revanche - ti uccidero' regia di Götz Spielmann Austria 2009
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revanche - ti uccidero' (2009)

 Trailer Trailer REVANCHE - TI UCCIDERO'

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locandina del film REVANCHE - TI UCCIDERO'

Titolo Originale: REVANCHE

RegiaGötz Spielmann

InterpretiJohannes Krisch, Irina Potapenko, Andreas Lust, Ursula Strauss, Hannes Thanheiser, Hanno Poschl, Toni Slama

Durata: h 2.01
NazionalitàAustria 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2010

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Trama del film Revanche - ti uccidero'

Austria. Alex vive nei dintorni di Vienna e lavora per Konecny, tenutario di un bordello. Deciso a cambiar vita e a portare con sé Tamara, una prostituta ucraina con cui ha una relazione di nascosto da Konecny, Alex organizza una rapina per racimolare i soldi necessari. Il colpo non presenta ostacoli ma al momento della fuga interviene un poliziotto, Robert, e le cose si mettono al peggio. Rimasto solo, Alex trova rifugio presso la fattoria di suo nonno, ma la disperazione per i recenti avvenimenti e l'odio per Robert crescono sempre più con il passare del tempo. Finché, un giorno, Alex incontra Susan, la moglie di Robert...

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Voto Visitatori:   7,01 / 10 (36 voti)7,01Grafico
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Voti e commenti su Revanche - ti uccidero', 36 opinioni inserite

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Noodles_  @  20/12/2010 13:14:21
   9 / 10
Un film magnifico.
Ho aspettato una settimana a commentarlo per vedere se a freddo il mio giudizio si fosse ridimensionato, ma in realtà più ci penso e più sono convinto del votone. E' indubbiamente vero che è un film lento, ma le lentezza in questo caso è semplicemente uno strumento per rendere nel modo più efficace lo stato d'animo del protagonista. Siamo abituati ai soliti revenge-movie americani, francesi, orientali, in cui la vittima o si trasforma in supereroe invincibile, o in modi più realistici compie comunque la sua vendetta, fra sangue, stragi, violenze di ogni tipo.
Qui no. Qui il protagonista prima di tutto SOFFRE, poi cerca di CAPIRE. La sofferenza di chi perde la persona amata per quello che tutto sommato è un incidente è rappresentata in questo film come non mi era mai capitato di vedere: i comportamenti, le espressioni, i silenzi di Alex (attore bravissimo) rendono la sua sofferenza in modo tremendamente realistico, raramente mi sono emozionato così tanto nel vedere rappresentati tali sentimenti. E lo spaccare legna non è altro che un modo di reagire a tanta sofferenza, un modo (considerando anche che non ne può parlare con nessuno) per SFOGARE tutta l'energia generata da un trauma simile. C'è chi beve, chi diventa violento, chi si droga, chi si perde. Alex riflette e spacca la legna. Soffre, riflette, e spacca la legna. Butta fuori tutto spaccando la legna. Tutta la parte centrale descrive questo stato d'animo in modo assolutamente sublime, con un realismo così intenso, da rendere inevitabile (almeno per un certo tipo di spettatore) la totale immedesimazione.
E poi Alex vuole capire, deve capire. Ed ecco il confronto con Robert. L'incontro alla panchina e il dialogo "catartico" che ne scaturisce sono a mio parere Cinema puro, cristallino. Da brividi.
E infine gli altri personaggi: il nonno che si rimette a suonare, Robert, col suo splendido senso di colpa e, su tutti, la figura di Susan, autrice di un bellissimo "colpo di scena", inaspettato, improvviso, spiazzante. Non mi vergogno a dire che il secondo incontro a casa di lei mi ha fatto commuovere fino al fazzoletto.
Non c'è nulla di questo film che non mia sia piaciuto. La regia statica, rigorosa e apparentemente fredda, i dialoghi scarni, essenziali, senza una parola di troppo, ma in cui tutto quello che deve essere detto viene detto, i tempi, perfetto veicolo per condurci attraverso il dramma. Non è ovviamente un film che consiglierei a tutti. Richiede sicuramente un certo tipo di sensibilità. Diciamo che chi si strappa le vesti per film tipo Giustizia Privata probabilmente non lo apprezzerebbe. Chi invece ha goduto con The Road già ce lo vedrei meglio...
Un film da vedere da soli, concentrati, col cellulare spento.

4 risposte al commento
Ultima risposta 31/12/2010 11.18.42
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danko  @  19/04/2010 22:41:05
   1½ / 10
un disastro,il tema principale è lui che spacca la legna.e finale assurdo.sceneggiatura penosa,spese 2 lire..un film cosi merita la media del 3 e mezzo.INGUARDABILE MATTONATA

5 risposte al commento
Ultima risposta 11/09/2017 00.26.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  09/03/2010 11:00:52
   8½ / 10
Apparso in ben 35 Festival (tra cui quello di Berlino dove ha vinto 3 premi), candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2009 e permeato da sottilissime venature thriller, il film scritto e diretto da Gotz Spielmann ci conduce sull’orlo del baratro di una follia lungamente annunciata mantenendo una dolcezza spiazzante nonostante le ruvidità e le asprezze di fannulloni, poliziotti e papponi.
Il regista muove raramente la macchina da presa ma lo fa quel tanto che basta a descrivere con lucidità una situazione anomala realizzando un’opera di insolita espressività e sobrietà visiva.

