Il tribuno Marcello viene destinato in Palestina. Assiste così all'ingresso di Gesù a Gerusalemme, quindi alla sua crocifissione al termine della quale, giocando ai dadi, si aggiudica la tunica del Redentore. Da quel momento la sua vita cambia, anche grazie al servo Demetrio, cristiano convinto.
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un altro classico che riguardo sempre con piacere nel periodo pasquale, non è tra i film più famosi o citati (anche perchè pochi anni dopo da questo film verrà realizzato quel capolavor dei dieci comandamenti) ma la storia che ruota a torno alla tunica di gesù che fa affiorare il senso di colpa nel romano che lo ha crocifisso mi ha sempre affascinato. con i 10 comandamenti ha in comune i difetti (la recitazione teatrale) ma anche i pregi (una ricostruzione storica mastodontica)
Non tra i peplum più celeberrimi (o forse ignoranza mia che non lo conoscevo), ma secondo me uno dei migliori. All'epoca lo sfondo romano-giudaico con la figura di Gesù in sottofondo andava molto di moda nel cinema, ma l'originalità di questo film sta proprio nella tunica, che è la protagonista involontaria e immateriale. Nonostante gli anni risulta ancora molto avvincente, appassionante, coinvolgente, con scene di grande carica emotiva grazie anche a delle musiche importanti e cariche di intensità.
Mi sono piaciute molto le interpretazioni di Richard Burton e dell'attore che interpreta Caligola. Chiaro che è un cinema d'altri tempi, ma nel suo genere è tra i più riusciti e meglio invecchiati.
A mio avviso LA TUNICA è, tra i kolossal a sfondo religioso, uno dei meno appassionati e meno avvincenti. Se sotto il profilo realizzativo si ha poco da obiettare, nonostante alcune inquadrature con i fondali palesemente finti, sotto l'aspetto emozionale invece non è riuscito a coinvolgermi in maniera totale, colpa forse delle prove interpretative, non tutte capaci di infondere emozioni con forza e sentimento. Lo considero comunque un lavoro discreto, capace di offrire al pubblico una visione lineare e senza cali di sorta, anche se, personalmente, preferisco altri film sullo stesso genere.
Diversi film sono stati girati sul tema storico/cristiano. Una storia spesso fantasiosa, come Ben Hur, Quo Vadis... Film in cui la realta' storica e' spesso marginale, ma ugualmente di sicuro effetto e bellezza. La tunica e' uno di questi, poco importa allora se sia piu' una storia fantastica, il film funziona ed emoziona ancora oggi, magari non per tutti, ma per chi ama i buoni sentimenti e soprattutto non ha smesso di credere in Dio.
Il tribuno Marcello Gallio viene inviato in Palestina per via dei suoi dissapori con il futuro imperatore Caligola; in quella terra desolata, accompagnato dal servo Demetrio, egli partecipa all'esecuzione di un certo nazzareno e in seguito vince la tunica di quest'ultimo al gioco di dadi... Il 1953 viene convenzionalmente considerato come un anno di svolta nella storia del cinema, l'anno in cui esso inizia a rispondere alla progressiva perdita del suo pubblico ad opera della dilagante televisione, e questo nell'unico modo che può concepire: aumentare il sense of wonder. La tecnica più rivoluzionaria ed efficace in tal senso è quella del formato panoramico, o widescreen, che ben presto andrà a differenziarsi in innumerevoli varianti, dal Panavision al Vistavision della Paramount al Cinerama ideato dalla Fox, che tra l'altro è anche la prima versione in assoluto utilizzata anche qui. Il maggiore spazio da catturare sullo schermo è un ottimo pretesto per attirare gente in sala con la giustificazione di un maggiore grado di spettacolarità visiva, impossibile da catturare nello schermo di un televisore, e tale diventerà il maggiore elemento di attrattiva del cinema e il suo cavallo di battaglia per circa un decennio, prima che nuove idee e altri cambiamenti sociali sconvolgano di nuovo la situazione; e quale genere migliore per testare l'efficacia del formato panoramico dell'epico/storico? Da poco era stata inaugurata la tradizione della cosiddetta "Hollywood sul Tevere", con produzioni di stampo storico prodotte in loco nella penisola italiana e nei dintorni con il notevole ausilio degli studi di Cinecittà, della manodopera locale e dei paesaggi del posto; "La tunica" rappresenta uno degli esempi più famosi di questo filone, non fosse altro che per la sua assidua presenza in televisione nel periodo pasquale. Ma ad eccezione della novità del formato panoramico, ammetto che c'è poco di veramente memorabile. Come primo esempio della nuova tecnica, il film si difende ancora bene: pur non possedendo la maestria o il livello di grandiosità di prodotti futuri, si hanno