ninotchka regia di Ernst Lubitsch USA 1939
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ninotchka (1939)

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locandina del film NINOTCHKA

Titolo Originale: NINOTCHKA

RegiaErnst Lubitsch

InterpretiSig Rumann, Felix Bressart, Melvyn Douglas, Greta Garbo

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1939
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 1939

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Trama del film Ninotchka

Tre agenti russi, a Parigi per vendere dei gioielli per conto del governo, si fanno sedurre dalla vita parigina e dalle manovre di Léo (Douglas), l'avvocato che patrocina la causa dell'ex proprietaria dei gioielli, requisiti durante la rivoluzione. Per rimettere a posto le cose Mosca invia l'incorruttibile Ninotchka (Garbo) che dopo un po' si lascerà corrompere dall'amore per Léon. Film memorabile. ""Il vostro piano quinquennale mi interessa da almeno dieci anni"" dice Douglas alla Garbo appena s'incontrano. Da antologia la scena del ristorante. Douglas racconta barzellette e la Garbo seria. Douglas cade dalla sedia e la Garbo ride.

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Voto Visitatori:   8,59 / 10 (27 voti)8,59Grafico
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Voti e commenti su Ninotchka, 27 opinioni inserite

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steven23  @  11/11/2014 16:25:54
   9 / 10
Mancano ancora tre anni all'uscita di quel clamoroso capolavoro che porta il titolo di "Vogliamo vivere", la seconda guerra mondiale oramai è alle porte ma di trattare Hitler e il Nazismo per Lubitsch ancora non se ne parla.
Che fare allora?
Ma sì, una cosa da niente... nell'attesa perché non mettere sotto scacco la Russia comunista di Lenin e Stalin? Idea piuttosto rischiosa, certo, ma non per questo priva di efficacia. Serve comunque un aiuto per farlo a dovere, qualcuno che riesca ad accentuare i toni, magari nella prima parte, per poi permettere allo stesso regista di alleggerirli man mano che la vicenda si sviluppa.
Detto fatto! Ecco alla sceneggiatura spuntare, tra gli altri, il nome di un certo Billy Wilder... insomma, non uno qualunque.
E la sua mano si vede sin dall'inizio... i tre agenti russi ne sono l'emblema, così come emblematica è la facilità con cui riescono a rinnegare i propri valori; basti pensare alle tre ragazze con le quali si divertono durante la cena. Per non parlare di certe battute letteralmente fulminanti in cui è impossibile non riconoscere il tocco di colui che, negli anni a venire, diverrà uno dei più grandi registi della storia del cinema.
Lubitsch, però, punta ad altro. Non è sua intenzione ridicolizzare il sistema comunista dall'inizio alla fine anzi, spesso alleggerisce certe situazioni con la sua solita, sconfinata maestria. Fino a quando non entra in scena "l'incorruttibile" Ninotchka. Da qui in avanti, pur senza abbandonare parecchie frecciatine (e non solo ai danni del comunismo), sarà il sentimentalismo a farla da padrona. Ed è proprio in mezzo alla storia d'amore tra i due protagonisti che Lubitsch sembra inserire quello che parrebbe essere il vero messaggio della pellicola... nessun sistema dovrebbe impedirci di vivere la vita con la giusta serenità; "Guardate quant'è breve!" sembra dire, specie sul finale. "Vale davvero la pena spenderla in nome di un sistema (capitalistico o comunista che sia) per il quale non si è altro che uno dei tanti?

Circa i dettagli tecnici del film beh, c'è qualcosa da dire? Sì, qualcosa c'è!
Scena al ristorante, Lubitsch inquadra per quasi una decina di minuti la Garbo e Douglas senza alcuno stacco di macchina. Lei carica di una bellezza eterea e gelida in volto come potrebbe esserlo un pezzo di ghiaccio, lui convinto di poterla far ridere con barzellette semiserie. I tentativi si fanno sempre più insistenti e, di contro, l'espressione dell'attrice svedese rimane la stessa. Sconfitto l'uomo si allontana e cade dalla sedia. E qui accade il miracolo! Non solo lei ride... no, sghignazza letteralmente.
Ecco, cos'avrebbe questa scena di così tanto speciale? In pratica verrebbe da dire che sono dieci minuti persi. Già, verrebbe... ma quando la sceneggiatura funziona a meraviglia e dietro la macchina da presa sta un regista degno di essere chiamato tale anche quella che parrebbe una scena sciocca diventa qualcosa di sublime.
E la scena in questione lo è, potete fidarvi. Se potessi votare solo questi dieci minuti probabilmente darei 11...

Ma, come in ogni capolavoro che si rispetti, non c'è solo regia e sceneggiatura. Ovviamente manca il cast!!
Ed ecco forse il rischio più grande corso da Lubitsch: Greta Garbo. Solita cimentarsi in ben altre interpretazione, la "Divina" accetta comunque la parte... e la sua metamorfosi da agente incorruttibile a donna innamorata è favoloso. Fantastica nella prima parte e altrettanto favolosa nella seconda. La sua risata, poi, entra di diritto nella storia del cinema per i motivi già detti da chi mi ha preceduto... peccato solo che il pubblico dell'epoca non gradì.
Una spanna più indietro di piazza il comunque bravo Douglas, senza dimenticare i tre spassosissimi agenti russi, caratteristi dai quali Lubitsch faticava a separarsi... e per ovvie ragioni.

In conclusione direi uno dei più chiari e fulgidi esempi di cinema immortale. Grazie Lubitsch per averci regalato perle di tale splendore!!

2 risposte al commento
Ultima risposta 11/11/2014 20.10.37
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