prendimi l'anima (2002)

Eccessivamente distrutto dalla critica a suo tempo ma in effetti deludente questo viaggio di Faenza nei meandri di una delle relazioni più contrastate nella storia culturale del '900. La sceneggiatura è piatta e piena di scompensi, e se il ritratto di Jung e della Spielrein risulta anche sincero (nonostante certi dialoghi da fiction tv), la cornice contemporanea con i due studiosi alla ricerca dei luoghi e degli scritti della psicanalista russa è penosa in toto, ed il periodo della cura in manicomio (dove Jung applicò sulla paziente il metodo freudiano) dura poco più di 10 minuti, col risultato di ridurre la psicanalisi e tutte le profondità del caso in un elementare bignami per le lettrici di Harmony.
Confezione gelidamente patinata ed interpretazioni accettabili, ma nulla che si discosti da una rilettura fotoromanzata degli eventi.
Attendiamo con trepidazione Cronenberg...