scoop (2006)

commedia leggera leggera in cui la satira sul giornalismo è marginale rispetto a Scarlett (<3) e alle gag (in particolare la scena finale, lol).

ah, woody, woody... se non ci fossi stato tu, ci sarei stato comunque io.
l'umanità è avvisata.

Commedia gialla che risulterebbe abbastanza mediocre se non fosse risollevata dall'inconfodibile tocco di Allen: un paio di gag geniali e i soliti dialoghi nonsense.

Sicuramente questo non penso che non sia il miglior film di Woody Allen (e il primo che vedo), però mi ha lasciato tutto sommato soddisfatto, si lascia guardare tranquillamente e non è sicuramente un macigno, però come commedia dall'inizio alla fine è un pò troppo prevebile.

Quoto il commento postato ormai un paio d'anni fa da Lot. Il film è godibile, ma Allen naviga sugli allori passati senza ormai riuscire a graffiare con l'ironia che gli apparteneva nei bei tempi che furono.
Scoop sembra scritto e diretto da un suo epigono, bravino e nulla più.
Peccato.

Una volta vidi un'intervista a Scarlett Johanson del David Letterman Show dove lei mi fece letteralmente ammazzare dalle risate, e mi sono detto ma perchè la Johanson non accetta un ruolo comico? E finalmente con Scoop l'ha fatto. Finalmente la Johanson in un ruolo comico, molto più credibile da comica che da gatta morta in Match Point, odio quando interpreta quei ruoli da femme fatale, meglio comica.
Il film ha il solito tocco di Allen, film fatto bene e molto divertente.

Lungi dall'essere l'Allen tagliente dei bei tempi, il mitico Woody si accontenta di girare un film facile facile, con una sceneggiatura molto lineare con echi Hitchcockiani. Qualche trovata simpatica tira fuori ampi sorrisi, ma il film resta sempre sul "carino" senza mai diventare davvero "bello".
Si lascia vedere, ma non lascia segno.

Con “Match point” Woody Allen sembrava voler intraprendere un nuovo modo di fare cinema,molto lontano dalle vivaci commedie a cui ci aveva abituato,la volonta’ di voler esplorare il lato oscuro dell’animo umano sembrava poter essere una scelta importante e coraggiosa,ma nonostante il successo di pubblico il regista/attore ha preferito tornare al vecchio amore della pellicola leggera,brillante ed al tempo stesso intelligente.
Con “Scoop” quindi il nevrotico artista newyrorkese torna al classico realizzando una commedia tinteggiata di giallo.Purtroppo il risultato è tutt’altro che memorabile,il buon Woody sembra essere diventato la macchietta di se stesso,il film non è malvagio ma è abbastanza banale e scontato nella narrazione.
I dialoghi che sono abitualmente uno dei punti di forza di Allen,qui gli si rivoltano contro risultando spesso troppo invasivi e finiscono con l’innervosire e lo sfiancare,ovviamente qualche battuta geniale è sicuramente ravvisabile,ma la pellicola non possiede quella genialita’ e quella freschezza che le permetterebbero di considerarla un lavoro riuscito.
Il cast funziona bene,oltre ad Allen che è una sicurezza,anche i solitamente bistrattrati Jackman e Johansson svolgono appieno il loro compito,purtroppo a rovinare “Scoop” è quella sensazione di gia’ sentito,gia’ visto che finisce coll’annoiare.

uno dei film più belli dell'anno. Allen non sbaglia un colpo e dopo aver messo in scena la bellissima glacialità di match point ora mette in scena una commedia brillantissima tra il giallo e il paranormale, intelligente, mai scontata, interpretata e girata in modo impeccabile e con dei dialoghi e delle battute che fanno già parte della storia del cinema.

Non ho letto gli altri commenti (forse lo farò dopo) e non so se qualcuno ha avuto la mia stessa idea, ma ho una teoria su questo film che voglio esporvi.



SPOILER


SPOILER

mah...trovo francamente assurdi tutti questi riferimenti a Match point: il paragone non può essere stabilito, essendo due film assolutamente diversi fra loro. più che altro io lo riferirei a MMM (Manhattan Murder Mistery, misterioso omicidio a Manhattan) con cui condivide l'impostazione da commedia/giallo.
ma lì c'era Diane Keaton, di cui Scarlett Johansson non è neanche il piede sinistro, e la trama e la sceneggiatura erano molto più frizzanti.
qui si ride -non tanto, ma si ride- e la presenza di woody contriuisce a stemperare alcune debolezze.
in ogni caso, godibile!

