to rome with love regia di Woody Allen Spagna, USA, Italia 2012
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to rome with love (2012)

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locandina del film TO ROME WITH LOVE

Titolo Originale: TO ROME WITH LOVE

RegiaWoody Allen

InterpretiWoody Allen, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Alec Baldwin, Penélope Cruz, Judy Davis, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Alessandro Tiberi, Alessandra Mastronardi, Alison Pill, Flavio Parenti, Roberto Benigni, Greta Gerwig, Antonio Albanese, Ornella Muti

Durata: -
NazionalitàSpagna, USA, Italia 2012
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 2012

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film To rome with love

Quattro episodi - molto liberamente ispirati alle novelle del Decamerone originale - che ripetono lo stesso canovaccio in cui un padre accompagna la figlia a Roma per conoscere la famiglia dell'uomo italiano che la ragazza ha intenzione di sposare.  

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Voto Visitatori:   4,86 / 10 (122 voti)4,86Grafico
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Voti e commenti su To rome with love, 122 opinioni inserite

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pak7  @  01/10/2023 10:51:09
   6 / 10
Omaggio totale alla città di Roma. Allen ci porta in luoghi anche poco conosciuti e lo fa con storie diverse, alcune inverosimili. Il risultato è piacevole, ma non entusiasmante.
Mezzo punto in più per la comparsata di Della Casa, mio personale idolo ("io sono un dottore in legge") di quando ero piccolo.

Filman  @  20/06/2022 10:20:11
   7 / 10
TO ROME WITH LOVE non è il primo film cartolina di Woody Allen, che sembra essere tra l'altro il più distratto e approssimativo dei turisti nel modo in cui vede l'Europa e la descrive. Ma, soprattutto, se è vero che una delle storie è abbastanza idiota e l'altra è sostanzialmente una commedia degli equivoci all'italiana, ovvero la peggiore esistente, gli altri due sono piccoli lampi di surrealismo. Nel complesso, rispetto all'intera filmografia del regista, ci troviamo di fronte ad un film non meno leggero della media, fortunatamente meno noioso e monocorde, più diversificato, originale e che non ha paura di scendere nell'assurdo, cosa che accade sempre più di rado.

Wilding  @  28/03/2020 10:03:26
   7½ / 10
Altra commedia del grande Woody, dalla trama sconclusionata ma comunque piacevole, peraltro sorretta egregiamente da grandi interpreti e una eccellente fotografia della Città Eterna.

waysofmaybe  @  11/12/2019 21:04:19
   7 / 10
Secondo me Roma viene paragonata all'Amore.
Ma la Roma vista con gli occhi di un turista, e l'Amore quello dei vent'anni.
Perché?
Per il titolo (To Rome With Love - vi devo dì proprio tutto).
Ma anche per la sua genuinità e spontaneità, e per le cose che sono edulcorate nello spazio e nel tempo.
Le strade e le storie che si intrecciano, le vite viste da uno scorcio (una rotonda, un servizio televisivo, un dialogo, etc.) o immaginate dopo aver notato un particolare (una persona famosa per qualcosa che ha fatto, un luogo, etc.), il rapporto democratico tra ricchi e poveri (per un turista degli US&A almeno), per come ti porta su e forse all'improvviso ti precipita lo sguardo e non sai neanche perché o come sia successo.
Ma Roma per chi la abita non è così.
Il traffico, ad esempio, è la prima cosa che mi viene in mente: per un romano è l'inferno, per un turista finisce in secondo piano.
Questa cosa mi ha fatto pensare.
L'amore è un ammasso di eventi caotici, incomprensibili ed imprevedibili, non è qualcosa di chiaro: se non hai esperienza e sei un turista, la vedi più pittoresca di quel che è. Non sono tutte rose e fiori (e quando qualcosa è troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è).
C'entra davvero tutto questo col film?
Non lo so.
Non so quale sia il punto, o se non ce ne sia uno, o ce ne siano diversi di punti (nemmeno il mio post arriva ad un punto, lo so), però m'è piaciuto.
E gli attori tutti bravi.

stella.la  @  20/03/2016 22:31:10
   6 / 10
Dopo aver visto Midnight in Paris mi aspettavo di rivere la magia che avevo vissuto a Parigi anche a Roma.. invece tolte alcune splendide inquadrature della città eterna il film, per la maggior parte del tempo, mi ha annoiato.
Tante storie si sfiorano a Roma, ma tutte rivestite da una bella dose di banalità e cliché. E poi Benigni, che dovrebbe rappresentare il romano per eccellenza... che cos'ha di romano???
Mah, mi ha lasciato un po' perplessa.

