l'uomo che verra' regia di Giorgio Diritti Italia 2009
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

l'uomo che verra' (2009)

Commenti e Risposte sul film Recensione sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film L'UOMO CHE VERRA'

Titolo Originale: L'UOMO CHE VERRA'

RegiaGiorgio Diritti

InterpretiAlba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi, Eleonora Mazzoni, Orfeo Orlando, Diego Pagotto, Tom Sommerlatte, Bernardo Bolognesi, Stefano Croci, Zoello Gilli, Germano Maccioni, Tim Jacobs

Durata: h 1.57
NazionalitàItalia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2010

•  Altri film di Giorgio Diritti

Trama del film L'uomo che verra'

Inverno, 1943. Martina, unica figlia di una povera famiglia di contadini, ha 8 anni e vive alle pendici di Monte Sole. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare. La mamma rimane nuovamente incinta e Martina vive nell'attesa del bambino che nascerà, mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile, stretti fra le brigate partigiane del comandante Lupo e l'avanzare dei nazisti. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il bambino viene finalmente alla luce. Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   7,69 / 10 (60 voti)7,69Grafico
Miglior filmMiglior produttoreMiglior sonoro
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior film, Miglior produttore, Miglior sonoro
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su L'uomo che verra', 60 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  

Larry Filmaiolo  @  31/01/2011 19:18:18
   5 / 10
per quanto riguarda lo standard attuale dei film italiani è al di sopra della media. Ma non mi è piaciuto lo stesso. Già perchè io quando guardo film come questo vedo la cura con cui è stato realizzato, la pretesa di realismo (vedi dialetto) e veridicità storica, l'intento di commuovere (bimba prete strage ecc).. ma alla fine non mi rimane nulla. Nulla se non la sensazione di aver assistito a qualcosa di già visto e stravisto. E' inutile dire "ah bisogna apprezzarlo perchè è la cronaca di una strage impunita". Di stragi impunite ce ne sono a iosa. Alcune vengono perfino portate discretamente al cinema. Ma i Tedeschi disumani li ho già detestati troppe volte. Le tenere bambine anche. Avrei apprezzato di più il film se si fosse spinto ad una critica più aperta ai partigiani e se non si fosse fossilizzato sulla rappresaglia dei Nazisti sempre sp*ttanati in 40 anni di cinema.
In chiusura un film anonimo che ho trovato abbastanza spoglio e inconcludente. Per di più noioso e lentissimo.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/02/2011 15.03.05
Visualizza / Rispondi al commento
shervin90  @  29/05/2010 03:58:48
   7½ / 10
Buona pellicola.
Il tempo trascorre lentamente anche per i personaggi; non è di certo questo un punto a sfavore.
Fotografia appassionante, abbastanza bravi gli attori (nel complesso), ma Martina (Greta Zuccheri Montanari), la bambina protagonista, è incredibile... "i suoi sguardi parlano più di migliaia di parole, la sua integrità non solo fisica è veramente eroica e ci dice che si può restare innocenti e puliti anche in mezzo a torrenti di fango" (LukeMC67). Notare quando il padre si accuccia come un bambino sotto l'albero e come per contrasto Martina corre con il bimbo in braccio.
Particolarmente brava anche Alba Rohrwacher, nel film la zia di Martina.
La questione della lingua: il bolognese nel film, non è bolognese... è quasi un altro dialetto, dai!
Il mio voto è 6.5/10, rapportato come sempre (ovviamente) al cinema mondiale: film da vedere, buonissimo in tutto, ma la storia non aveva un gran potenziale. La sufficenza piena è meritatissima, ma ho cercato di non essere condizionato dalla fine di questa storia vera, dall'uso "massiccio" di bambini che porta ad "odiare" perfino il regista. Avessi considerato questo (e non mi sembrava/sembra giusto farlo) mezzo voto in più se lo prendeva.
Poi c'è il finale del film: bene, arrivati ai ringraziamenti e ai titoli di coda, il 7.5/10 se lo merita tutto. :D
Complimenti. A tutti.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/05/2010 11.07.32
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  05/05/2010 15:00:17
   8½ / 10
La guerra di chi subisce e non può comprendere osservata dagli occhi innocenti di una bimba,la bravissima Greta Zuccheri Montanari ,in spasmodica attesa del nuovo fratellino (l'uomo che verrà del titolo),o quelli schietti di una comunità contadina isolata dal resto del mondo,esclusivamente consacrata ad un lavoro massacrante ed atavico.L’invasione tedesca la si accetta,non senza rassegnazione ,tant’è che qualcuno imbraccia il fucile e decide di combattere,ma per il resto la vita sembra scorrere tranquilla.Giornate frugali,fatte di sacrifici e piccoli gesti finalizzati a un’onesta sopravvivenza,esistenze umili di gente che si ritrova suo malgrado all’interno di un conflitto di cui non può neppure interpretare la portata.
La follia dell’uomo è in agguato,la strage di Marzabotto,un atto di vigliaccheria e violenza aberrante viene raccontato tramite le commoventi immagini di Giorgio Diritti,autore di gran livello che conferma quanto già mostrato con “E il vento fa il suo giro”,altro film ambientato in una piccolo collettivo agreste.Il regista affronta con grande rigore narrativo e morale un tremendo fatto storico avvenuto durante della seconda guerra mondiale,utilizza il dialetto(sottotitolato) dei luoghi per rendere ancor più scrupoloso il suo racconto in memoria di vittime che tornano ad assumere fattezze umane,non più sottintese in anonime e impressionanti cifre,rendendo così ancor più reali quegli innocenti cui venne tolto barbaramente il diritto alla vita,mettendoci di fronte ad un orrore insostenibile facendo entrare in collisione la poetica legata all’ambientazione rurale con la ferocia umana.Diritti ricorda con rispetto e pudore,non insiste sui particolari più crudeli,sposta la macchina da presa disgustato, incapace di essere latore di tali crimini e pur evitando una messa in scena troppo esplicita coinvolge emotivamente lasciando più volte senza fiato.
Grande lavoro di Diritti e ottimo esempio della vitalità di certo cinema nostrano a volte un po’ troppo frettolosamente bistrattato.

