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"Haze" si può dividere idealmente in due parti. La prima parte: angoscia e oblio. Un uomo spaesato, terrorizzato e completamente immemore, schiacciato tra enormi ed insondabili pareti buie ed opprimenti, in un buio labirinto di angusti cunicoli senza via d'uscita. La seconda parte: speranza e simbolismo. Una lotta per riappropriarsi della vita e della memoria, in un susseguirsi di immagini e momenti che confondono le coordinate temporali - passato e presente che si confondono, così come la realtà si confonde col ricordo o con la metafora. A far da discrimine, l'incontro con una donna. Un incontro che porta con sé il risveglio della speranza di sopravvivere e la riscoperta della forza di volontà, ma anche il risveglio di immagini cruente e di voci di un passato doloroso.
Il primo approccio induce all'errore. I primi minuti creano nello spettatore la convinzione di assistere ad una bizzarra versione dell'ennesima situazione "fuga e sopravvivenza". L'incontro con la donna apre una seconda parte che a sua volta apre, seppur parzialmente, occhi e mente dello spettatore. La trappola è una metafora, le immagini e le voci provengono dal significato celato dietro il velo dell'apparenza. Muro e labirinto, metafora di perdizione ed oppressione, il buio è il colore dell'angoscia. Oblio, smarrimento, soffocamento, sangue, buio e morte: esauriente compendio delle ossessioni umane. Amor vincit omnia? Solo l'amore salva: in una selva di arti mozzati, due mani si stringono alla ricerca della vita, prima della morte, oltre la morte. Lo spettatore si ritrova tra le mani una metafora e vuole comprenderla, una misteriosa scatola cinese di cui vorrebbe apprendere il contenuto, ma di cui non sa trovare un'univoca chiave d'apertura.
La prima parte è una facciata ben costruita, che avvolge lo spettatore in una sensazione di oppressione che fa sorgere la nostalgia della luce e dell'aria. La seconda parte è rivelazione e mistero: in una selva di dettagli determinanti, vengono offerte all'ingegno molteplici chiavi di lettura, ma non viene indicata la soluzione definitiva.
Più che un film, una metafora rivelata ma non svelata; un enigma che si compiace di restare essenzialmente irrisolto.