freddy71  @  19/08/2015 12:29:36
   7 / 10
be ragazzi capisco che non è il miglior film del maestro forse un po' sconfusionato si fa fatica a seguirlo ma scusate cmq degli spunti di riflessione ci sono eccome....per esempio la storia riguardante benigni...oppure quella della Cruz ...per me non è tutto da buttare...anche la colonna sonora carina.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  10/05/2014 21:00:23
   6 / 10
Discreto film in cui Allen mette in scena una sua idea di Italia. Tra cantanti da doccia, media impazziti per la pseudo-star del momento e rapporti tradimenti nascosti di ambo i coniugi. il tutto con una Roma splendida a far da cornice.
Allen ha fatto decisamente di meglio, è comunque un prodotto abbastanza gradevole, che forse è stato maggiormente apprezzato all'estero che in Italia.

Attila 2  @  09/04/2013 11:26:45
   6½ / 10
Quyattro storie,quattro episodi,che pero',a differenza degli altri film a episodi,non ne inizia uno per finire e cominciare l'altro,ma si alternano all'interno del film.Quattro episodi per un film "leggero",a volte persino troppo,tanto che non sembra neanche un film di Woody Allen,che nelle sue commedie ha abituato a film piu' di "spessore".Comunque quello che ne viene fuori e' un fiolm che si lascia vedere.Fa sorridere e divertire a tratti e' addirittura grottesco.Quindi non lo boccio.Solo lepisodio di Benigni mi ha lasciato "perplesso" ma non per colpa sua ma perche' la "trama" e il "significato" del suo episodio sono davvero senza senso.Nel complesso un film vedibile,anche se non lascia il segno come altri di Allen.

fabri70  @  27/03/2013 18:51:21
   6 / 10
vale la pena vederlo giusto per l ambientazione romana e per le musiche..niente di piu

benzo24  @  07/01/2013 12:49:21
   7½ / 10
Omaggio di Allen alla commedia italiana e al suo declino, un omaggio sincero a Roma alla sua bellezza e alle sue rovine, che rimane lì potente ed eterna mentre la cultura occidentale inesorabilmente è in continua caduta libera.

vale1984  @  29/10/2012 14:02:57
   6 / 10
film carino ma molto sconclusionato e senza un vero filo conduttore...insomma gli eventi si susseguono e i personaggi talvolta si intrecciano ma a parte roma e l'amore hanno ben poco da confrontarsi...carino e leggero ma non come ci se lo aspetta.

BrundleFly  @  26/10/2012 19:53:47
   6 / 10
Boh sinceramente non capisco tutto questo accanimento verso il film. Sì certo di sicuro non è un Woody Allen in piena forma, ma in giro c'è sicuramente di peggio, manco si trattasse di "Natale in Bangladesh".
Per me, almeno la sufficienza se la merita.

stefy 86  @  04/06/2012 22:09:50
   6½ / 10
E sotto la cornice di roma,woody allen sforna questa commedia.
Carina,non il suo miglior film,che viene salvata dalla vivacita' del nostro benigni e dalla sensualita' della buona penelope cruz!

