene (Ian Curtis?) o nel male (il joker di batman XD), ma non così. Anche perché, diciamolo chiaramente, chi si suicida non è mai un debole. Ci vogliono le palle per ammazzarsi e molti non riescono a farlo. Ian Curtis che piange di fronte al prefabbricato portato via a Stroszek? Suvvia, non solo non sarebbe da lui, ma nessun essere al mondo piangerebbe per quella scena. Perché non è proprio fatta per piangere, è grottesca come tutto il resto del film e non sono le lacrime che deve suscitare. Quelle al massimo (ma proprio al massimo) per un artista potrebbero saltar fuori di fronte alla scena finale, altrettanto grottesca ma molto più devastante dal punto di vista psicologico e potrebbe essere solo quella ad aver influito sul gesto di Curtis, insieme all'ascolto di "The Idiot" di Iggy Pop.
E la moglie invece? Ne vogliamo parlare? Tra l'altro mi vorreste dire che tutto quello che si vede non sia quasi certamente la sua sola ed unica visione dei fatti usata per ricostruire tutto? Visione banale e totalmente assurda che lascia ben capire come Ian possa essersi pentito di averla sposata? Se Ian Curtis aveva sicuramente qualche dubbio esistenziale riguardo la necessarietà e convenienza di stare al mondo, sono sicuro che la cara mogliettina qualche colpa per doveva pur averla. Il film mi sembra quasi un modo per toglierle un peso dalla coscienza. Tra l'altro che io sappia "Love will tear us apart" fu scritta più che altro per la fortemente instabile relazione coniugale e per i litigi, non per un qualche dramma amletico tutto nella testa di Curtis tra il tradire o il non tradire.
In ogni caso, nonostante i difetti, rimane un film discreto sulla vita di Ian Curtis e in questo è unico. Contiene poi in ordine "cronologico" le varie canzoni della band e pure questo "vale il biglietto". Si può vedere e la curiosità spinge a farlo, poi sono sicuro che chiunque abbia ascoltato a fondo e tutt'ora ascolta i Joy Division (P.s.: e figurarsi se il "leader" di una band che si chiama così, ricordando appunto il grottesco "bordello" di Auschwitz metafora della modernità intera, possa piangere di fronte ad un'altra grottesca metafora come quella di Stroszek, volevo ricordarlo) tratterà con occhio molto critico quello che sta vedendo ... che comunque ha l'enorme pregio, a mio parere, di essere la vita di Ian Curtis dal punto di vista di chi non capisce gente come Ian Curtis: se fosse qualcosa di voluto, sarebbe un film geniale. Purtroppo non è così. Incompreso anche da chi c'ha fatto un film sopra. Paradossale come quel "Joy Division".

Isolation
Isolatioon
Isolation

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Ultima risposta 03/11/2014 00.06.00
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Ciaby  @  18/02/2012 10:49:35
   5 / 10
Delusione agghiacciante. Prendere un uomo fuori dal mondo come Ian Curtis e imbellettarlo di emozioni e storie d'amore senza nesso logico è veramente assurdo, come donare umanità ad un uomo che era bello anche per la sua assenza di umanità. Si parla poco della musica devastante che un gruppo oltrenatura come i Joy Division hanno saputo creare, soffermandosi più, con una certa superficialità, tra l'altro, sulle vicende sentimentali e non di Ian, mostrato mentre piange più volte, per descrivere la sua disperazione e la sua malattia: un espediente abbastanza facile per rappresentarne il dramma.

Il bianco e nero per descrivere la sua vita è bellissima come idea, ma rendetelo grezzo e cupo, non da fotografia di spot di Calvin Klein, con tutte quelle inquadrature ricercate da studente accademico che danno al film un pathos quasi televisivo. Sul finale si risolleva abbastanza, ma la chiusura del film lascia l'amaro in bocca. Concordo con chi ha detto che sulla sua vita poteva farci un film perfetto solo chi adopera l'astrazione (Tsai Ming-Liang, Derek Jarman), perchè questa sembra solo una rappresentazione didascalica di una vita, da compitino delle medie, fatto per fatto.

