Un prete, dopo anni passati in varie missioni umanitarie, si ritrova alle prese con una famiglia molto più disastrata di quando l’aveva lasciata, e soprattutto con una ragazza che lo costringerà a mettere sé stesso e la propria fede in seria discussione.
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E' da apprezzare lo sforzo di Verdone nel tentare di oltrepassare il muro rappresentato della sua comicità storica andando alla ricerca di una commedia di stampo più europea. In tal senso (come sostengo da tempo) il suo lavoro più riuscito resta "Maledetto il giorno che ti ho incontrato". Quest'ultimo film cerca di staccarsi dalle sue ultime (e mediocri) uscite e ci riesce, purtroppo, solo parzialmente. Se da un lato è appunto da apprezzare la volontà di fare una commedia di più ampio respiro, dall'altro questa comporta difficoltà, soprattutto nella sceneggiatura. I tempi di questa storia non sono eccellenti. L'inizio è divertente, ma poco dopo si perde in una parte che gira a vuoto; poi il film pare riprendersi, per poi perdersi in un finale frettoloso e banalmente retorico. Rispetto ad un Allen, Verdone sottovaluta la parte interiore del personaggio. Il divario interiore è solo accennato e poi dimenticato, mentre tutto si concentra a livello interpersonale. Troppo televisivo così come anche la regia, fatta principalmente di campi e controcampi sui personaggi. Credo che Verdone non voglia rinunciare del tutto a una comicità macchiettistica che gli garantisce il pubblico. In questo modo non riesce però a svecchiare le sue situazioni comiche che alla fine risultano sempre le stesse. Bravini gli interpreti, tranne la Chiatti che è davvero scarsa; bellissima, ma scarsa.