Invia una mail all'autore del commento Davide Barberis  @  27/05/2012 14:34:00
   7½ / 10
Ci si chiede come buona parte della critica italiana, probabilmente già entrata nelle sale con una visione pregiudicata, possa sostenere su più fronti che in To Rome with Love emerga un Woody Allen "sotto tono" o "poco ispirato" e criticare una pellicola, probabilmente non inarrivabile come gli ormai classici e non-paragonabili suoi apici, ma comunque così ben riuscita nel suo genere e, a ben vedere, a cui difficilmente si può chiedere di più.
Fosse stata fatta in Italia, una commedia di questo calibro e statura verrebbe osannata assieme al suo regista e assurta a esempio alto degli ultimi anni del genere.
Possiede tutti gli ingredienti che fanno di una commedia (genere vivisezionato in tutti i modi da Allen e nel quale si riconferma un maestro) un'opera ben riuscita ed apprezzabile da molteplici punti di vista e sotto svariati aspetti (carente forse solo di quel lirismo commovente accostato a risate liberatorie, proprio esclusivamente di quelle commedie eccellenti e difficilmente arrivabili come è stata, per citarne una in Italia, Amici miei e alle quali non è opportuno e congruo accostare quest'opera comunque eccellente se si considera soprattutto che non era palesemente intenzione di questo Allen più farsesco provare a emulare tale lirismo e oltretutto che giunge dopo appena un anno dall'altrettanto buono Midnight in Paris). Una commedia leggera ma non superficiale, coinvolgente e ben articolata e, soprattutto, genuinamente divertente; un insieme come, se ci si pensa, di rado ultimamente si può vedere nelle sale cinematografiche.
- Leggibile a più livelli, ricca di significati e interrogativi intriganti e spesso ironici, neanche troppo sottintesi. Su tutti un'indagine nelle maglie del successo, della salvezza della (o dalla?) notorietà, del divismo all'acqua di rose; all'acqua di rose e mondana come la Roma romantica e turistica vista, più che vissuta, dai personaggi (in cerca d'autore) nelle quattro storie raccontate e narrata da un Allen (nei panni di Boccaccio), in quest'occasione anch'esso nuovamente attore e regista turista, a suo agio nelle città d'arte e d'amore come quelle dei capitoli scorsi: a partire dalla fredda Londra di Match Point fino alla magica Parigi, passando soprattutto per il, per certi versi affine, caldo e passionale Vicky Cristina Barcelona. Una Roma volutamente dipinta, stereotipata con tutti gli innumerevoli cliché del caso (dall'italianissima Vespa posteggiata in bella vista, ai set sempre caratteristicamente turistici, ai paparazzi all'erta nelle piazza mondane); una visione non sterilmente idilliaca e da cartolina sdolcinata, ma uno sguardo intenzionalmente stereotipato (a differenza per esempio della maggior parte delle commedie e dei melò italiani, a mo' dei drammaticamente "seri" baci inseguiti sotto la pioggia alla Muccino, che Allen non fa ingenuamente accadere e su cui ironizza, addirittura ambientando tali scene sotto lo sguardo di un giudice esterno terzo incomodo). Una consapevole ottica che sottende una critica acuta e neanche troppo velata (e qui ci si chiede come i recensori la colgano e apprezzino così poco) a chi altrettanto "alla leggera" adotta una tale prospettiva, ai protagonisti che vivono e vedono (più che guardano) Roma così da "toccata e fuga", superficialmente; come superficiali, aberranti e fondati sull'apparenza sono i desideri e le pulsioni giovanili (già toccate in Vicky Cristina Barcelona e ricorrenti nella filmografia alleniana) dell'attraente e puerile attrice americana Monica, la sensuale Ellen Page di Juno, e del ragazzo dell'amica ingenuamente invaghito di lei (genialmente "consigliato" dal suo alter-ego senile, reale o immaginario che sia, magistralmente interpretato dallo sguardo da divo consumato di Alec Baldwin); o di superficie è l'effimero "successo per il successo" dell'ottimo e a suo agio (nella parte ma non nella finzione) Roberto Benigni.
- Dinamicamente coinvolgente e ben congegnata e gestita, con una trama intrigante (e di intrighi) e sensibilmente più articolata che nel precedente capitolo, tanto da ritornare a un ritmo serrato e a una lunghezza ad esso più consona. Un ritmo degno del secondo filone dei suoi film frenetici di matrice newyorkese dai cast numerosi (come coi 10 personaggi principali più altri 45 di Hannah e le sue sorelle) coi quali Allen si è sempre trovato a suo agio, e un minutaggio che si attesta sui 110 primi come da un po' non si vedeva nei lungometraggi alleniani, che si erano assestati sempre più su una lunghezza standard intorno ai 90 minuti, assieme ai soliti stilemi, oltre che narrativi anche formali, già consolidati, quali ad esempio le musiche e i titoli di testa in Windsor EF Elongated bianco su sfondo nero (font usato ricorsivamente fin da Io e Annie), durante i quali in tal caso viene omaggiata l'internazionale Nel blu dipinto di blu di Modugno (a differenza della presenza ricorrente e volutamente quasi farsesca di motivetti spensierati per mandolino, così distanti dall'usuale, amato e suonato, jazz dei salotti alleniani).
Che dire dei microfoni a vista che compaiono più volte allo sguardo anche dello spettatore meno attento: essendo difficile pensare a una svista in una produzione di così alto livello e in relazione alla cura maniacale di Allen, si può solo ipotizzare una scelta voluta ai fini di rimarcare ancora in un modo la natura di commedia, di finzione, della storia volutamente stigmatizzata portata sullo schermo, come in altri rari casi accade invece coi film eccessivamente violenti per richiamare la percezione dello spettatore.
- Ma sopra tutto, come detto, il film diverte e senza volgarità e nudità, come si addice alla commedia di buon gusto (all'italiana di un tempo, alla Monicelli e Fellini, ancor più che a quella alleniana maggiormente ironica e dissacrante); il tutto a dispetto dell'imprecazione iniziale del vigile urbano (divenuto ora realmente una star degli incroci romani) che ci catapulta subito in apertura nel traffico delle storie avventurose che si avvicendano nelle vie e nelle piazze romane.
- Certo la visione di Allen si conosce e la continuità della sua Opera, costantemente arricchita e perfezionata, è risaputa e anche in questo caso la ricorsività narrativa è ben visibile. Ma non condannabile. A meno di estremizzazioni, come nell'eccessivamente già visto e creativamente sterile Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (e questo sapiente potpourri di intricate storie di "vacanze romane" con un'originale strizzata d'occhio alla commedia all'italiana non ne è il caso), anche i più ingiusti e accaniti detrattori della ricorsività artistica alleniana non possono più non riconoscere la portata e valenza artistica, anziché una carenza d'inventiva, del continuum della sua filmografia, che ne fa un'opera d'arte unica e in costante evoluzione progressiva e nobile affinamento di temi, indagine della vita e delle vie di salvezza terrena; qui a esser trattata e posta sotto esame (quasi consuetamente psicanalizzata) è la via del successo, l'abbandono ai desideri e ai sogni passionali, la ricerca di notorietà e benessere altolocato che possono (nel bene e nel male) distogliere dalla quotidianità. L'esito di tale percorso è abbozzato, ipotizzato nelle sue varie sfaccettature e lasciato in parte valutare allo spettatore in un ottimo finale che porta soddisfacentemente a compimento le differenti storie.
Questo viaggio nella Roma turistica dei giorni nostri (con le dovute proporzioni e cautele e con un'ovvia "leggerezza" in più) non così lontana, sebbene più luminosa e stigmatizzata, dalla città modaiola e scanzonata, dalla scandalistica dei paparazzi e dai lussi della dantesca Dolce Vita dipinta da Fellini, potrebbe essere posto come l'ultimo capitolo, fino ad ora (visto che dovrebbe essere in cantiere almeno un nuovo lavoro europeo che alcuni rumours vociferano in Danimarca), di un filone alleniano nelle capitali eterne d'Europa, dopo Londra, Barcellona e l'ultima Parigi senza tempo, vista anch'essa dagli occhi e dai pensieri di un passeggiatore occasionale. E se in Midnight In Paris la carrellata iniziale, a differenza delle panoramiche indimenticabili e anche in questo caso imparagonabili di Manhattan, era, in effetti, un po' eccessivamente espressionista (per quanto illuminante e perfettamente realizzata), in questa pellicola non ci si abbandona mai a sterili voli pindarici paesaggistici, se non ai fini visivamente strumentali della narrazione e dei viaggi della mente dei protagonisti. Un ennesimo capoverso in questa saga europea che, da un lato, rielabora alcune visioni precedentemente sviluppate (come l'indagine sulla passionalità già presente per ultima soprattutto in Vicky Cristina Barcelona) e, dall'altro, compie un nuovo e, checché se ne dica, nel suo genere ben riuscito omaggio alla Città Eterna e alla cultura del Bel Paese (quello dall'apparenza piacione, romantico e soleggiato visto dagli occhi di un americano o di un turista), a partire dalla musica lirica, l'unica ad offrire qualche break nel serrato avvicendarsi delle scene delle quattro novelle.
Una menzione, connessa all'Opera italiana, va riservata all'unico personaggio che riesce, se pur con un compromesso, a essere umilmente a suo agio davanti al pubblico: l'improvvisato lirico, il quale risulta in grado di esibirsi solo a patto paradossalmente di mantenere la propria intimità cantando le arie sotto la doccia come a casa propria, in un'orchestrazione geniale (altro che poco ispirata!) delle suddette scene.
- Il tutto, trascurando il mediocre doppiaggio, con una compagnia di attori veramente in stato di grazia (eccetto forse lo stesso "normale" Allen nei panni del suo solito, ma non per questo non esilarante, personaggio), a partire dai caratteri minori e dalle piccole parti recitate dai cammeo italiani.