Eccellenti le interpretazioni del cast, ma da un film su una delle più grandi icone del rock ci si aspettava molto di più. Un flop.

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Ultima risposta 20/03/2012 10.49.22
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Fratuck89  @  10/12/2011 13:23:03
   6½ / 10
A me non piacciono i Joy Division come stile musicale, e non conosco le vicende personali del cantante, nel complesso è un film freddo, distaccato, sterilizzato, e il bianco e nero accentua tutto ciò, l'attore che interpreta ian curtis non mi è piaciuto per nulla, a meno che il cantante non fosse una persona del tutto anonima.
Nel complesso non mi ha emozionato, è la storia di una persona depressa come c'è ne sono tante al mondo.

Ci sono decisamente troppe sigarette per un ex fumatore come me!

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Ultima risposta 04/03/2016 23.14.31
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Guy Picciotto  @  31/01/2010 19:00:44
   3½ / 10
Non mi ha per nulla convinto.
La struttura è quella di un biografia con venature sulfuree e decadenti, è quando c'è la biografia di mezzo si corre il rischio di cadere nella narrazione filologica, che a me personalmente fa venir l'orticaria.
Questo film e'l'ennesima speculazione sulla figura di Curtis, ed in generale l'ennesima speculazione su un icona del rock defunta.
L'unico che poteva filmare una non-vita come quella di Curtis e' a mio parere un regista tipo Derek Jarman, qualsiasi tipo di trasposizione dalla biografia redatta dalla vergognosa vedova Curtis condanna questa pellicola nel mortificante cinema della rappresentazione, per di più scritta dal punto di vista della moglie, e già sappiamo cosa pensava la moglie del suo ex marito, e chissà se il suicidio non è stato causa in parte anche di questa donna qua.
Ecco gia questo lo ritengo pregiudizievole ai fini di una buona riuscita del progetto.
Solamente Derek Jarman o Stanley Kubrik potevano tirare fuori un film convincente su una persona nata per morire, una persona che era oggettivamente al di la dell'essere umano, questo filmetto mediocre fa' rivivere Curtis in una veste eccessivamente umana, nel corso del film piangerà almeno 6 volte, tutto ciò rende purtroppo il film per nulla credibile: per certi musicisti, divorati da problematiche interiori, l'unica rappresentabilità possibile è paradossalmente quella destinata a un cinema a-figurativo, astratto, di de-costruzione.
Curtis che piange è una furba operazione posticcia filmica che vuole rendere umana una figura oltre l'Uomo: destinata kafkianamente a comporre un disco perfetto e poi immancabilmente a frangersi contro l'Assurdo che nemmeno rimugina tra sè il deserto delle forme e il possibile musiliano.
Come qualcun altro prima di me ha detto, più che un film sembra una telenovela, la visionarietà catacombale dei joy divisione manca del tutto e l'urgenza febbrile profetica di Curtis non c'è o è troppo addolcita: ne esce una figura che non è lui, ma solo la rappresentazione mediata da sua moglie, con tutte le aggravanti che ciò comporta.
Altra vergogna è il fatto che non venga citato nemmeno una volta " closer " il suo testamento, uno dei massimi gelidi monumenti tombali di marmo della storia del rock.
Per finire l'ho trovato troppo sbilanciato sulla vita sentimentale e poco su quella artistica, i joy division ne risultano quasi estromessi, e ciò è come minimo vergonoso, non so che ne pensi Bernard Sumner di questo film, al posto dei Joy Division potrebbe esserci qualsiasi altra band, non ne vengono minimamente esaltate le peculiarità ed il messaggio, anche perchè come già ho detto il regista sembra più indaffarato a mostrarci le effusioni e prostrazioni amorose di Curtis (manco fosse un tombeur de femmes) invece di indagare dentro la sua mente devastata e disagiata.
Le atmosfere non fanno molto post punk e dark wave, ma sono piuttosto uno sguardo sui 70s di un regista alternativo un po' cazzotto e modaiolo dei 00.
Da far brillare.

