I travagli del giovane Tom Lee (Kerr), sentimentale e sensibile alla cultura, guardato con sospetto perché per tutti, a cominciare dal padre, corrisponde troppo poco allo stereotipo del "macho". Solo la moglie del direttore del college ne capisce e apprezza la finezza d'animo; sarà lei, per fargli vincere l'angoscia di un sospetto di omosessualità, a iniziarlo all'amore.
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Uno dei primi film a trattare "quasi esplicitamente" il tema dell'omosessuali-tà. In un'epoca di grandi aperture mentali (piu' apparenti che reali) il film di Minnelli soffre pero' della predisposizione censoria che sfocia in un finale quasi retrivamente conformista. Ma in realtà il film è semplicemente adorabile e l'interpretazione della Kerr nei panni della moglie del direttore del college dove studia Tom (L'unica persona che sembra accettarlo e volergli bene) è straordinaria. Da antologia lo scontro col marito ed emblematica una frase come "tu non hai paura di lui, ma di quello che rappresenta per te". Non so se ho scritto la frase esattamente come l'ho sentita, sono passati tanti anni dall'ultima volta che ho visto questo film. Da sottolineare l'umiliante rito di Tom che si convince ad andare da una prostituta per mettere fine alle voci su di lui, e la cattiveria gratuita dei compagni di college