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"Il destino nel nome" è un bel film di qualche anno fa diretto dall'indiana Mira Nair,un titolo emblematico che aderisce alla perfezione al giovane Autumn Moon,delinquentello di strada nella tentacolare Hong Kong.Un nome premonitore e crepuscolare,quasi tetro,affibbiato ad un ragazzo "costretto" alla povertà e a perseguire la via più semplice e diretta,quella della criminalità. Il suo animo però non è poi così incline alla violenza,tanto che il duro dal nome poetico e ombroso decide di accollarsi l'impegno di aiutare un altro ragazzo di strada,il povero Jackie,maltrattato da tutti per il suo stato mentale.Non solo,finirà per innamorarsi e prendersi a cuore anche la sorte di Ah Ping,coetanea malata terminale in attesa di un trapianto che possa salvarla. "Made in Hong Kong " è un film dalla bellezza struggente,per nulla consolatorio, nichilista in maniera viscerale.E' il ritratto di una società violenta priva di futuro,in cui i giovani vengono abbandonati da adulti incapaci o vigliacchi. E' un film sul senso di responsabilità che piomba sul protagonista pur non competendogli,troppo giovane per caricarsi un onere come quello di aiutare i suoi compagni di (s)ventura.Moon è carnefice ma soprattutto vittima,si sottrae alla scuola,sfugge la bella assistente sociale,eppure mostra cuore e volontà che indirizzate in un altro contesto farebbero la differenza. Fruit Chan con il suo stile ispiratissimo mostra l'aspetto più deprimente di una città costituita da colate cementizie e casermoni,in cui i poveri si ammassano incalzati da debiti proibitivi.La cacofonia di quegli alveari sovrappopolati assorda,perseguita il protagonista,forse troppo puro a dispetto delle apparenze per poter sopravvivere ad una dimensione così opprimente.C'è un solo luogo in cui regna la pace,raggiungerlo è l'ultima scelta di Moon, non prima di aver saldato i conti in sospeso, ormai consapevole di ciò che prova chi non ha più forze per procedere,devastato da un mondo che poggia sull'indifferenza e il sopruso,atteggiamenti che il protagonista non può condividere. Moon è il simbolo di un malessere adolescenziale devastante,intreccia la sua vita con altrettante esistenze problematiche lasciate marcire in un limbo di cui nessuno si preoccupa,su cui volteggia come un avvoltoio l'ipocrita messaggio di Mao Tse Tung che chiude questa straordinaria opera.