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Ultima risposta 02/11/2014 22.26.06
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JOKER1926  @  06/07/2009 00:32:36
   6½ / 10
Anton Corbijn propone al pubblico una pellicola biografica incentrata su una band inglese: Joy Division.
Il film in bianco e nero riesce (sotto tanti aspetti) a creare un alone di estremo dramma intriso in magnifiche atmosfere "oldstyle" di una vecchia e affascinante Inghilterra.
"Control" è dunque in poche parole un quadro sulla band (capeggiata da Ian Curtis) che, fra sofferenze e incredibili problematiche, riuscì a sfondare nei decenni passati, purtroppo la sensazione di fama, di gloria non fu mai totalmente percepita dal giovanissimo cantante a causa del tragico suicidio.
Il film di Corbijn dunque riesce (attraverso una fotografia perfetta) a trasmettere emozioni e drammaticità, pellicola a tratti (appositamente) monotona e molto lenta; insomma lo scopo primario del regista è quello di far assaporare in modo esauriente la personalità e quindi la frustrazione, la desolazione, la rabbia, l'impotenza di Ian Curtis; problemi fisici e scelte infelici (come il matrimonio prematuro) devastano pesantemente la salute e la mente del cantante inglese.

"Control" è in linea di massima un apprezzabile film, (magari indicato maggiormente ai fans della band) da annoverare una serie di cose sul piano tecnico che unite sapientemente con le canzoni dei Joy Division formano un'atmosfera fantastica a tratti "artistica" e poetica.
Il finale (apoteosi del dramma) accompagnato da un ottima canzone riecheggia nella mente del pubblico (inoltre questa sequenza è fotografata magnificamente, da notare lo scenario!), ovviamente tale prodotto riscuote maggiore "carisma" e fascino per gli amanti di questa band… Comunque buon lavoro…

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Ultima risposta 09/09/2009 16.26.56
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ThirdEye  @  12/02/2009 12:04:35
   8½ / 10
film spettacolare su un artista (Ian Curtis) che con i Joy Division è stato fondamentale per tutta la storia della musica

visto al cinema di venerdi sera, con altre 3 persone in tutta la sala...

basta questo per dire il livello infimo della cultura musicale che c'è in questo paese di m... che è l'Italia

magari quando faranno un film su Tiziano Iron Ferro ci sara' gente che si strappera' le mutande fuori dai cinema....

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Ultima risposta 28/09/2011 02.03.02
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Reservor dog  @  12/12/2008 12:10:27
   8 / 10
Nutrendo un’ammirazione sconfinata per la musica dei Joy Division, il mio giudizio potrebbe risultare di parte e non del tutto obiettivo, fatto sta che ho trovato questa pellicola deliziosa, soprattutto per la capacità di rappresentare l’esistenza di Curtis senza inutili piagnistei e senza la volontà di emettere un giudizio, lasciando allo spettatore la facoltà d’interpretare l’intera vicende. Aiutato da un bianco e nero mai così opportuno, dallo sfondo dato della provincia inglese del nord, che al solo osservarla mette i brividi, e che di fatto è lo specchio dell’anima del tormentato cantante, Corbjin scandisce la sua storia al ritmo ipnotico ed inquietante che caratterizza la musica dei Joy Division, catapultandoci nella crescente disperazione che portò un giovane in grande ascesa a porre prematuramente la parola fine sulla sua esistenza. Incapace d’adattarsi al mondo, Curtis fu vittima delle sue scelte, della sua malattia e di una naturale predisposizione a sentirsi distante dalla normalità. Nonostante l’enorme successo del gruppo, egli non riuscì a mai goder appieno della fama proprio perché nel momento in cui venne a trovarsi nella condizione di far esplodere il fenomeno Joy Division a livello planetario preferì eclissarsi definitivamente. Autori di soli 2 album, e precursori di un genere che spopolerà nella decade a venire (e anche oltre), ai Joy Division, a mio modo di vedere, non sono ancora stati riconosciuti tutti i meriti. Questo film è un primo passo. Spero non l’ultimo.

