sacro gra regia di Gianfranco Rosi Italia 2013
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sacro gra (2013)

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locandina del film SACRO GRA

Titolo Originale: SACRO GRA

RegiaGianfranco Rosi

Interpreti: -

Durata: h 1.27
NazionalitàItalia 2013
Generedocumentario
Al cinema nel Settembre 2013

•  Altri film di Gianfranco Rosi

•  Link al sito di SACRO GRA

Trama del film Sacro gra

Il regista Gianfranco Rosi per circa tre anni si è mosso con un camper sul Grande Raccordo Anulare di Roma per raccogliere le storie di chi vi vive intorno. Attraverso diversi personaggi colti nella loro esistenza quotidiana, ne emerge un viaggio attraverso le vite e i paesaggi inattesi della città eterna. Tra i vari incontri vi sono quelli con il nobile torinese e sua figlia universitaria, che vivono in un monolocale ai bordi del Raccordo; con il“palmologo” che cerca ossessivamente un rimedio per liberare le piante della sua oasi da larve divoratrici; con il neo-principe che fa ginnastica di buon mattino sul tetto del suo castello eretto nel cuore abusivo della periferia nord-est; con l’attore agé di fotoromanzi, memoria storica della Roma cinematografara, che insegue ostinato sul raccordo la fama e il sogno di una giovane avventura, come il pescatore di anguille che sotto i cavalcavia di Roma sud ha costruito un villaggio sull’acqua.

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Voto Visitatori:   5,79 / 10 (24 voti)5,79Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Sacro gra, 24 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  03/01/2015 10:44:47
   7 / 10
Immaginavo di trovare molti voti contrastanti e cosi è stato. Un film di difficile chiave di lettura ma di indiscutibile fascino. Oltre al coraggio dell'autore premerie il montaggio che lega sapientemente le varie storie.
Penso che i punti cardini della narrazione sia il punteruolo rosso, che viene paragonato all'uomo che distrugge la sua terra, e la nevicata finale che mostra come la Natura, esterna e imprevedibile, copra tutti e tutto di quello che si era parlato fin'ora.
Poi ci sono le vite dei protagonisti...prostitute, nobili e gente che cerca di arrivare alla fine del mese con lavori umili o sacrificati.
Uno spaccato dell'Italia originale che lascia molti dubbi ma che offre tante chiavi di lettura allo spettatore "disponibile"...molto disponibile...

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/01/2015 13.34.12
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  10/10/2013 08:36:59
   4½ / 10
Il film tratta storia vera, restituisce allo spettatore uno spaccato di vita di alcune persone delle borgate intorno al GRA, ai margini della Roma che siamo abituati a vedere.
Vero.
Ha una accecante aura di realtà.
Vero
Ha i corpi e i volti giusti, fotografati abilmente.
Verissimo.
Il regista e tutto il cast tecnico sono di altissimo livello.
Verissimo. Rosi dimostra grandi capacità registiche con scelte stilistiche da vero maestro.
Però questo campionario umano fatto di piccoli flash sulle vite dei personaggi dopo una mezz'ora annoia. Annoia da morire.
Non c'è storia, non c'è drammaturgia, ma solo voyeurismo. E a me di vedere cosa faccia il mio vicino di casa non frega un beneamato caxxo.
Il voyeurismo in salsa GF (perché di questo si tratta) rivisto in chiave autoriale sostituendo i truzzi con i travoni vecchi e gente ai margini della società a me annoia da morire e infatti ho dormito per gli ultimi 30 minuti di film.
Questo film non è neanche innovativo perché Pasolini faceva le stesse cose 40 anni fa e Fellini con Mamma Roma fece decisamente di meglio.
Pasolini 40 anni fa aveva un senso. Era anche un cinema di rottura.
Anche questo volendo potrebbe essere considerato cinema di rottura... di maroni, però.
Basta con sto cinema italiano fintamente autoriale che copia i grandi del passato.
Se vogliamo esistere come cinematografia nel futuro e a livello internazionale dobbiamo andare oltre il nostro passato glorioso, prenderne spunto, rielaborarlo, ma definitivamente superarlo.
Il premio a Venezia è solo l'ennesimo tentativo di regalare notorietà tramite un premio di un festival che proprio come il nostro cinema non riesce più a tirar fuori veri autori, ma solo premi combinati e cinema noiosamente riciclato e già visto ma spacciato sotto la falsa luce dell'autorialità che copre quindi anche ogni limite narrativo.
Rosi però sembra bravo. Speriamo in un futuro "roseo"

