il grande sogno regia di Michele Placido Italia 2008
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il grande sogno (2008)

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locandina del film IL GRANDE SOGNO

Titolo Originale: IL GRANDE SOGNO

RegiaMichele Placido

InterpretiRiccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Luca Argentero, Massimo Popolizio, Alessandra Acciai. continua» «continua Dajana Roncione, Federica Vincenti, Marco Brenno, Marco Iermanò, Silvio Orlando, Laura Morante

Durata: h 1.41
NazionalitàItalia 2008
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2009

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Trama del film Il grande sogno

Il film inizia nel 1967 e si sviluppa nel '68 con una storia corale di amicizie e di amori che, ruotando attorno al protagonista, prende vita in un periodo di sconvolgimenti sociali radicali e di colossali cambiamenti del costume...

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Voto Visitatori:   4,77 / 10 (51 voti)4,77Grafico
Voto Recensore:   4,00 / 10  4,00
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Voti e commenti su Il grande sogno, 51 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

DarkRareMirko  @  07/02/2010 00:17:14
   10 / 10
Mah, non capisco la ragione di tutti questi voti bassi; Placido stà dimostrando una volta di più come ci sappia fare dietro la mdp, sfornando un film a cui non si può dire davvero nulla uno dietro all'altro.

Ottimo cast (spicca forse la new entry Luca Argentero, uno dei pochi frutti positivi del Grande Fratello a quanto pare, nonchè un convincente Scamarcio che punta tutto sull'inflessione dialettale e sull'impacciataggine) a cui solo a tratti può esser rinfacciato l'aver recitato certe sequenze in modo un pò troppo gigioneggiante (tipo le prime parti delle rivolte studentesche), ottima direzione, ottima regia, fotografia impeccabile, ottima idea di base dietro al tutto.

Il punto di riferimento pare essere La meglio gioventù, qui molto ben imitata, pure con vari attori che già eran presenti nel capolavoro di Marco Tullio Giordana.

Gli anni del '68 non son stati mai resi così realistici, così sentiti, così veri.

Un film che solo superficialmente potrebbe dare l'idea di esser stato realizzato in modo tutto improntato alla falsità, alla cura tecnica sul nulla ecc..

I miei complimenti di cuore alla strada intrapresa da Michele Placido.

Un 10 di incoraggiamento, finalizzato ad alzare la media, ma anche un 10 piuttosto sentito, almeno da me.

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Ultima risposta 19/09/2012 14.07.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  16/12/2009 14:44:26
   5½ / 10
Non era semplice fotografare uno spaccato di un periodo storico così importante,soprattutto se ci si è trovati a viverlo in prima persona.
Il rischio era quello far prevalere i sentimenti sulla disamina globale ,infatti al nuovo film di Michele Placido,cui non difettano passione e sincerità,manca una vera forza compositiva,minata da una descrizione troppo disorganica determinata da un ammasso di avvenimenti mai approfonditi con la dovuta perizia.
Viet-nam,Che Guevara,Nixon,le rivolte studentesche,sono meteore che transitano tra i ricordi del regista,impegnato nell’affiancare al quadro storico un intreccio amoroso complessivamente debole.Che una sintesi delle vicende peculiari fosse inevitabile è assodato,ma qui siamo più dalle parti di un ritratto confuso che in un quadro ben delineato.Anche le situazioni che si dipanano sullo schermo sono spesso prive dell’intensità richiesta da un’opera così personale,in alcuni casi si scade nella mediocrità ,soprattutto a livello verbale,molti discorsi sono spiattellati con faciloneria,sembrano posticci,fittizi,come i dibattiti degli attuali leader politici.Placido inoltre si affida a discutibili scelte di regia nelle scene più movimentate,alternando fastidiosi ralenty a sequenze eccessivamente caotiche.
Nel complesso il film ,pur non brillando,si lascia seguire finchè incentrato su un quadro generale,nel momento in cui vira nelle vicissitudini del nucleo famigliare sbanda paurosamente e il già poco interesse scema, lasciando spazio ad una conclusione più adatta ad una melensa fiction televisiva.
Quanto meno ha il merito di mettere in luce un periodo,ahimè, lontano anni luce dal nostro,in cui l’attaccamento agli ideali era molto radicato.

