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Una volgare rappresentazione della Passione di Cristo (che potrebbe assumere il più opportuno titolo di "Golgota trash") vista secondo gli occhi di un fascista australiano in preda alle sue manie religiose ossessive ( dichiaratamente antisemita). Il film, man mano che avanza, ci spiattella delle scene cruente e insopportabili, nonostante lo sforzo di ricreare con una certa fedeltà il linguaggio usato dagli ebrei e dai romani, con qualche scena da non scartare. Purtroppo anche gli attori sembrano non dare il meglio. Caviezel è del tutto privo del carisma che realmente possedeva il personaggio che interpreta, ovvero G.esù. La Bellucci non sa cosa ci faccia realmente lì, anche se non parla e questo è un bene. Oltretutto non esiste un barlume di spiritualità, e non può esistere in questo ammasso di scene truculente, che insistono più sulla sevizia fisica, che sul silenzio, sulla riflessione, sul dolore e le lotte interiori di G.esù, che sta per essere portato al patibolo. Hitchens diceva che si tratta di "un esercizio omoeroico sadomasochistico", e appoggio pienamente la sua definizione.