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Nonostante angoscia e inquietudine caratterizzino la pellicola per tutta la sua durata, il film non si presenta come un classico horror, tende, al contrario a ricreare una dimensione continuamente in bilico tra l'onirico ed il reale, il cui obiettivo non è quello di trasmettere paura o tensione, ma solo disorientamento e conseguente angoscia. Pertanto il Vampiro di Dreyer è totalmente diverso dagli altri, si presenta, infatti, più come una perenne ed inquietante sensazione che come il classico Signore del Male affascinante e tentatore (che personalmente preferisco). Tale risultato viene raggiunto grazie ad una calma quasi insostenibile, al contrasto accecante tra nero e bianco, alle anime in pena che, sottoforma di ombre (elemento fondamentale), aleggiano ovunque e ad alcune trovate geniali quali le ombre che si staccano dal corpo che le riflette prendendo "vita" o la asfissiante scena del trasporto nella bara.