la rabbia di pasolini regia di Pier Paolo Pasolini, Giovannino Guareschi Italia 2008
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la rabbia di pasolini (2008)

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locandina del film LA RABBIA DI PASOLINI

Titolo Originale: LA RABBIA DI PASOLINI

RegiaPier Paolo Pasolini, Giovannino Guareschi

Interpreti: -

Durata: h 1.23
NazionalitàItalia 2008
Generedocumentario
Al cinema nel Settembre 2008

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini
•  Altri film di Giovannino Guareschi

Trama del film La rabbia di pasolini

Ipotesi di ricostruzione, per mano di Giuseppe Bertolucci, della versione originale del film. 1963. I cinegiornali Mondo Libero di Gastone Ferranti e i materiali reperiti in Cecoslovacchia, Unione Sovietica e Inghilterra diventano, per Pier Paolo Pasolini, la base per dare vita ad un'analisi lirica e polemica dei fenomeni e dei conflitti sociali e politici del mondo moderno, dalla Guerra Fredda al Miracolo economico, con un commento diviso fra una "voce in poesia" (Giorgio Bassani) ed una "voce in prosa" (Renato Guttuso). Mentre Pasolini è al lavoro in moviola, il produttore, forse per scrupoli politici o forse per motivazioni commerciali, decide di trasformare il film in un'opera a quattro mani, affidandone una parte a Giovannino Guareschi, secondo lo schema giornalistico del "visto da destra visto da sinistra". Pasolini reagisce con irritazione a quella coabitazione forzata, ma alla fine accetta e rinuncia alla prima parte del suo film per lasciare spazio all'episodio di Guareschi.

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Voto Visitatori:   7,50 / 10 (8 voti)7,50Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su La rabbia di pasolini, 8 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/10/2008 19:52:29
   6½ / 10
Trafitto, lapidato, sconfitto, esiliato, eliminato, occultato, censurato probabilmente Pasolini è morto davvero in circostanze ben diverse da quelle che tutti osano riconoscere... sarebbe divertente sapere cosa sarebbe oggi un film come questo, in anni di conformismo imperante, dove la figura dell'intellettuale "scomodo e oltranzista" (ehm radicale nella sua foga al punto di svilire anche il nostro bisogno di frivolezza, da comuni mortali... chiuso nella sua illuminata inquietudine) non solo è del tutto scomparsa, ma è tremendamente antitetica e poco cool.
Penso a "quel tempo che fu una... vittoria che vinse vinti e vincitori" (cfr) oppure alla "verità che è diventata un dolore", ed esprime la summa di tutte le coscienze del XX Sec. o dell'intera storia moderna dell'umanità, persa tra i meandri della morte e il bisogno di guerra, di religione/spirito prefabbricato ("L'oscurità della coscienza non richiede D.i.o bensì le sue statue"), pure di illusioni rivoluzionarie tardive, di nostalgie monarchiche, di miti sopraffatti (Marilyn) "uccisi dalla loro inutile bellezza".

A dire il vero, il film non è più di un attendibile documento ma ascoltare una "voce" come la sua, di questi tempi, è un pò come trovare il Sacro Graal originale nella soffitta di casa.

"La rabbia" soffre di un certo didascalismo, a tratti l'uso della poesia combinato alle immagini, per quanto evocativo, è prolisso, e il montaggio risulta inevitabilmente frammentario e schematico: ma non è per i suoi meriti tecnici che "La rabbia" merita una visione, tutt'altro.

C'è qualcosa, come negli episodi inediti di "L'aria del tempo" (e l'esilarante parodia del cinema di Pasolini nella Rai dell'epoca) che costituisce un'emblematico esempio delle radici del NOSTRO tempo: la contemporaneità sfugge a tutti i controlli, diventa enorme carosello di qualunquismo, dove è lecito appiattire ogni realtà: bene, male, giusto, sbagliato, impegno, frivolezza, rendendo appunto banale (obsoleta) ogni ricerca di verità, e vana ogni speranza di libertà espressiva dell'individuo.

E' un film irrisolto, persino fastidioso a tratti (ripeto: non riesco a plaudire incondizionatamente chi condanna anche i nostri sacrosanti "bisogni di stupidità") ma che testimonia la fine illeggittima dell'indignazione umana, nazionale e universale.

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/10/2008 18.45.56
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