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Roba stravista quella proposta in "Preservation", filmucolo anonimo d'ambientazione boschiva che da survival si tramuta in revenge movie. Le vittime sacrificali sono i soliti campeggiatori, ingenui ad avventurarsi in una zona da tempo caduta nel dimenticatoio. L'assenza di tensione e l'improponibilità di parecchi sviluppi/situazioni infondono al lavoro di Cristopher Denham uno spessore troppo leggero per aspirare a coinvolgere adeguatamente. I personaggi sono poi caratterizzati male: la tipa vegana che va a caccia (ma dai, per piacere...), il marito di questa dedito unicamente al lavoro, ed infine il fratello di lui, ex milite con canotta e medaglietta d'ordinanza, rimasto un attimo shockato dalle disavventure patite in guerra. Il trio forma un'ode allo stereotipo clamoroso, aggravato da interazioni blande e poco credibili, addirittura in certi casi al limite del farsesco. Le loro vite sono messe in pericolo da qualcosa tutto sommato celato con arguzia e portato alla luce con scrupolo, anche se una volta scoperte le carte in tavola il sottotesto di natura sociale assume connotati qualunquisti, facendo perdere ulteriore interesse alla visione d'insieme. Palese l'occhieggiare all'ottimo "Eden Lake" e in misura (molto) minore a "I Declare War", nell'epilogo di natura vendicativa si notano riferimenti al tutt'altro che memorabile "Tooth & Nail". La recitazione di medio livello, la prevedibilità della storia e l'assenza di momenti davvero efficaci fanno di "Preservation" un intrattenimento di mediocre lega.