Nel 1980 gli Usa e l'Urss firmano la fine della guerra fredda. Ne deriva una crisi dell'industria degli armamenti, con conseguente disoccupazione e malessere sociale. Negli Stati Uniti, il generale Scott prepara un colpo di stato. Il colonnello Casey, da parte sua, avverte del grave pericolo il Presidente. Prende il via un'inchiesta rapida e rischiosa sulla congiura in atto. In capo a sette giorni le trame segrete vengono svelate e il generale obbligato a dimettersi.
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Dopo "Và e uccidi" ed "Operazione diabolica" concludo la cosiddetta trilogia della paranoia di Frankenheimer con la sua pellicola più riuscita. "Sette giorni a maggio" è un eccellente saggio di fantapolitica sostenuto da una sceneggiatura senza sbavature, che contrappone un generale guerrafondaio ad un colonnello dal forte senso del dovere, sullo sfondo sempre delicato della guerra fredda. Grandi dialoghi e grandi attori non lo fanno sfigurare se paragonato a pellicole simili come "A prova di errore" di Lumet o al più celebre "Dottor Stranamore" di Kubrik.