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Approfittando della morte dell'ex primo ministro avvenuta ieri, commento questa scialba opera che non rende omaggio a un personaggio così controverso.La Lloyd alza il tiro dopo il successo al botteghino del musical d'esordio, ove però vantava anni e anni di riproposizioni a teatro, insomma era più facile fare centro che sbagliare. Qui commissionata dalla Streep, si trova mossa come un ventriloquo incapace di prendere le redini di una regia così ambiziosa, un'opera che aveva lo scopo di fare da trait d'union con gli ultimi biopic britannici sui monarchi che furono. La Lloyd non riesce a tenere a bada il suo eco femminista e dunque si concentra ad evidenziare l'inusuale presenza femminile in un contesto maschile (e maschilista), spinge su una caratterizzazione rigida, decisionale ma non spiega la genesi di tali scelte antipopolari (Il film è come una lezione di storia insegnata da un approssimativo maestro, mera memorizzazione con nessun punto di riferimento umano) nel suo governo che l'hanno resa alienata ai colleghi e alla sua fazione, rimanda ad una ottuagenaria senilità redenta.Mostra ma non spiega, vorrebbe ma non può.. mancano troppi passaggi, troppi episodi omessi, giustamente imputata di manierismo, monopolizza sulla Streep (che ovviamente per lei è come nuotare nel latte) a discapito di eventi abbozzati (come le Falkland) o proprio saltati insomma non risulta neanche un' amara meditazione sull'utilizzo del potere.