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Siamo in piena fiera del visto e stravisto con "Demonic", film prodotto –anche- da James Wan, che lega così il suo nome ad un prodotto di imbarazzante povertà. Di sicuro le motivazioni che hanno spinto il noto factotum cinematografico ad immischiarsi in tale abominio sono molto più oscure della storia propinataci; con buona pace del mistero legato alla solita casa abbandonata ove anni prima avvenne un orrendo massacro del quale non frega niente a nessuno, perché già dopo pochi minuti di visione la noia prende il sopravvento. Il patetico script, confusionario e sfilacciato, mette in scena un gruppo di ragazzi spacciati come ghostbusters ma per nulla credibili come esperti dell'occulto. L'obiettivo è aiutare un loro amico a liberarsi di alcune visioni strettamente legate all'edificio di cui sopra. Personaggi di nessun interesse si infilano nottetempo nell'abitazione ed ovviamente troveranno guai; la narrazione si svolge su due pieni temporali differenti, ovvero a massacro in atto e a massacro avvenuto. Per un'ora non succede nulla, poi qualcosa si smuove ma è davvero troppo poco per considerare il lavoro di Canon riuscito. Il finale viene accolto tra sbadigli e una certa dose di gratitudine. Il calvario è finito, e il colpo di scena servito in maniera ridicola. Pure Maria Bello poteva risparmiarsela, per quanto capisca che far cassa serva a tutti.