Un uomo in cerca di vendetta arriva in una cittadina sperduta del West per cercare ed uccidere la banda che ha trucidato un suo vecchio amico. Ma lungo la strada…
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Pensare di sopperire la penuria di idee con massicce dosi di ironia e con il mestiere di due pezzi da novanta come Hawke e Travolta -tra l'altro qui al minimo sindacale, letteralmente fatti a pezzi dall'ottimo James Ransone- equivale ad un suicidio, soprattutto quando si tratta di un genere come il western, ormai saccheggiato in ogni direzione e solitamente poco incline alle contaminazioni. L'ottuso incedere della trama fa quasi tenerezza, intorpidimento imbarazzante su coordinate che definire risapute è riduttivo. L'unico scarto fuori binario farà deprimere gli animalisti e scatena i motivi della vendetta. E già, perchè in fin dei conti ancora una volta di questo si tratta, e prometterebbe pure bene quando il primo a lasciarci le penne (ovvero Larry Fessenden) lo fa in maniera piuttosto spettacolare. Ma è solo fumo negli occhi, la pellicola continua con il suo andamento lento, ogni azione è prevedibile con vari minuti d'anticipo e non resta nemmeno la curiosità di dove si andrà a parare perchè tutto è scontatissimo. La resa dei conti è poi un'ode al piattume, con conseguenti ultime speranze di salvezza che fanno a farsi benedire come i corpi abbandonati nelle polverose strade di Denton, scempio scenografico fatto di quattro assi di legno addirittura privato delle necessarie comparse, in uno scenario deprimente non solo a livello narrativo ma anche visivo. Se questi sono i risultati Ti West farebbe bene a tornare in fretta all'horror, dove qualcosa di buono ha combinato pur non essendo 'sto gran fenomeno come da più parti sostenuto.
Prodotto alimentare per Hawke e Travolta, si tenta un compendio post moderno meno frenetico del recente remake de "I Magnifici 7", cui si accetta quindi il sottilissimo filo di lana che sorregge il tutto, ma privo di contraltare emotivo, un pot-pourri d'interpretazioni imbolsite e regia maldestra.