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Trovo che con questo sequel, il mio caro Yamanouchi si sia un po' smollato. E dire che lo realizzò nello stesso anno di un capolavoro del disgusto che è "Kyoko Vs. Yuki": dal lato delle perversioni latita parecchio (poco sviluppato l'estro disturbante del maestro, che si snoda in una sola sequenza spiazzante -il feto strappato fuori dalla vagina- e una scena molto disturbante - lo spazzolino ficcato nel naso), mentre viene più dedicato spazio ai personaggi. Come sempre un buon film, anche se poco conforme alla poetica di Yamanouchi, che stranamente confeziona un'inaspettato colpo di scena finale, che lascia a dir poco basiti. Meglio il primo, comunque.