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Ultima risposta 17/12/2009 14.08.12
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zeta  @  25/09/2009 10:44:20
   6 / 10
Do 6 perché a me placido come regista ha sempre fatto schifo, ma stavolta il risultato non è bruttissimo. Il film è anche fatto benino, peccato che sia abbastanza inutile da un punto di vista dei contenuti, nel senso che non offre punti di vista o spunti nuovi alle riflessioni sul 68. Sono i soliti ragazzini borghesi che abbracciano l'ideale comunista. Alcuni personaggi non sono costruiti bene: mentre Scamarcio e Trinca muovono dai punti di partenza ed evolvono durante la storia, Argentero resta immobile, senza spostarsi minimamente. In definitiva, comunque, un piccolo passo avanti per Placido in regia. Se si togliesse questa patina di regista d'autore, quale non è, forse sarebbe ancora meglio.

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Ultima risposta 27/09/2009 07.46.55
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Allen_I  @  19/09/2009 10:56:05
   5½ / 10
Un film troppo scontato.....risse e scioperi...risse e scioperi....solita storia sul 68.

Alcune buone idee ma non si riesce a mettere insieme un film diverso dal solito...sempre la stessa roba

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Ultima risposta 04/10/2009 14.32.31
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Luca Pepas  @  18/09/2009 17:06:11
   3 / 10
E' con questi film che muore, inesorabilmente, il cinema italiano.

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Ultima risposta 29/09/2009 10.31.39
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polarsun  @  14/09/2009 18:41:50
   10 / 10
Parlo da prevenuto su Scamarcio e sul '68.

So che c'è chi entra nel merito delle vicende storiche, che non conosco a fondo, come forse tutti. Dal punto di vista del film è riuscito:

- a non annoiarmi mai
- ad avere un realismo nei vestiti/modi/ambientazioni di quegli anni
- a rappresentare chi era per e chi era contro qualcosa
- a trovare spunti di conciliazione persino tra visioni della società completamente differenti
- molto belle le scelte musicali, poche e nei momenti giusti
- ad allontanarsi talvolta dai temi politici, forse per questo non riesce ad annoiare..un documentario stile Che sarebbe stato terribile

mi dispiace non trovo difetti..un bel 10!

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Ultima risposta 17/09/2009 16.59.17
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  12/09/2009 13:41:40
   7½ / 10
NOn condivido la durezza dei commenti precedenti, penso anzi che sia una gradita sorpresa, perchè avendo letto i nomi del cast e una storia sul '68 temevo venisse fuori un film tv mal recitato, patinato e retorico. Invece Placido, grazie alla componente autobiografica (il personaggio di Scamarcio è Placido, che fu poliziotto ventenne appassionato di teatro nel 1968 ) riesce ad essere fortemente sincero e coerente. Non credo pecchi di ingenuità, perchè non va visto con gli occhi della situazione odierna, in più c'è da dire che non è affatto tenero verso i ragazzi che a volte si lasciarono andare contro tutto e tutti indiscriminatamente (vedi il rapporto con la famiglia che predica null'altro che il valore dell'onestà nel rapporto genitori-figli e l'insegnante di recitazione). La regia è forte e sicura, la migliore del regista-attore pugliese, e incredibile ma vero anche Scamarcio riesce a essere all'altezza del personaggio migliore. Non è patetico, anzi è fortemente sentito. Non il solito film sul '68, è un film da cinema. Bellissima la sequenza finale che va oltre il contesto generale per immettersi nella tragedia personale. Apparizioni per Silvio Orlando, Laura Morante, Anna Teresa Rossini, Tatti Sanguinetti e l'amico mio Marco Trebian

