the terminal regia di Steven Spielberg USA 2004
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the terminal (2004)

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locandina del film THE TERMINAL

Titolo Originale: THE TERMINAL

RegiaSteven Spielberg

InterpretiTom Hanks, Catherine Zeta-Jones, Stanley Tucci, Chi McBride, Diego Luna, Barry

Durata: h 2.08
NazionalitàUSA 2004
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2004

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Trama del film The terminal

Viktor Navorsky è appena sbarcato all'aereoporto di New York dall'Europa dell'Est, ma per ironia della sorte nello stesso momento il suo paese di origine viene dichiarato inesistente a causa della fine della guerra. Viktor è senza patria e senza lavoro visto che il suo passaporto e i suoi documenti non sono più validi. Si stabilisce così nel terminal dell'aereoporto, dove viene accolto dallo staff e dove si innamora di una hostess.

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Voto Visitatori:   6,95 / 10 (304 voti)6,95Grafico
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Voti e commenti su The terminal, 304 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Spotify  @  31/05/2017 05:25:05
   8½ / 10
Stupendo film di Spielberg. Ho letto in giro che questa pellicola viene considerata una delle opere minori del maestro, ma io penso esattamente il contrario, questo è uno dei suoi lavori migliori!
C'è tutto: originalità, umorismo, personaggi fantastici, dialoghi impeccabili.
Il fuoriclasse di Cincinnati, dopo "Prova a Prendermi", firma un lungometraggio per alcuni versi simile, specie nello stile. Si, perché per la seconda volta consecutiva, Spielberg gira una commedia raffinatissima, non uno di quei filmetti commerciali già confezionati. Si vede la passione, l'impegno che il director mette al fine di rendere credibile una storia davvero assurda.
La trama è ambientata all'aeroporto JFK di New York e ha per protagonista un certo Viktor Navorski. L'uomo è un cittadino originario di un paese dell'Europa dell'est, la Cracosia, ed è venuto fino a New York per un'importantissima questione personale. Quando i documenti di Viktor vengono controllati, risultano invalidi a causa di un colpo di stato avvenuto proprio nel paese natale di Navorski, mentre questi era in viaggio, e quindi ora, l'uomo è come se risultasse senza alcuna cittadinanza e per giunta, non può ne uscire al di fuori dell'aeroporto, ne tornare indietro. L'unica cosa che può fare è aspettare li nel terminal, gli sviluppi sulla situazione socio-politica della Cracosia. Quella che doveva essere una breve permanenza nel JFK, si trasforma per Viktor in una vera e propria odissea, con l'uomo che resta chiuso nel terminal per mesi, in quanto il suo paese non riesce ad uscire dalla guerra civile. Per Navorski, il soggiorno all'aeroporto durante tutto questo tempo, sarà costellato da tantissime avventure, fra le quali l'incontro con Amelia, una bellissima hostess. Ma riuscirà Viktor ad uscire dal terminal?
Spielberg realizza un film davvero particolare, difficilmente inquadrabile in una sola categoria. A volte ci sbellica dalle risate, altre volte ci si emoziona tantissimo. Infatti, "The Terminal" è, a tratti, una pellicola molto tenera, per delle situazioni davvero commoventi e per l'empatia che il regista ci fa provare nei confronti di Viktor. Lo spettatore vorrebbe aiutare il povero uomo, cercare in qualche modo di tirarlo fuori da quel dannato aeroporto. Però purtroppo l'astante non può far altro che assistere al film e sperare che in un modo o nell'altro, il caro Viktor riesca a spuntarla.
Il regista in questa pellicola tratta moltissimi temi, riuscendo sempre ad essere lucido nell'esposizione. E un'altra tematica che Spielberg affronta, è quella dei pregiudizi nei confronti degli slavi (presumo che la cracosia sia un paese slavo). Come possiamo notare, il supervisore dell'aeroporto, un puro americano fiero di esserlo, tratta in malo modo il povero Viktor, come se lo statunitense, appunto, si sentisse superiore nei confronti dello slavo. Attraverso ciò il director esplicita quello che purtroppo è un luogo comune, cioè il pensare gli europei orientali come persone povere e ignoranti, e quindi di conseguenza, questi vengono mal rispettati da tutti gli occidentali, europei o americani che siano.
C'è spazio per un po' di sano patriottismo. Spielberg ci descrive gli USA come un luogo unico e sensazionale, pur non mostrandoceli mai. Però, proprio attraverso dei sapienti primi piani, sia sull'uscita del JFK, sia sugli occhi di Navorski, il quale ricordiamo, non può oltrepassare l'uscio dell'aeroporto, il director fa intendere quanto debba essere splendida l'America.
Fermiamoci però, proprio sul fatto che il regista non ci fa vedere mai, eccetto nel finale, l'ambiente al di fuori del terminal. Difatti, per 2 ore e passa, la location è sempre quella dell'aeroporto. Tuttavia, per tutta la durata, non ci si annoia mai, anzi, ci si diverte sempre di più! E' vero che l'ambientazione è sempre la stessa ma l'aeroporto è talmente grande che dopo un po' di tempo non ci si fa più caso. Tramite tutto questo, Spielberg ne approfitta per documentare in maniera vera e propria, come si svolge una giornata in un aeroscalo, più specificatamente, al JKF di New York. Il regista ci mostra il mastodontico via vai di persone, le varie attività che si svolgono all'interno del terminal, le quotidiane questioni burocratiche ecc...
il tutto è descritto con una classe ed un'eleganza davvero incredibili. D'altronde, a chi importerebbe mai come si svolge una giornata in un aeroporto? Invece Spielberg riesce a far diventare lo spettatore curioso di scoprire sempre più cose. Un grande merito va anche ad una strepitosa scenografia. Realizzata benissimo e valorizzata in maniera sublime dal director, il quale ci fa esplorare ogni angolo di essa, è una dei protagonisti della pellicola.
Direzione degli attori fantastica. Tutti sono fatti calare in maniera impeccabile nei rispettivi ruoli e di conseguenza, ogni personaggio sembra davvero realistico. Viktor vabbé, che lo dico a fare... semplicemente unico. L'astante si affeziona allo sfortunato viaggiatore, lo vorrebbe aiutare a portare a termine la sua "missione". Poi Spielberg rende Navorski un individuo simpaticissimo e mai dal comportamento banale o scontato, anzi, spesso si resta spiazzati dal modo di agire dell'uomo. Senza dubbio uno dei soggetti più forti ed originali che la settima arte abbia mai visto nell'arco degli ultimi 13 anni. Ottimo anche il personaggio di Amelia Warren.
Il ritmo scorre velocissimo. Sono talmente tanti gli avvenimenti che accadono che non si fa in tempo a riprendere fiato tra una scena e l'altra. La narrazione è fluida e sempre piena di eventi, alcuni anche parecchio imprevedibili. E poi c'è un numero infinito di sequenze divertentissime. Certe sono degne dei migliori film comici. Ma poi sono anche innovative, si presentano diverse dalle normali scene che si vedono nelle classiche commediole, eppure, fanno ridere il doppio. Oltretutto non si ripetono mai, fatto che dimostra come il regista era particolarmente inspirato per "The Terminal".
Il finale riserva un bel colpo di scena, è architettato bene e conclude in maniera più che degna l'opera. Non manca anche qui la comicità. Ma non manca neanche, ancora una volta, la genialata di spielberg:


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Tom Hanks è pazzesco. Quella di Viktor Navorski è sicuramente una delle interpretazioni migliori dell'attore di Concord. Hanks riesce il rendere il proprio personaggio originalissimo e pieno di sfaccettature. Viktor Navorski è un soggetto dalle mille qualità ed ha un carattere variegato, ma costantemente allegro. I primi 30 minuti dell'attore sono magnifici, in quanto lo vediamo in siparietti comici con il supervisore, dove Hanks non capisce una benedetta parola di quello che Stanley Tucci gli dice. Mitiche le facce da pecorella smarrita che l'interprete fa quando si ritrova tutto solo nel terminal. E vogliamo parlare delle gag dove Tom è protagonista?
Una più spassosa dell'altra, dove oltretutto Hanks, riesce a dare quel tocco di originalità in più.
Bravissimo l'attore anche nei momenti più romantici con Catherine Zeta-Jones.
Insomma, che altro dire, una performance spaziale di un attore spaziale. Il top del top!
Ottima la colonna sonora, pur non essendo epocale come in altri lavori del regista. Nonostante questo, è azzeccata.
Sontuosa la sceneggiatura. Già la storia in se è innovativa, poi Sacha Gervasi e Jeff Nathanson buttano giù un mare di idee, una più interessante dell'altra. Tutto è curato nei minimi dettagli, nulla è fuori posto. Ci sono colpi di scena, situazioni esilaranti a non finire, una grandissima stesura del protagonista, un impianto narrativo solido come la roccia e dei dialoghi-capolavoro, uno degli elementi migliori della pellicola.

Conclusione: un film bellissimo, un piccolo masterpiece. Insegna molte cose ed ha per protagonista un uomo estremamente particolare. Tom Hanks incredibile. Che altro dire, peccato solo che sia uno dei prodotti meno ricordati di Spielberg, ma per me, è uno dei suoi migliori!
Se non l'avete ancora visto, provvedete alla svelta.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/06/2017 14.23.08
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