Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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C'è poco da fare, Lynch è un regista della sensazione, ed è proprio questo che lo innalza ad artista, grande artista(uno dei più, a mio parere, al momento). E' un uomo intelligente, ma non intellettuale, un maestro, ma non un professore, un artista, non un regista. Ogni volta che penso di poter commentare un film di Lynch mi ritrovo a mani vuote. Ogni suo film possiede zero e mille letture narrative. L'angoscia della telecamera che disvela la dimensione casalinga, il trucco del personaggio Mistery Man, quasi clownesco, ma terrificante(il Clown è per me un personaggio dal terrore unico), le orgie bacchiche in casa Eddy fanno come sempre di un film di Lynch una perla della cinematografia. Spesso disturbante, Lynch ci interroga, in una dimensione onirica(o forse no?), sulla capacità di far fronte alla nostra vita, ai nostri scheletri nell'armadio, al dolore, al male nella sua espressione più icastica e forte. Parlando più con immagini che con parole.