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donald51  @  19/05/2012 22:15:20
   9 / 10
Vidi Io e Annie nel 77, quando uscì. Per me fu una folgorazione, non avevo mai visto un film così. Da quel momento sono andato avanti con pane e Woody Allen. Ora dopo tanti anni mi parlano di questo nuovo film romano e ne dicono di tutti i colori. Ho sentito ingiustizie assolute che non si direbbero nemmeno per il peggior film di Alvaro Vitali. Eppure io questo film me lo sono goduto... perchè credo di averlo capito fino in fondo. Ho capito l'intento di Woody. Penso che chi l'a disprezzato è perché non ha capito che quel genio di regista ha fatto quattro film in uno, e ognuno di questi con uno stile diverso, con musiche, luci e costumi diversi. Solo un genio del cinema può avere una simile padronanza dei generi della commedia e dei registri. Però penso che le nuove generazioni è difficile che lo apprezzino... fissate come sono con il realismo a tutti i costi o con i film fracassoni. Questo è un film fatto di altri film, pieni di citazioni dei bei film italiani che vedevamo al cinema una volta, quando il cinema italiano era davvero grande. Chi non conosce quei film là e non li ama... beh... difficilmente apprezzerà questo. In compenso dopo averlo visto me ne sono andato a casa contento. Grazie Woody, ancora una volta.