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Ultima risposta 23/12/2008 10.29.08
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kurtsclero  @  04/12/2008 22:42:05
   5 / 10
8 d media a sto film è un'esagerazione paurosa, sarà pure impegnato e quello che volete ma è senza dubbio una p.a.l.l.a, lo so è difficile dirlo per un film "musicale" ma non ha nessun ritrmo..dove la batteria?

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Ultima risposta 11/02/2010 00.20.41
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KILL 74  @  25/11/2008 08:31:27
   6½ / 10
Sinceramente non mi aspettavo di più, bella storia, anche se mi è sembrato troppo ripetitivo.

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Ultima risposta 28/11/2008 21.53.58
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Invia una mail all'autore del commento angel__  @  18/11/2008 13:16:52
   6 / 10
della capacità artistica e del modo in cui i joy division hanno sviluppato la loro arte non c'è nessuna traccia.già per questo non meriterebbe la sufficenza,ma l'attore è bravo,il film rispecchia evidentemente lo sguardo alla storia vissuta e sofferta di deborah curtis e per questo probabilmente è fedele alla realtà. ma si poteva fare meglio.belle le scene live comunque e la fotografia.

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Ultima risposta 26/11/2008 16.04.36
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Simmetria84  @  06/11/2008 12:23:51
   4 / 10
Da fan dei Joy Division, ero contento, entusiasta nel vedere tornare in vita, anche se per poche ore, Ian Curtis a raccontarmi la sua vita, le sue difficoltà e la sua musica.. Ciònonostante la mia euforia iniziale si è andata consumando velocemente, è scemata con l'evolversi di un film che, a mio parere, non racconta granchè della breve vicenda dei joy division, ma si perde in una serie di inutili proposizioni. Con quanta superficialità si descrivono i Joy Division! un gruppetto di stupidi scorreggioni che circondano il "papa" curtis.

Non condivido la sceneggiatura del film, è piatta, a tratti telenovelica, manca di rispetto verso il resto della band (totalmente eclissata) e su come nascessero le loro canzoni.
Insopportabile l'atmosfera estremamente patinata e alla calvin klein, che non si addice affatto a un periodo graffiante e grezzo/sporco quale quello dei joy division, in cui i colori c'erano ma erano semplicemente "sbiaditi".

Interpretazione delle movenze di curtis davvero approssimativa..

A mio parere non si è affatto colto il messaggio dei joy division, la loro natura, e l'inquadramento storico (dannatamente povero di riferimenti)

9 risposte al commento
Ultima risposta 10/11/2008 17.47.56
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genzo24  @  31/10/2008 00:50:51
   5½ / 10
mi aspettavo davvero di piu'....forse le mie aspettative erano troppo alte...comunque il troppo filo-documentario fa perdere molto a questa pellicola...

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Ultima risposta 26/11/2009 11.22.18
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baseballfuries  @  29/10/2008 13:06:59
   7 / 10
film molto introspettivo sulla vita del cantante dei jd..
bravissimo l'attore principale (sam riley) e gli altri membri della band (sono uguali!!!!)

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Ultima risposta 29/10/2008 13.08.11
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giumig  @  29/10/2008 12:37:31
   7½ / 10
Sam Riley è semplicemente perfetto ed uguale a Ian Curtis. Il film è molto bello, anche se l'ho trovato troppo documentaristico in alcuni punti

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Ultima risposta 29/11/2008 06.20.49
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Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  28/10/2008 22:35:43
   8½ / 10
Non conoscevo molto i Joy Division,ma questa pellicola è bellisima. Sam Riley è davvero bravo.Regia,fotografia tutto riuscito.Ottima pellicola.

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Ultima risposta 29/10/2008 10.05.22
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  15/05/2008 21:53:52
   8½ / 10
Adoro troppo i Joy Division e il mio voto è assolutamente di parte: credo che per gli estimatori della band fosse difficile avere di meglio.
Per chi non li conosce questa è un'ottima occasione per entrare nell'universo di Ian Curtis e per percepire la sua l'autentica disperazione.