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Ultima risposta 29/09/2009 15.10.21
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  10/09/2009 18:29:28
   4½ / 10
Il giudizio conclusivo lo anticipo all’inizio: un gran pastrocchio*.
Difficile reperire un racconto sul ’68 più piatto e stereotipato di questo: una sorta di elenco cronologico di eventi raccontati con totale quanto rara assenza di qualsivoglia approfondimento, fosse stato quello propriamente storico o quello concernente i caratteri e l’aspetto “privato” dei personaggi del film.
Non ci si fa mancare nulla, partendo dalla morte del Che e, passando per l’occupazione delle Università romane complete di scontri di Valle Giulia, si approda alle lotte dei braccianti agricoli di Avola agli scioperi operai nelle fabbriche del nord: un ’68 che definire da cartolina rende a malapena il deserto di emozioni nel vedere muoversi sulla scena coloro che dovrebbero essere i protagonisti appassionati di un momento di profondo cambiamento e della cui intensità qui rimane nemmeno la cenere. (Per inciso, pure qui non se ne salta uno: dal prete operaio al poliziotto di umili origine correttamente pasoliniano, al leader belloccio, al giovane che cova i primi semi della violenza politica e via collezionando nemmeno fosse stato da completare l’album delle figurine Panini).
Dialoghi per nulla credibili e situazioni forzate completano un quadro già annoiante nei primi dieci minuti, mantenendone coerentemente il livello fino alla fatidica parola fine, senza peraltro evitare allo spettatore stravaccato sulla poltrona picchi di insofferenza che trascende in acuta irritazione durante i contrappunti ricercati e banalissimi tra esperienze personali e momenti sociali


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Credo di aver sprecato anche troppe parole per un film decisamente mediocre che nulla dice né a quelli che quel periodo l’hanno in qualche modo conosciuto, ma nemmeno ai più giovani ai quali consiglierei vivamente di starne alla larga.


Pastrocchio* è marchio registrato: qualsiasi forma di pirateria sarà punita severamente in base ai termini di legge.

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Ultima risposta 29/01/2010 19.15.14
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  10/09/2009 17:12:51
   4 / 10
"Il grande nulla" inizia citando "Marcia trionfale" di Bellocchio (con Placido, sempre a proposito di autobiografia) e acclamando pure le immagini di "I pugni in tasca". Cosa avrebbe potuto diventare questo film in mano a un Bellocchio o un Sorrentino? Sicuramente ci avrebbe guadagnato non poco... il 68" raccontato (almeno nelle prime immagini) con un libro di Moccia in mano, in una sorta di fiction che lascia esterefatti per mancanza di idee, per falsità (non solo ideologica), per superficialità narrativa... fa bene Placido a citare l'orripilante "Piccoli maestri" di Luchetti, perchè siamo sulla stessa falsariga...
Invece la (sua) Meglio gioventù è odiosa non meno del poliziotto pasoliniano di Scarmarcio, che arriva a condividere gli ideali degli studenti senza pensare al falso ideologico che genera (soprattutto nel ricordo della Diaz di recente memoria vero?).
Il risultato è davvero tremendo: quando il meccanismo si inceppa e gli odiati genitori di Laura tornano al ruolo prefisso (in un epilogo conformista e stucchevole), quando vengono riabilitati dal "santino" di Placido, il film riesce paradossalmente a dire qualcosa di meglio.
Ma a dire cosa, alla fine? La spocchia di Laura, l'estabilishment culturale della professoressa Morante, il vuoto militante di Libero/Argentero, o magari il suo sedere ampollosamente in primo piano per plaudire alla libertà sessuale di quei (formidabili) anni?
E quel che è peggio, è la banalità del linguaggio, o di verità storica, con quel 68 che si trasforma nella lotta armata nel modo più convenzionale e plausibile di tutto: è certo che, con i presupposti falsi di questi film, un nuovo 68" in Italia non avverrà mai.
Per lo meno Placido e la sua fiction hanno dato vita a questa consapevolezza

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Ultima risposta 11/09/2009 01.36.23
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