swimming pool (2003)

Si rimane un pò perplessi dopo la fine di Swimming Pool,thriller lento e d'autore che si rifà spesso a Hitchcock. Ma non è quella perplessità che si trova dopo aver visto un lavoro che provoca turbamenti e partecipazione,bensì con i titoli di coda arriva la fatidica domanda: tutto qui? Per essere un dramma sulla crisi creativa e sull'immaginazione sembra troppo presuntuosamente intellettualoide e pure furbastro con quel finale apertissimo ad effetto (nelle intenzioni di Ozon) che non sortisce l'effetto sorpresa ma anzi riduce ancora di più il risultato finale.
Promosso a pieni voti l'erotismo morboso e spesso spinto del film,così come le brave Rampling e la bella Saignier sul cui corpo si basa gran parte dell'interesse dello spettatore e della protagonista (funzionale alla storia la sua nudità esibita con ostentazione,quindi). Però Ozon non è Bergman,non è Lynch e non sembra avere la capacità di sorprendere davvero chi guarda questa sua pellicola facendo ricadere tutto nel già visto,perfino per un cinema d'autore. Non bastano la buona volontà o l'approfondimento sull'insconsio (sotto questo senso il finale è esplicativo al massimo) per fare un buon film.
Nonostante questo offre qualche spunto interessante anche se prevedibile.