il club dei 39 regia di Alfred Hitchcock Gran Bretagna 1935
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il club dei 39 (1935)

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locandina del film IL CLUB DEI 39

Titolo Originale: THE 39 STEPS

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiMadeleine Carroll, Robert Donat, Godfrey Tearle, Peggy Ashcroft

Durata: h 1.27
NazionalitàGran Bretagna 1935
Generethriller
Tratto dal libro "I trentanove scalini" di John Buchan
Al cinema nell'Agosto 1935

•  Altri film di Alfred Hitchcock

Trama del film Il club dei 39

Una donna viene assassinata a Londra. L'uomo che l'aveva ospitata, braccato dalla polizia e dagli assassini, fugge in Scozia e si ritrova ammanettato con una ragazza e prosegue la fuga. C'è di mezzo una banda di spioni.

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Voto Visitatori:   8,09 / 10 (45 voti)8,09Grafico
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Voti e commenti su Il club dei 39, 45 opinioni inserite

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barbuti75  @  27/08/2011 22:16:04
   8½ / 10
Probabilmente considerato dalla critica (a ben vedere) il miglior film di Hitchcock del periodo inglese, Il club dei 39 (altrimenti conosciuto come I trentanove scalini), è tuttora un piccolo gioiello nella produzione del maestro del brivido.
Considerati i quasi 80 anni della pellicola in questione è impossibile evitare paragoni con film prodotti ad altissimo budget oggi, che dovrebbero scomparire al cospetto di questo.
La classica spy story Hitchcockiana viene introdotta nella prima parte grazie ad un calibrato meccanismo ad incastro fatto di flashback e ricostruzioni, per poi proseguire con il macguffin (espediente attraverso il quale si fornisce dinamicità alla trama) che sfocia nell'accusa all'innocente.
Le bellissime atmosfere scozzesi (delineate da una fotografia superba) ci fanno entrare a far parte del delicato meccanismo costruito dal regista.
La pellicola si affloscia un po' nel finale, risollevandosi incredibilmente e meritando ampiamente il plauso di pubblico e critica.
Una situazione simile verrà poi riutilizzata dal regista nella versione americana de "L'uomo che sapeva troppo".
Imprescindibile per chi volesse cimentarsi nell'espansione al periodo inglese del grande regista di Leytonstone.

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Ultima risposta 29/08/2011 18.34.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  03/01/2011 13:16:22
   8 / 10
Forse d'ispirazione langhiana, per ritmo e fluidità dell'intrigo è un Hitchcock sicuramente maturo. I protagonisti non possiedono ancora la complessità psicologica di cui saranno dotati nei lavori successivi, ma è una dimostrazione di fine bravura, quel tratto leggero che li descrive, la vivacità ironica che li circoscrive.

A mio parere il brano più bello è forse quello meno hitchcockiano: la donna scorta appena, però fondamentale, nella sua modesta esistenza casalinga; la moglie infelice presa da un marito duro e bigotto che intravvede, nel latitante di passaggio, un'avventura, l'amore, un amante, il sogno di una passione che la tenta; fugge via, e sparisce nuovamente la donna dentro casa dal racconto.

Il personaggio migliore? Non il protagonista, non il grande nemico dal mignolo tagliato, non la bella. Per me, il più enigmatico, quell'uomo o artista, Mister Memory, che si esibisce all'inizio e alla fine del film, in ombra: egli è figura chiave..
Ma chi è quell'individuo quando è fuori dal palcoscenico? Quale verità nasconde la sua "trance"? E' dono o disgrazia, realtà o finzione?

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Ultima risposta 06/01/2011 11.49.14
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gei§t  @  28/02/2009 13:17:43
   6½ / 10
funziona più come commedia che non come film di spionaggio. Ci sono troppe forzature qua e là per la storia. Mentre i personaggi sfornano sempre qualche gag simpatica.

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Ultima risposta 01/03/2009 01.26.33
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  23/02/2009 15:15:01
   8 / 10
Già in questo film del 1935 è presente quella superba struttura diegetica che si ritroverà quasi 15 anni più tardi, e in maniera ancora più sviluppata, in “Intrigo internazionale”. Ma “39 Steps” è già di per sé un film esemplare, nel quale ironia, sarcasmo, leggerezza, ritmo, “suspence” e colpi di scena sono impeccabilmente amalgamati tra loro. Hitchcock racconta le traversie patite da un uomo, suo malgrado coinvolto in una questione di spionaggio internazionale immensamente più grande di lui, con uno stile narrativo ineccepibile, dando ancora una volta prova della sua eccellente capacità di catalizzare l’attenzione dello spettatore. Al centro della trama vi è la vicenda singolare di Richard Hannay, il quale si ritroverà invischiato in una rocambolesca sequela di guai e peripezie; ma l’epilogo di “39 Steps” (forse uno dei migliori lieto-fine di sempre) sembra suggerirci che un evento, per quanto estremamente infausto, non è mai totalmente negativo, e che da un male può nascere un bene.
Eccezionali i momenti di salacità, in cui Hitchcock mette causticamente in risalto i difetti e l’ottusità sia della borghesia che degli uomini di provincia.
Una nota di merito anche alla ottima fotografia firmata da Bernard Knowles.

