il cadavere dagli artigli d'acciaio (1970)

Giallo senza particolari meriti, da recuperare esclusivamente per il cast.
Sceneggiatura con vaghe reminiscenze di Cluzot e Chabrol, che nonostante l'esigua durata riesce a girare a vuoto per gran parte del tempo tra sequenze incredibilmente inutili (come quella subacquea) e dialoghi fumosi e ripetitivi. Colpo di scena finale ampiamente previsto, tuttavia c'è Romy Schneider che con la sua sola presenza era in grado di nobilitare prodotti dozzinali come questo. Attrice di rara intensità e di bellezza abbagliante, riesce a infondere anima in un personaggio (il suo, così come quello di Ronet) privo di spessore.
Film tranquillamente dimenticabile se non fosse per quest'indimenticabile regina triste del grande schermo.