Tra i bellissimi e formalmente eterni campi agricoli austriaci (luogo dove si sposta l’azione dopo l’intro cittadino), “Revanche” è un affascinante canovaccio di coscienze in fuga e prossime alla rottura, tra drammi sospesi e scene di sesso esibite con disinvoltura aventi tutte un significato che si palesa solo verso la fine della pellicola.

Gli stati emotivi dei personaggi sono rappresentati con uno stile ineccepibile e suadente: troviamo così la recuperata allegria da parte di una persona anziana, il desiderio di rappresaglia che consuma l’animo di Alex, il senso di colpa che rode la psiche del poliziotto Robert, la trepidazione di tutti nel raggiungere un quadro familiare rassicurante con tanto di figli al seguito.
Alex in particolare si sfoga tagliando legna da ardere mentre fa propositi di vendetta, e chissà se questo servirà a reprimerli. Condivide con il nonno la scomparsa di una donna verso la quale provava affetto e/o amore, la cocciutaggine, il carattere silenzioso e scorbutico. I personaggi, particolarmente bisognosi di affetto, denaro e sicurezze, sono lenti nei movimenti. Flemmatici come la trama del film che li racconta.

Esemplari residenti ai bordi di un laghetto quieto e cullati dal suono del canto degli uccelli nel bosco circostante, si scopriranno vittime di un sasso gettato dentro le calme acque della placidità. Mentre in lontananza i tuoni annunciano l’arrivo di un temporale…

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Ultima risposta 24/04/2010 20.18.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  07/03/2010 01:40:06
   7 / 10
Pare che i registi austriaci ormai siano specializzati nell'emulare Haneke... Nell'epoca dell'Homo Zappiens, dove si reggono sì e no 7 minuti di attenzione prima dell'immancabile fascia pubblicitaria di turno, recuperare al cinema il ritmo lento, il rigore anche formale dell'inquadratura, la prospettiva che non ti aspetti per descrivere un evento, è un'ottima notizia in sé.
Il problema è che di Haneke ce n'è uno e che non le ha neanche azzeccate tutte nella sua carriera. La Hausner gli va vicino, Spielmann deve ancora farsi un po' le ossa.
Sì perché questo non originalissimo film (ricorda molto, forse troppo, "Delitto e Castigo" con tanto di riferimenti cristografici), se ha innegabilmente dalla sua la notevole intensità e umanità dello sguardo rivolto alle emozioni dei personaggi, se sicuramente possiede un rigore stilistico di rilievo, manca però di completezza e di uniformità ritmica dando la sgradevole sensazione durante la visione o di dire troppo o di non dire nulla. Nei primi 30-40 minuti il film non riesce a decollare, indugiando con sguardo distaccato e con lungaggini su una vicenda che avrebbe richiesto maggior ritmo da poter contrapporre all'improvviso mutamento narrativo che nella seconda parte mette in scena tutto lo scatenarsi delle contraddittorie emozioni che divorano e dilaniano i personaggi. Così, se nella prima parte non si riesce proprio a partecipare ai drammi mostrati, nella seconda il thriller emotivo prende il via, scandìto ossessivamente dalla legna trasportata e tagliata dal protagonista con rabbia.
Significativamente la vera colonna sonora del film è costituita dai rumori frastornanti della città e dei night-club e da quelli decisamente più dilatati, rilassanti o minacciosi della campagna mentre le emozioni umane escono come fiumi in piena a stento trattenute dagli argini delle convenienze sociali.
Molte inquadrature sono citazioni esplicite dei film di Haneke, gli attori grandiosi nel riuscire a rendere la quotidianità dei loro personaggi pur nel contesto degli eventi eccezionali che si scatenano su di loro e a causa loro, la regia rigorosissima (nessun dettaglio è lasciato al caso in ogni inquadratura), la fotografia rende alla perfezione il senso di "banalità del male (e anche del bene, in questo caso!)".
Tuttavia, l'eccesso di oggettività usato nella prima parte che rende la lentezza del ritmo filmico a tratti poco sostenibile e i personaggi distaccati da noi che li guardiamo, lascia alla fine della visione la sgradevole sensazione di un film incompiuto o quantomeno di riuscito a metà: la seconda, per l'appunto! Peccato perché quando invece tutta la vicenda si incentra sulle reazioni emotive dei personaggi (altro plauso ad attori e regista che li ha diretti), come spettatori veniamo catapultati direttamente all'interno dei loro tormenti. Cosa che conferisce al film un carattere di inesorabilità, che è il suo maggior pregio.
Da tenere d'occhio, questo nuovo regista austriaco, aspettandolo per una maturità che non credo tarderà ad arrivare. O almeno così spero!

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Ultima risposta 09/03/2010 00.51.42
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