2 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2010 17.13.14
Visualizza / Rispondi al commento
shootingfilm  @  23/02/2010 14:46:35
   3 / 10
Beh è facile dire che questo è un bel film, quando si parla della "memoria" e di tutta la tragicità che ha caratterizzato il periodo della gurra (come tutte le guerre) , mamio l'ho trovato particolarmente RUFFIANO, uso a chili di bambini anche inutilmente, bambina "MUTA" giusto per far intenerire di più i cuori..... ma la cosa che più mi fa impazzire è che pee realizzare il film, hanno avuto 3.700.000 euro..... e vi garantisco che per gli effetti che ci sono, un aereo che passa e 4 parracaduti che scendono, per le auto d'epoca che ci sono, 2 o 3 al massimo, per la recitazione in uno pseudo-bolognese, io sono di BOLOGNA e parlo e capisco il dialetto, quello che parlano nel film è una caricatura...... direi che se hanno speso 2.000.000 di euro sono stata larga, allora mi domando, dove sono finiti gli altri soldi???? Come mai si fanno sempre meno produzioni cinematografiche italiane e quelle che si fanno, con i "NOSTRI" soldi, visto che il MINISTERO ne ha dati tanti..... se ne intscano quasi la metà????
Un film meraviglioso??????????????????????????????? MAH

