Un percorso misterioso, dove la realtà si confonde con il mistero, il sogno, l’amore, la morte... Una macchina procede lentamente nella famosa Mulholland Drive con a bordo una bruna fatale. La donna non è sola, qualcuno le sta puntando addosso una pistola. Ma il destino è più veloce, dalla direzione opposta, spunta un bolide che travolge la vettura.
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Come fare film che nel suo interno porta sentimenti e fobie dell’età moderna, ma al tempo stesso non spiegando ma mostrando? La risposta a questo quesito è Mullholland drive. Le pulsioni sessuali più inconfessabili con riferimenti al complesso edipico, le paure più nascoste sono ancora una volta oggetto dello studio di Lynch. Ancora una volta il mio consiglio è quello di lasciarsi andare, di non cercare spiegazioni, ma di assorbire le immagini e di lasciarsi suggestionare da esse abbandonando all’inconscio il compito di trovare dentro di noi le paure sfiorate o addirittura centrate. Meno bello a mio avviso rispetto a “Strade perdute”, ma non per questo meno affascinante.