C'è qualche battuta un po' divertente (non al livello di quelle dei tempi d'oro degli anni '70), ma sembra che il grande comico newyorkese ci stia prendendo un po' per il ****. Secondo me è significativa la scena in cui il mago interpretato da Allen fa dei trucchetti da due soldi: il pubblico lo applaude entusiasta e lui è incredulo.
Forse quel pubblico siamo noi e quello è l'Allen vero?

Ecco il cinema. Dopo numeroserrimi film di cartone ecco giungere un'opera che si addice giustamente al grande schermo. Non merita l'annovero prima citato per particolare bellezza d'immagini, d'effetti, di storia o che altro ma semplicemente per il fatto di appartenere a quel gruppo di pellicole che un regista qualsiasi non riesce a girare. Siamo innanzi ad un lavoro ben fatto, un piacere per la mente che si ciba di un Allen ormai anziano; durante la visione i muscoli del cinefilo si risvegliano, riaffiora l'amore per il cinema influenzato, forse, da un grande nome. Senza lode ma con ampie note di merito per aver consegnato agli spettatori una storia pulita, spiritosa e complessa nello svolgersi creativo tipico dell'occhialuto regista. Sono contento e allo stesso tempo soddisfatto di aver assistito ad uno degli ultimi canti del cigno, senz'altro non il più bello, da cui dista anni luce, ma che dona a piene mani la rassicurante sicurezza di un cinema che ancora può e deve esiste.

Due soli aspetti rendono intrigante quest'ennesimo film di Allen: il primo è quello registico, atto a consolidare lo script - il "trucco" di un prestigiatore di cinema qual'è - e far convivere un presunto serial-killer "dei tarocchi" con un mago amante dei giochi con le carte.
L'altro aspetto è incondizionatamente cinematografico, di questo cinema che ama celare, mutare, transanalizzare l'identità femminile: donne che non sono cio' che vogliono apparire.
Non a caso Scarlett Johansson, moderna "Signora del venerdì" (cita lei stessa, sorprendendo per la scarsa contemporaneità, la dimenticatissima Rosalind Russell) qui al livello piu' naive e altrove (Black Dalhia) forzatamente glamour, esprime a modo suo queste diffuse identità celate.
Ma Allen non è Lynch, e i mille volti di Laura Dern (cfr. Inland empire) sono altra cosa.

"Match point" mi era sembrato un gran film (ma non tutti sono dello stesso parere), e "scoop" non è tanto la sua parodia, ma sembra soprattutto un suo scarto.
Echi di Frenzy (Hitchcock) e (ancora?) "un posto al sole", dove viene finalmente esaudita per gli spettatori la richiesta di veridicità del film precedente insegnando, come Monty Clift ai tempi d'oro, a tentare di annegare la propria ragazza da una barca...
Ma quel che irrita è la presenza di Allen: chiassosa, molesta, sempre a pontificare battute che vorrebbero essere vetrioliche e infastidiscono per il loro insolente anacronismo: è ai minimi storici, e ricorda tristemente il compagno di scuola nerd che racconta sempre la stessa barzelletta da anni sperando invano di far ridere.
Interessante notare quanto Allen sembri costretto a recitare (davvero) la parodia di se stesso, e non quella di Bergman (La Morte con la falce, cfr. "Il settimo sigillo").
In questo nuovo (?) esilio londinese, non fa altro che livellare le sue nevrosi per la gioia di quanti non riescono a vedere che "Manhattan" (tanto per citare un titolo) era davvero un'altra cosa.
Si dimostra ancora una volta un'ottimo prestigiatore (lo ribadisco, visto il tema affrontato) che richiama spettatori con l'ausilio di poche, distinte idee che talvolta stupiscono ancora ("match point") ma raramente trovano, come un tempo, la via del capolavoro.
Elabora e pianifica: il cinema dev'essere qualcosa di piu' di un gioco di prestigio, e il classico coniglio estratto dal cappello puo' non bastare. Da un po' di tempo (sarà l'età?) è diventato anche invidioso: ama dissacrare bellocci attratti dal crimine.
Che senso puo' avere il narcisismo di Allen in un film sterile come questo?