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

12 risposte al commento
Ultima risposta 15/03/2010 17.07.20
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  22/02/2010 11:40:36
   6 / 10
Abitare le stanze vuote, colmare il silenzio e il vuoto che resta. E' questo l'aspetto più pregevole del film, che per tanti altri versi invece si perde in direzioni che non sa o non vuole trovare.
Al centro del racconto di Diritti vi è una comunità montana, contadina, simbolicamente rappresentata da una famiglia allargata dai nonni ai nipoti e della quale si sottolinea il carattere fortemente matrilineare. Diritti ne fa un quadro antropologico, posto di fronte alla catastrofe della guerra e all'apocalisse della strage, dello sterminio pianificato.
E' una strage degli innocenti quella di Marzabotto e del Monte Sole. Di riflesso, quello che Diritti pone a fondamento del suo racconto è un "innocentismo" quasi concettuale, assoluto. Ed è qui, a mio avviso, che fallisce, perché cade in una sorta di trappola morale della Storia. Il film è pervaso da una visione quasi manichea tra l'innocenza assoluta e la corruzione/abiezione dell'uomo, persino nelle figure che sembrerebbero più sfumate. Ciò che lascia perplessi è proprio l'esibizione continua dell'innocenza, che si concreta nella narrazione dal punto di vista della piccola Martina. Non a caso nel film un ruolo preminente è affidato proprio ai bambini. Diritti pone nelle parole (scritte) di Martina un concetto di innocenza rispetto alla guerra che sembra, invero, appartenere poco alla stessa bambina, ma molto all'idea di innocenza dei bambini che hanno di loro gli adulti di oggi. E', per così dire, un'innocenza d'ordinanza forse poco realistica nel concreto. Ché i bambini sapevano cos'era la guerra, ne erano pienamente coinvolti, sapevano chi combatteva chi e perché. Talvolta erano anche diretti, attivi protagonisti della guerra, già schierati più o meno consapevolmente. Nemmeno il bambino discolo/partigiano di Calvino è così innocente di fronte agli eventi.
Nel film, poi, non ci sono adolescenti: i ragazzi o sono bambini o sono giovinetti già pronti per imbracciare le armi e fare i partigiani. Su questi aspetti, più che il realismo (storico-antropologico), non mi convince proprio l'impostazione ideologica: un eccidio di proporzioni spaventose come quello di Marzabotto, nel quale sono state sterminate quasi scientificamente centinaia di civili inermi, non ha bisogno della sottolineatura dell'innocenza delle vittime. L'orrore si spiega da solo. E questa sottolineatura mi arriva quasi come una giustificazione dell'opera stessa di fronte alla Storia, come se la si temesse, come se si chiedesse il permesso alla Storia di raccontarne gli orrori, col timore di sbagliare.
La questione del realismo, però, non è secondaria. Se si vuole rappresentare un microcosmo umano in senso naturalistico, non si può sospendere lo stesso realismo su altri aspetti, anche se questa sospensione dovesse essere funzionale alla narrazione e all'obiettivo che si vuole raggiungere. Mi riferisco in particolar modo alla rappresentazione dei partigiani. Nel film non si sa bene come trattarli, quasi fossero delle figure imbarazzanti nell'economia del racconto. Non si capisce se essi siano un corpo estraneo alla comunità rappresentata, al pari dei tedeschi, o se ne siano parte integrante (come sembrerebbe da taluni passaggi del film e dall'uso del dialetto che antropologicamente lega i partigiani alla popolazione), ma dai quali prendere le distanze perché essi usano lo stesso "linguaggio" dei tedeschi, cioè quello della violenza, della crudeltà, della guerra. In questa semplificazione storicistica, nel film non si vedono i fascisti, se non nella figura del podestà, in un brevissimo passaggio iniziale. E questo è un fatto quanto mai singolare in un film che cerca col realismo (sì, poetico) di rinsaldare i fili della memoria.
I partigiani sono rozzi e violenti, il reclutamento nelle proprie fila assomiglia più a un rito d'iniziazione che altro, rito in cui si testano già le capacità combattentistiche e la fedeltà ideologica o si vagliano i sospetti di spionaggio. Creando in tal modo un'immagine dei partigiani come pistoleri disorganizzati e folkloristicamente invasati. Passi la rozzezza di molti, persino la violenza, che visto il contesto bellico appare del tutto naturale, ma che fossero degli sprovveduti è un po' difficile da accettare. Forse poteva accadere alle prime sparute e spontanee formazioni negli ultimi mesi del '43, ma non sempre. Il loro capo, Lupo, è poi una figura sfuggente, slegata dalla sua comunità, una sorta di bounty killer da film western. Fosse stata questa la Resistenza, sarebbe stata sgominata in un batter d'occhio. Mentre sappiamo quanto le bande partigiane fossero militarmente organizzate e quanto trovassero forza e sussistenza proprio nel senso di appartenenza alle comunità d'origine.
Quando il partigiano, davanti agli occhi di Martina, ammazza a sangue freddo il tedesco, la semplificazione simbolica della violenza rischia di ridicolizzare la Storia, ancorchè morale, militare della Resistenza: è difficile che i partigiani si attardassero a far scavare una fossa da un tedesco catturato per poi ammazzarlo: è una cosa che proprio non fa parte della condotta militare partigiana, ché basava le proprie azioni sulla velocità d'esecuzione (non avendo altro – in senso militare – a proprio favore). La crudeltà e il sadismo i partigiani proprio non se li potevano permettere. Non fosse altro che i tedeschi, quando catturati, erano un prezioso bottino per lo scambio di prigionieri.
Il distacco fisico dei partigiani al momento della strage è visto come una colpa, un po' vile, quasi fossero spettatori estranei – e inerti – di un massacro al quale, in qualche modo, essi stessi hanno contribuito. Come se quelle donne straziate non fossero le loro madri, le loro sorelle, fidanzate...
In generale, ho l'impressione che nel cinema di questi ultimi anni, i partigiani e la Resistenza non si sappia più come rappresentarli, come collocarli, ché ogni posizione potrebbe provocare imbarazzi. E tutto ciò io lo trovo assolutamente ingiustificabile.