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/10/2013 22.24.06
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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  02/10/2013 21:16:14
   8 / 10
Si tratta di un fim fondamentale e innovativo, giustamente premiato a Venezia, proprio perché si tratta di un film artisticamente molto rilevante.
I commenti sotto rivelano che si tratta proprio di un film di rottura verso il cinema di routine, quello che deve "coinvolgere" ed "emozionare".
Io devo dire che a suo modo questo film mi ha coinvolto ed emozionato, perché mi sono reso conto di vedere finalmente sullo schermo cinematografico bravi di vita vera, come non li avevo visti da nessun'altra parte. Finalmente, mi sono detto, era ora che si portasse alla visione di tutti come siamo ridotti, in che stato collettivo viviamo, in che degrado ambientale e soprattutto morale.
Lo cosa brucia di più perché non è come nella "Grande bellezza" qualcosa che riguarda certi ambienti di elite o speciali (e quindi più adatto a intrattenere, a creare distacco fra noi e ciò che vediamo), qui c'è l'ambiente comune a tutti, ci siamo noi, ci vediamo come allo specchio. Vedere nel grande schermo tutta la banalità, la pochezza, la routine, la solitudine, l'incomunicabilità che viviamo quotidianamente dà fastidio, non piace, non interessa, appunto non "coinvolge" e non "emoziona", giusto perché evidentemente non ci scandalizza più, né pensiamo che debba cambiare.
Per quanto riguarda i risvolti stilistici di quest'opera, leggete qui quello che ho scritto:
http://www.filmscoop.it/blog/post.asp?idP=18912

16 risposte al commento
Ultima risposta 17/10/2013 23.47.10
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gianni1969  @  28/09/2013 12:58:56
   4 / 10
Piaciuto alla critica, ma penso piaccia meno al pkubblico, a me i film impegnati mi vanno benemain questo caso proprio non riesco ad apprezzarne i contenuti, molta noia

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/09/2013 15.53.28
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themoover  @  26/09/2013 22:37:59
   1 / 10
Credo sia sufficiente un bel calcione nel didietro, per distribuire una ciofega del genere, ma anche per vincere il Leone D'Oro, che a quanto pare, lo danno con i punti delle patatine.

Un documentario fatto di scene inutili, un'accozzaglia di riprese di vita quotidiana di abitanti di periferia, storie vuote prive di spessore e di interesse.

Fotografia pessima, interesse prossimo allo zero, regia inesistente, attenzione inesistente, contiguità inesistente. Secondo me, uno dei peggiori documentari mai realizzati.

Ma c'è da rinquorarsi.. se un film del genere è stato distribuito e premiato, significa che c'è una possibilità per CHIUNQUE nel cinema italiano, basta trovare le chiavi giuste. Perchè questo è un film che può girare chinque, persino una telecamera da sola montata su una macchinina telecomandata che si fa a fare un giretto in corridoio di un condominio di borgata, per una giornata.

8.20 euro rubati.

36 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2013 10.41.24
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Invia una mail all'autore del commento kampai  @  16/09/2013 22:35:21
   8 / 10
un meritato leone d'oro alla 70 mostra del cinema di venezia.un film coraggioso e per certi versi sperimentale per gli schermi italiani: un film su un non-luogo e i suoi abitanti. un film che racconta di una strada, la più grande superstrada d'italia, il grande raccordo anulare.è ironico il titolo che allude a una reliquia che è più un mito che altro, come la strada con la sua variata popolazione di cui il folklore reale, supera la più fervida immaginazione.da antologia la scena degli attori di fotoromanzi. bello!

2 risposte al commento
Ultima risposta 26/09/2013 13.51.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/09/2013 16:39:16
   8 / 10
Joris Ivens a colazione con Fellini. Vedi recensione

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2013 19.07.17
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