oasis regia di Chang-Dong Lee Corea del Sud 2002
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oasis (2002)

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locandina del film OASIS

Titolo Originale: OASIS

RegiaChang-Dong Lee

InterpretiSol Kyung-gu, Moon So-ri, Ahn Nae-sang, Ryoo Seung-wan, Chu Kwi-Jung

Durata: h 2.12
NazionalitàCorea del Sud 2002
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2003

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Trama del film Oasis

Uscito di prigione, Jong-du trova un lavoro come magazziniere in una fabbrica ma non riesce affatto ad integrarsi. Divorato dal rimorso, decide di far visita alla casa della vittima dell'incidente che ha causato. Lì conosce la sorella del morto, Gong-ju, affetta da paralisi. Nonostante il suo aspetto, Jong-du la trova attraente e in un impeto di desiderio finisce per violentarla...

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Voto Visitatori:   8,13 / 10 (32 voti)8,13Grafico
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Voti e commenti su Oasis, 32 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  11/02/2012 11:17:17
   9 / 10
IL COMMENTO CONTIENE SPOILER

Una meraviglia inaspettata, l'ennesima perla del cinema asiatico e coreano in particolare.
Oasis ha quella capacità al giorno d'oggi sempre più rara di stravolgerti il cuore con naturalezza, quando poi migliaia di altri film che provano a trattare argomenti simili esprimono una sorta di pornografia dei sentimenti e/o, peggio ancora, ti forzano alla lacrima facile con ogni sorta di trucchetto. Questa pellicola non è cosi per sua fortuna; credo abbia in sé una piccola grande limpidezza d'animo come quella che anima i suoi due protagonisti se già verso il ventesimo minuto mi è scesa una lacrima per una sequenza tanto semplice quanto efficace che vede Gong-Ju immaginare miriadi di farfalle nel fascio di luce che riflette con lo specchio.
Successivamente la sceneggiatura riesce anche ad essere grossomodo prevedibile, ma in realtà alcuni piccoli tocchi fanno sì che l'interesse non cali mai; il ribaltamento della posizione di Jong-du ti fa ribollire il sangue, da mezzo delinquente che in famiglia hanno tentato in tutti i modi di aiutare fino a quando non si rivela per quel che è veramente: un capro espiatorio che i fratelli hanno usato a loro uso e consumo e che la famiglia non considera per nulla. Ed è lo stesso per Gong-Ju con il fratello che si occupa di lei unicamente interessato al guadagno che lo stato elargisce per aiutare la malattia della ragazza.
E il regista non si ferma qui e continua a scagliare con crudeltà le sue critiche all'intera società coreana: esplicative in tal senso sono le passeggiate dei due protagonisti, cacciati dai ristoranti come fossero dei rifiuti della società (tali sono considerati) e che tocca l'apice nello stupendo finale in cui famiglie, forze dell'ordine e uomini della strada non riescono a capire (o fanno finta di non capire, peggio ancora) le richieste di Gong-ju, accecati dal pregiudizio, e lo stesso per Jong-du.
Poi quando lui taglia i rami e lei per fargli capire che c'è mette la radio ad alto volume è una sequenza inesprimibile; davvero non c'è bisogno di essere di lacrima facile, soltanto una pietra non potrebbe provare almeno un brivido.


Venendo alle interpretazioni, credo che siano di un altro pianeta. Sol Kyung-gu è eccezionale, amabile (un pò ricorda lo Spud di Trainspotting per la sua fragilità e gli errori che compie, associati ad un animo puro).
Discorso diverso per Moon So-ri: sono convinto che in questo casi ci troviamo di fronte ad una delle prove attoriali più intense, belle e sofferte di sempre. Sarebbe stato lo stesso se fosse stata davvero affetta da paralisi, dato quello che concedeva. Al contrario, ti viene un colpo quando in alcune scene improvvisamente smette la smorfia, si alza dalla sedia e comincia a ballare e scherzare con Jong-du....
Davvero, se non fosse stato per questo non avrei mai potuto capire che l'attrice recitava in tutto e per tutto. Impressionante.