11 risposte al commento
Ultima risposta 27/02/2010 12.18.44
Visualizza / Rispondi al commento
tenchi059  @  06/02/2010 15:45:05
   6 / 10
Lasciando perdere tutta la cricca intelletualoide che circonda lavori di questo stampo (per cui certe produzioni VANNO apprezzate ed elogiate, se no non capisci nulla di cinema) l'opera in questione non mi ha colpito né in un verso né nell'altro.
Certo che si finisce per simpatizzare per le vittime del massacro e quindi in un certo senso a farsi coinvolgere dal film, ma la cosa per quanto mi riguarda è finita più o meno qui. Lento a tratti, troppo ricercato in qualche passaggio, non mi ha comunicato granché, né mai emozionato particolarmente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/03/2010 20.09.36
Visualizza / Rispondi al commento
polbot  @  05/02/2010 14:03:13
   9½ / 10
Che dire??? Nulla.
Come Martina, che assiste all'inspiegabile di tutte le guerre, di tutte le violenze, una bimba che con tenacia "vuole" quasi rimanere estranea all'orrore che si manifesta intorno a lei, per difendere invece una nuova vita, su cui poter sperare. Film intenso e sobrio, pieno zeppo di dignità, carico di un messaggio universale, che va oltre il ben preciso contesto storico (l'occupazione nazifascista, la lotta partigiana), geografico e culturale (il mondo contadino dell'Appenninio bolognese). In poco tempo sembra di vivere in quei tempi ed essere parte di quel mondo semplice, ma vero.
Do un mezzo voto in più, perchè trattare un episodio come l'eccidio di Marzabotto era davvero rischioso. E poi la bimba che interpreta Martina è magistrale..sorprende vedere bimbi così bravi..

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2010 10.15.04
Visualizza / Rispondi al commento
forzalube  @  04/02/2010 23:30:52
   8 / 10
Dopo "Il vento fa il suo giro" Diritti si conferma ottimo autore con questo film che ha non pochi tratti in comune col precedente (l'ambientazione di montagna fra la povera gente, gli attori che recitano in dialetto).
Non ho altro da aggiungere a quanto già scritto nei commenti di chi mi ha preceduto (a parte il personaggio che se ne è uscito con un 2), ma mi preme sottolineare che Greta Zuccheri Montanari nella parte di Martina è incantevole e bravissima.
L'unico aspetto in cui il film fallisce è nella scansione temporale: fra l'inizio e la fine passano quasi 10 mesi, ma se non fosse per gli improvvisi cambiamenti paesaggistici verrebbe da pensare che il tutto si sia svolto in pochi giorni.

3 risposte al commento
Ultima risposta 27/02/2010 07.46.34
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  01/02/2010 16:57:49
   9 / 10
L'uomo che verrà è un film bellissimo: è vero, forte, intenso, sentito.
Realismo e lirismo le cifre stilistiche su cui poggia.
E' la storia dell'eccidio eseguito dai tedeschi nel '44 nei villaggi rurali del Monte Sole, ma, ancor prima di quello, ancor prima di quella strage, è la storia della gente uccisa lassù, una storia che siamo chiamati a condividere in prima persona, coinvolti nella loro quotidianità antica fatta di lavoro e fatica nei campi, una storia di privazioni e vessazioni secolari a cui solo si aggiungono quelle ultime dell'esercito tedesco, della religiosità semplice che da nulla potrà difendere.
E' un bravissimo regista Diritti (ma non solo regista, ha scritto il soggetto e partecipato a sceneggiatura, montaggio e pure alla produzione di questo progetto).
Egli fa del rigore di stile e di morale una componente essenziale del suo lavoro, sa tenere in equilibrio poesia e realtà in un film che è un vero atto d'amore, cosicché l'alchimia per noi non può che essere devastante, ci strazia il cuore e bruciano negli occhi le lacrime.
Ecco l'inizio con il lento movimento che pian piano fa emergere le tracce della strage appena consumata e poi subito dopo la bambina, emblematicamente muta (perché il silenzio è altissimo rispetto e ascolto, perché certe volte ci possono non essere parole di fronte all'orrore) che come una guida silenziosa ci fa strada in quegli anni di guerra: tutto viene raccontato con una fotografia che illumina la scena senza tracce di artificio, con i dialoghi naturali, quotidiani nel dialetto locale, una narrazione partecipata e vera, reale come una testimonianza.
Il lirismo è sempre sobrio (penso a quelle immagini dei partigiani sotto la neve o a quel prato che si riempie di lucciole subito finiti i bagliori del lontano bombardamento), le scene crude e ancora sobrie sono proposte come ne facessimo parte (facendoci provare nelle orecchie il fischio ottundente dell'esplosione): non si dà enfasi, non serve.
La vita continua anche dopo la strage, le angherie degli occupanti, ma anche una ninna nanna per quell'uomo che ora c'è: la dedica è a quelle donne, uomini, bambini uccisi e a tutti quelle genti che subiscono guerre che non vogliono.