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Ultima risposta 23/02/2009 15.48.02
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godfa982  @  12/01/2009 20:43:23
   8 / 10
gran bel film "i 39 scalini"...avvincente. hitchcock anticipa quelle che saranno tematiche a lui molto care..la spy story, la fuga, la suspense di cui lui ne è "maestro". tutti "ingredienti" che poi ritroveremo nei suoi capolavori americani.
hitchcock ha cambiato le carte in tavola...si è discostato dagli stilemi del cinema clssico si può dire sin dall'inizio, creando uno stile tutto suo..ispirato certo ad alcuni film di lang e non solo..ma scrivendo la storia del cinema e diventando uno dei più grandi...un vero genio!!!

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Ultima risposta 12/01/2009 21.10.43
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Delfina  @  10/03/2008 16:27:35
   9 / 10
Davvero delizioso, un gioiellino che si fa apprezzare per la calibrazione perfetta della fotografia, della sceneggiatura e dei colpi di scena.
Incantevoli e magiche le scene in bianco e nero nella campagna scozzese.
La storia e la sceneggiatura ci immergono in un'epoca ormai lontana ma tanto "british": da assaporare piacevolmente!

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Ultima risposta 11/03/2008 09.39.37
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  18/02/2008 18:56:24
   8 / 10
I capolavori di Hitchcock risalgono prevalentemente nel periodo nel quale il grande regista inglese ha lavorato negli Stati Uniti, intorno agli anni '50, è in quel periodo che dà alla luce lavori del calibro di "La finestra sul cortile", "Caccia all'uomo", "L'uomo che sapeva troppo", "Vertigo", "Gli uccelli", "Psyco" ecc. è qui che si costruisce la tessitura di matrice Hitchcockiana con, da una parte il palese, l'esibito attraverso i fatti, dall'altro l'occulto, i falsi ingressi che trasformano una situazione apparentemente normale e familiare, in qualcosa di inquietante e destabilizzante; l'orchestrazione della suspense all'interno della struttura del film è quanto di meglio è riuscito a fare un regista nel fascinoso genere thriller, l'appellativo di "maestro" non gli è stato dato per caso.
Nel periodo precedente a questo (o ancora meglio prima degli anni '40) quello definito "periodo inglese" il regista ha comunque "sfornato" opere di indiscusso valore, tra le quali "L'uomo che sapeva troppo" e questo "Il club dei 39" dove, alla suspense, Hitchcock riesce a coniugare anche una giusta dose di sottile humor che insieme alla struttura "a inseguimento" crea un connubio delizioso ed altamente godibile. E' incredibile come una pellicola risalente a più di 70 anni fa riesca ancora ad essere così coinvolgente; l'azione e la suspense si mescolano con la classe, l'ironia, l'educazione; non ricordo un altro film di spionaggio dove i personaggi principali in un contesto del genere riescano a darsi del voi.
Il susseguirsi degli avvenimenti creano una tensione piacevolmente sottile; brillante il cast, soprattutto si nota nella mimica la provenienza degli attori dal cinema muto, o almeno la sua influenza, regia e sceneggiatura pressochè perfetta; anche qui è confermata la tradizione del regista di comparire, anche per pochi secondi, sullo schermo, non sono mai riuscito a capire con esattezza i motivi di questa scelta, una firma d'autore?, una superstizione?, un capriccio o semplicemente una recondita esigenza di protagonismo? Beh, qualunque sia la motivazione va ammirata la singolarità della cosa, anche in questo è stato maestro.

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Ultima risposta 19/06/2008 13.23.41
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Pink Floyd  @  26/05/2007 15:14:08
   9 / 10
Tratto dal romanzo "the thirty-nine steps" di John Buchan, "Il club dei 39" vanta due remake ('58 e '78) prodotti con il nome "i 39 scalini".
Considerato da molti come uno dei titoli di spicco del periodo inglese del maestro, è un thriller intriso di elementi tipici dello spionaggio e del poliziesco.
In 87 minuti di bianco e nero si sviluppa la storia di un giovane che viene fortuitamente a sapere dell'esistenza di un segreto internazionale e allo stesso tempo accusato in maniera ingiusta dalle autorità per aver freddato la donna che ne era a conoscenza; da qui la fuga dell'uomo dalla polizia verso la Scozia correlata da numerosi imprevisti.

Sceneggiatura interessante, ritmo incalzante sostenuto da continui colpi di scena che rendono la storia particolarmente avvincente. A contribuire alla riuscita del soggetto è l'ottima caratterizzazione del ricercato resa unica da una prova magistrale di Robert Donat. Ambientazione da mozzafiato: i selvaggi paesaggi naturali della Scozia donano un qualcosa di epico alla fuga dei due protagonisti, i quali si ritrovano legati tra di loro giocoforza in quanto ammanettati l'un l'altra per buona parte della storia.

Già nel lontano 1935 Hitchcock mostrava al mondo intero cosa volesse dire fare cinema!

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Ultima risposta 28/06/2007 17.57.25
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  03/07/2006 22:47:48
   7 / 10
E' vero che ci sono alcune scene indimenticabili (urlo che si sovrappone al fischio della locomotiva e scena in albergo dei due "sposini" su tutte) e che il thriller è mischiato ad un sottile ma riuscito umorismo inglese, però alla fine manca qualcosa a livello di sceneggiatura...

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Da qui il 7 e non un voto più alto.

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Ultima risposta 28/07/2007 00.37.26
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