Vedi recensione

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/10/2008 17.44.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  21/04/2008 15:59:37
   8 / 10
Bellissima questa biografia di Curtis, Sam Riley è uguale ca.zzo! Film secondo me necessario su uno dei gruppi meno duraturi ma allo stesso tempo più importanti della storia del punk e a cui molte band di oggi devono molto.grazie!

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Ultima risposta 13/06/2008 12.06.30
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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  30/03/2008 15:04:19
   10 / 10
"Existence-well what does it matter?
I exist on the best terms I can
The past is now part of my future
The present is well out of hand"

basterebbe questo verso di "heart and soul" col quale si apre il film x dargli 10... ke dire... 1 capolavoro assoluto.. DEVASTANTE, RASSEGNATO, DISARMANTE... trasuda dolore da ogni immagine... il finale con "atmosphere" in sottofondo è da pelle d'oca....
Per il resto "No words could explain,
no actions determine
Just watching the trees
and the leaves as they fall"

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

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Ultima risposta 03/04/2008 15.20.13
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pino08  @  11/03/2008 17:02:19
   9 / 10
Vengono quasi le lacrime agli occhi vedendo la scena della loro prima esibizione in tv, ci si illude di non trovarsi di fronte ad un film, ma di osservare la registrazione originale restaurata. Non so per quanti anni abbiano fatto provini per cercare l'attore appropriato, ma sicuramente ci sono riusciti. Molto spesso l'occhio viene ingannato, e alcune volte anche l'orecchio. Certo, non si tratta di Freddie Mercury, ma sicuramente la voce di Jan è molto particolare ed è stata imitata in maniera più che buona.
La fotografia è -ovviamente- strepitosa, però il modo in cui sono raccontati certi eventi, soprattutto verso la fine del film, non mi ha convinto al 100% (si vede chiaramente lo zampino della moglie).
Un film obbligatorio per gli amanti dei Joy Division.

"Existence, well what does it matter? "

3 risposte al commento
Ultima risposta 19/03/2008 02.05.55
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Invia una mail all'autore del commento malocchio  @  11/03/2008 15:53:51
   10 / 10
premetto che non conoscevo la vera storia del leader dei joy division ian curtis,questo film è stupendo cudo ed essenziale ed analizza alla perfezione il senso di vuoto e di disperazione del giovanissimo frontman.fotografia da paura,direi che di meglio non si poteva fare

2 risposte al commento
Ultima risposta 11/03/2008 15.56.54
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giax-tommy  @  03/03/2008 15:34:49
   9 / 10
Un calcio fortissimo in uno stomaco indolenzito.
La musica dei JD,l'amore di un genio

11 risposte al commento
Ultima risposta 24/11/2008 14.57.36
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Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  17/01/2008 17:29:58
   10 / 10
Dunque... premetto che l'ho visto in lingua originale, anche perchè pare che i distributori italiani siano restii a farlo uscire in italia, e questo ovviamente è un orrore.... il fatto che filmscoop abbia inserito la dicitura "al cinema prossimamente" mi ha notevolmente sorpreso.... (approfondirò).

Opera prima di A. Corbijn già fotografo e autore di videoclip per Depeche Mode ed altri..... da sempre estimatore dei Joy Division realizza il suo sogno e ci regala questo straordinario omaggio.
Control è un film intenso... ed è soprattutto un atto dovuto.... Corbjin trasmette l'incontenibile voglia di raccontare la storia, è essenziale ma incisivo, lo stupendo taglio fotografico e il bianco e nero amplifica il malessere esistenziale di Ian che diventa quasi insostenibile..... in sostanza coglie nel segno senza andare mai sopra le righe ed è aiutato da un cast calato nella parte in maniera ineccepibile..... La Morton e Riley superbi.
Un buon film per tutti, struggente per chi già conosce la storia.

P.S. - Il film nonostante abbia vinto numerosi premi e abbia riscosso notevoli consensi in tutto il mondo, in italia, fino ad ora viene clamorosamente snobbato. L'italietta di sempre... niente più.

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Ultima risposta 24/11/2008 14.59.46
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