Finale amaro ma con una punta di speranza: e va bene cosi. Lo stoicismo di chi non si arrende è esclusivo appannaggio di chi è un diverso anche quando non dovrebbe esserlo per niente.

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Ultima risposta 13/02/2012 15.15.55
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  08/06/2010 14:33:12
   8 / 10
Il diritto alla felicità negato da una società esclusivista ed ignorante,un amore nato da un gesto estremo e fiorito in un’irreale oasi in mezzo al deserto dell’arido mondo circostante.Un sentimento che sboccia vigoroso e sincero,lui un po’ tardo ed ex avanzo di galera dall’animo buono,lei fortemente invalidata da un handicap che non le permette di camminare e quasi di esprimersi.Non per questi motivi impossibilitati ad amarsi e a ribadire la loro voglia di stare insieme,regalandosi vicendevolmente emozioni sino ad allora ignote.
Il resto del mondo non può comprendere,in questo caso rappresentato dalle rispettive famiglie costituite da gente dalla facciata irreprensibile,in realtà figure avide e meschine che si servono del prossimo senza tanti scrupoli.
Un film di grande impatto,coraggioso nel trattare il tema dell’handicap senza moralismi spicci e in grado di illustrare con tocco delicato la disperata condizione di persone legate da manette sociali,da pregiudizi e tabù solo perché differenti da ciò che è ritenuto comune.Lee Chang-Dong ha il grande merito di umiliare le nostre sciocche convinzioni attraverso una storia mai patetica,cui si aggiungono toccanti spezzoni onirici ove il desiderio di vivere l’amore in totale e assoluta libertà prende corpo definendo quanto i confini tra normale e (presunto) diverso siano labili.In questi frangenti si possono apprezzare il vero aspetto e le capacità recitative di Moon So-Ri,strabiliante nei panni della ragazza disabile.
Altro pregio della pellicola è quello di sfruttare tempi narrativi perfetti, inserendo negli ambiti più disparati i due protagonisti con dimostrate possibilità di convivenza per la quale solo il giudizio altrui,intaccato da errate credenze,sia deleterio,peggio di qualsiasi barriera architettonica o dell’impossibilità di stringersi in un confortevole abbraccio.
“Oasis” è un film che distrugge in continuazione le nostre convinzioni,espone con veemenza la voglia di vivere che prospera in ambiti che noi “normali” tendiamo a disprezzare,animati da un assurdo senso di superiorità diventiamo i veri mostri,abili nel mostrare la nostra ipocrita benevolenza e immediatamente pronti a prevaricare il più debole.

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Ultima risposta 08/06/2010 16.23.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  28/07/2009 14:59:44
   9 / 10
Una storia d'amore meravigliosa, struggente, triste diversa e molto toccante. La ragazza che recita la parte di Hong Jong-du ( la ragazza disabile ) è a dir poco eccezionale, perfetta, commovente. Una pellicola di rara bellezza che consiglio vivamente a tutti. Non risulta mai lento nè scontato e non cade mai nella trappola retorica. A dir poco sublime.

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Ultima risposta 29/07/2009 17.02.01
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/11/2004 23:16:20
   9 / 10
Da vedere e riflettere perchè Amelio ("le chiavi di casa") ha sbagliato ogni cosa L'occidente che si veste di ogni pudore - perchè la reticenza morale che io chiamo integrità all'intolleranza - ha un suo valore ehm sociale L'oriente sveste il tutto e mostra con candore - in questo film meraviglioso - cosa può portare l'uomo "Normale" a ritenere "infetta o coercitiva" la sessualità nell'handicap Ci gioco la testa che ha infastidito molti L'oggetto del desiderio è "oggetto da nascondere", antitesi di un'amore folle e infelice che altri possono negare Come? Donando scelleratamente il loro, quello meno vero

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Ultima risposta 28/08/2006 17.53.15
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