Deludente e scontatissimo. La sceneggiatura sembra scritta da mio cugino piccolo (apparte le tre volte che la protagonista finisce a letto con gli oggetti delle sue investigazioni).
La tecnica di riprese fa molto scena teatrale e allontana il prodotto dal vero spirito del cinema.
La recitazione di lei è a tratti banale. Allen si salva a malapena come attore ma in generale la regia di questo film banale e noisoso non mi è piaciuta.

Da non vedere!

Tutto sommato un buon film, nonostante una sceneggiatura probabilmente non studiatissima e qualche battuta di Allen non indimenticabile. Bella l'ambientazione inglese (la stessa del prcedente Match Point)

Commedia piacevole, con un certo numero di battute posizionate nel momento filmico giusto. Ma da Allen mi aspettavo di più. Il film, rispetto ai precedenti, è sottotono, appannato, a tratti noioso e ripetitivo; anche se le ambientazioni, gli scorci di campagna inglese e la giusta colonna sonora compensano questi difetti. Non mi convince la coppia di protagonisti, soprattutto S. Johansson, dalla quale mi aspettavo davvero una prova migliore.

Commedia carina per trascorrere una piacevole serata. Scoop scorre liscio, forse troppo, a tratti infatti appare piatto, ma le irresistibili battute di un Woody Allen sempre in forma, nonostante i settantanni, fanno dimenticare i brevi momenti di noia del film.
Non sono molte le trovate, ma Allen le piazza in modo efficace con raffinata ironia, riuscendo a divertire. La Johansson, perfettamente a suo agio in un ruolo imbastitole addosso dal regista,se la cava bene, ma insieme, pur duettando con estrema naturalezza, non riescono neanche a lambire l’affinità comico- creativa della insuperata coppia Allen-Keaton.
Da vedere senza grandi aspettative, parafrasando Lot, come se ordinaste un bicchiere di acqua fresca.

Alla sua veneranda età, come i ragazzini che trovano i codici segreti del loro videogioco preferito, Allen gode di immunità critica e crediti illimitati, soprattutto in Europa. Non che non gli sia dovuto per quanto fatto in passato ma questo sinceramente porta a confondere una serena e senile inconsistenza in leggerezza, eleganza autoriale e fesserie del genere.
Spendere per questo film una frase tipo 'dopo Match Point Allen torna ai suoi dialoghi' ecc... è possibile semplicemente perché in MP della scrittura tipica del regista non v'è traccia e quindi qualsiasi cosa sarebbe stata più alleniana di quello. Il film in realtà è bruttino, poco interessante, con solo alcuni passaggi all'altezza e, come ho letto da qualche parte, sembra realizzato da uno che ha visto i film di Allen e cerca diligentemente di farne uno simile senza ovviamente riuscirci.
Scorre come un bicchiere d'acqua fresca? Sì ma non avevo ordinato acqua fresca.

Film giù di tono, troppi anziani che ruotano intorno ai due giovani e belli.
Le battute ne risentono. La vecchiaia non è una bella cosa per questo genere di film, il sogno del film ne risente e finisce per dibattersi giustamente tra morte e vita, film per pensionati con crisi esistenziali che amano osservare con tenerezza le nuove bellezze emergenti...

Un film leggero, utile per passare 1h e 1/2 in maniera spensierata. Ma che alla fine lascia ben poco e soprattutto una domanda:
ce n'era veramente bisogno?

No non raggiunge la sufficenza, dopo Match Point Allen non abbandona Londra e neanche l'ambiente raffinato e aristocratico, però il risultato è molto diverso. Per certi versi è una storia simile a Match Point, un rampollo dell'alta società è sospettato da un aspirante giornalista e da un prestigiatore di essere un serial killer... Un film leggero, si ride abbastanza ma le trovate del film non sono un granchè, anche i dialoghi, punta di diamante dei film di Allen, sono simpatici ma meno intelligenti del solito. In sostanza un passo indietro qualitativo rispetto a Match Point. Scarlett brava in un ruolo diverso dai suoi precedenti.