Non lo dico mai, ma stavolta faccio un'eccezione perché mi esce proprio dal cuore: andate a vedere questo film, è giusto e meritevole venga conosciuto da tutti, a ricordarci di chi siamo figli.

16 risposte al commento
Ultima risposta 05/05/2010 14.44.15
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  31/01/2010 17:43:57
   7½ / 10
Eccellente prova di Diritti che si conferma uno dei migliori registi italiani del momento dopo l'ottimo "Il vento fa il suo giro".
Con un budget decente, dimostra di saper raccontare una storia difficile senza compromessi. Ricorda molto Olmi nei suoi caratteri freddi e nel suo distacco dai personaggi. Cinema poco viscerale, ma con pochi fronzoli e sempre molto diretto.
Ci son un paio di sottotrame abbozzate e non concluse (peccato veniale), ma la pecca del film sta in un finale troppo lungo e stancante.
Diritti dimentica la legge del profitto decrescente e continua, dopo la scena della strage, a girare per oltre 20 minuti altre scene che mostrano la crudeltà dei nazisti, ma che non aggiungono niente al film. Sono pura ripetizione. L'intensità delle scene deve andare sempre salendo, qui invece si calca la mano sempre sullo stesso livello per troppo tempo arrivando ad annoiare un po' lo spettatore.
Peccati comunque che non intaccano più di tanto l'ottimo lavoro svolto.

3 risposte al commento
Ultima risposta 01/06/2010 00.33.16
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  24/01/2010 20:06:48
   2 / 10
allora...forse sene poteva fare un cortometraggio...da quando i soldati ebntrano in chiesa etc...ma fare un film così è un'operazione antropolinguisticascassaminchia che porta all'odio!!!!a fare il tifo per i carnefici e spoerandio che ci siano carnefixi(morali, ovviamente9 per diritti e la combriccola di attoruncoli presuntuosidi cui si è circondato. spero sia altro il NOSTRO cinema.

13 risposte al commento
Ultima risposta 03/03/2010 10.55.24
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  23/01/2010 13:22:54
   7½ / 10
Ottima seconda prova di Diritti, a dimostrare che in Italia c'è un manipolo di veri autori che lotta duro, nonostante tutte le difficoltà. E' un film che riporta al vecchio Olmi, interamente parlato in dialetto, scarno, asciutto. A differenza del rigore assoluto del maestro bergamasco, il film di Diritti però pecca in un paio di cose (nello SPOILER) che a mio avviso potevano esser meglio curate, ma ciò non intacca dopotutto l'opera in sè. Anche perchè si tratta di una pellicola coraggiosa, onesta, lontana dalle fiction tv. Merita.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

6 risposte al commento
Ultima risposta 23/02/2010 01.47.29
Visualizza / Rispondi al commento
  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico


1049922 commenti su 50709 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

7 BOXESBLIND WARCACCIA GROSSACHAINED FOR LIFECHIEF OF STATION - VERITA' A TUTTI I COSTICONFESSIONI DI UN ASSASSINOCONTRO 4 BANDIERECUGINE MIEDAREDEVIL - IL CORRIERE DELLA MORTEDAUGHTER OF DARKNESSDISAPPEAR COMPLETELYDOUBLE BLINDGIRL FLU - MI CHIAMANO BIRDGUIDA ALL'OMICIDIO PERFETTOI 27 GIORNI DEL PIANETA SIGMAINTIMITA' PROIBITA DI UNA GIOVANE SPOSALE DIECI LUNE DI MIELE DI BARBABLU'MERCY (2023)NOTTI ROSSEORION E IL BUIOOSCENITA'RAPE IN PUBLIC SEASANGUE CHIAMA SANGUESPECIAL DELIVERYSUSSURRI - IL RESPIRO DEL TERRORETHE BELGIAN WAVETHE DEVIL'S DOORWAYTHE EXECUTIONTHE GLENARMA TAPESTHE PAINTERTHE WAITUNA SECONDA OCCASIONEUNA TORTA DA FAVOLAUN'ESTATE DA RICORDARE (2023)VENDETTA MORTALE (2023)WHAM!

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net