anche qui delle viste spettacolari, con tanto di ottima fotografia e scenografie e costumi sfarzosi e ben dettagliati (non è difficile vedere per quale motivo hanno vinto l'Oscar quell'anno). Il cast se la cava, anche se il loro stile di recitazione non è esattamente il massimo, forse perché datato e impantanato nei classici cliché dell'epoca e del genere di storia: Richard Burton ha l'aria di uno che per tutto il tempo aspetta con pazienza che gli compaia l'aureola da santo intorno alla testa, Victor Mature non è migliorato dai tempi di Sansone, mentre la Simmons si abbandona ai soliti sospiri e lamenti melodrammatici senza un minimo di variazione. L'unico a vivacizzare un po' la situazione è Caligola, una sorta di Nerone di "Quo vadis" per i poveri, strillone, sopra le righe e con un perenne ghigno famelico in volto (giova parecchio in tal senso la sua voce italiana, Stefano Sibaldi). Anche la storia, sebbene sia valida sulla carta, precipita spesso nel manierismo e nel dramma facile, complice anche una regia competente ma nella norma che rende il tutto melenso e si affida a facili trucchi per fare presa sul pubblico,
L'esempio più lampante è quando Demetrio si imbatte in un uomo disperato per le vie di Gerusalemme, il quale va lamentandosi di aver tradito un innocente. Lo schiavo gli chiede il nome, questi si allontana di qualche passo, poi si volta e, con voce grave, annuncia: "Giuda". Un attimo dopo, romba il tuono e scoppia un fulmine. E' quel tipo di drammaticità, per intenderci.
fra i quali c'è anche il finale drammatico-ma-non-proprio, con cori angelici e musica trionfale; se non fosse per un paio di ben realizzate scene d'azione, qualche dialogo ben scritto
Il discorso di Tiberio sul combattere una "religione di pazzia" con un pazzo è intrigante.
e per l'impianto spettacolare che rimane comunque una gioia per gli occhi, le due ore e dieci di durata sembrerebbero il doppio. In ogni caso, il carisma degli attori e il fascino vintage tipico dei prodotti di quest'epoca classica hanno impedito al film di invecchiare eccessivamente, e a conti fatti, "La tunica" offre ancora oggi un intrattenimento abbastanza solido da renderlo convincente, seppure fondamentalmente innocuo.
Film che ogni tanto passano su R4 nel periodo pasquale, assieme ad altri peplum del periodo ( Il Re dei Re, I dieci comandamenti, Cleopatra, Ben Hur, I gladiatori, Sinhue l' egiziano, La Bibbia, Spartacus ecc...). Negli anni '50 e '60 era uno dei generi che andava per la maggiore ed anche in questo caso il periodo di riferimento è quello della passione del Cristo. Va riconosciuta inoltre l' importanza della pellicola, per essere stata la prima ad essere girata con la tecnica Cinemascope dalla Fox. E' datata ovviamente ed effetivamente pur nella tragedia cerca comunque di tenere stretta ad essa quell' alone di "perbenismo" tipico di quegli anni. Scenografie curatissime ma soprattutto costumi ( hanno vinto gli Oscar di categoria) che nulla hanno da invidiare a quelle degli ultimi film del giorno d' oggi. Cast di spicco nella quale emerge il grande Richard Burton nei panni di Marcello Gallio, che da tribuno della fede pagana si convertirà al Cristianesimo, fino a divenirne un martire, la bellezza della diva Jean Simmons, habituè nei film a carattere storico che seguirà le orme dell' amato, Victore Mature invece è il servo di Marcello. Da citare per bravura pure Jay Robinson nei panni del despota Caligola. Veramente ottimo il doppiaggio. Certo, al giorno d' oggi potrà risultare un pò noiosetto in alcuni frangenti, lento nel raccontare l' evolversi della storia o ancora potrà far venire due maroni per l' abuso del tema trattato o per l' eccessiva durata ( 2h 10 min) che comunque non è molto....., però una volta ogni tanto fa sempre piacere riscoprire i kolossal ed i classici di un tempo. Parlo per me.... Non è il mio genere preferito però è largamente meritevole di un bel votone.
film eccellente..è figlio del suo tempo, certamente, ma è assolutamente originale e fa sempre vivere emozioni fortissime ogni volta ke lo si vede..certo, è un genere molto circoscritto, o piace o nn piace.il migliore in assoluto tra la miriade di film storico-cristiani prodotti da hollywood negli anni 50
Film mitologico molto datato ma specchio di una realtà sociale, quella occidentale degli anni '50, ancora facimente attratta dai miti storico-cristiani. Film ieratico, ritualista, perbenista, principi etici in gioco molto semplici e dualisti nonché ambigui. Film con immagini pregevoli, scene curate e ricche di particolari significativi che allontano molto le riprese da una forma telefilm. Grandi mezzi. Splendido per giovinezza e ruolo Burton.