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Lory_noir  @  13/05/2012 22:11:14
   7 / 10
Sicuramente uno dei meno brillanti di Woody Allen ma comunque godibile. In certi momenti si possono scorgere sprazzi di genialità.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR HollywoodUndead  @  12/05/2012 10:30:48
   6½ / 10
FABRIT  @  11/05/2012 17:17:43
   7 / 10
Per questa pellicola ho letto un sacco di critiche negative, ma a me questo film di Allen è piaciuto molto.
Non mi sono annoiato un secondo...bello.

Walter75  @  08/05/2012 21:53:55
   8 / 10
Sono andato al cinema nonostante le critiche e mi è piaciuto. Questo film, divertente e persino geniale sotto molti aspetti, non può prendersi le colpe dei difetti dell'Italia. La colpa è nostra se appariamo così e non sarà certo un film a cambiare l'opinione che hanno all'estero di noi, anzi, la situazione culturale italiana attuale è molto peggiore di quanto appaia in quest'opera, che è leggera e mai offensiva. Dovremmo limitarci a gustarcela senza pensare se facciamo o no bella figura. Però dato che in questo caso si tratta di un non italiano che ci racconta (non "giudica", attenzione), allora la prendiamo sul personale. Diciamo pure che il parere dei "forestieri" non ci è tanto simpatico. Non siamo forse noi quelli che con il doppiaggio non vogliamo che si parli altra lingua se non la nostra, anche nei film stranieri?

step850  @  07/05/2012 01:31:55
   8½ / 10
Woody Allen è un genio e questo è un film geniale. Si tratta proprio di quei casi in cui la critica prende una svista e non si accorge di aver di fronte un grande film, grande proprio perché complesso da capire e che ha bisogno di almeno due o tre visioni per essere compreso del tutto. I rimandi sono infiniti, dalla malinconia di Melpomene riguardante la futilità dell'esistenza ai Pagliacci di Leoncavallo. L'esortazione "Ridi, pagliaccio", appunto, sembra rivolta ai personaggi del film, soprattutto Leopoldo/Benigni, come per ricordarci che non può esserci commedia senza tragedia, e questa brillante pellicola del regista newyorkese ha alla base le tragiche note dolenti della nostra società dell'apparire, in cui ognuno ha lo scopo di mettersi in mostra rispetto agli altri e accumulare potere. Molto superficiale l'atteggiamento dei critici a riguardo, e il loro modo di boicottarlo senza preoccuparsi neppure di procedere con un'analisi professionale del contenuto. Grave. Il brutto segno di una decadenza che ormai ha investito tutti i settori, e che ha fatto perdere quell'importante dote che si chiama (auto)ironia.

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jiko  @  06/05/2012 11:27:08
   6 / 10
Un Allen sottotono e fiacco, probabilmente un film all'anno è davvero troppo anche per lui. Tutti gli episodi sono deboli e poco ispirati, da un regista come lui mi aspetto sempre il massimo. Ogni tanto si sorride, qualche battuta sparsa qua e là, ma l'impressione generale è che Allen abbia una visione distorta e deformata del nostro Paese e il risultato finale del film ne risente. Film mediocre, da dimenticare in fretta.

lucrezia1  @  05/05/2012 10:09:18
   6 / 10
Allen, attraverso questo film, ci mostra lo spaccato di una società ( Italiana e non) in decadenza: coppie di sposini e di fidanzati pronti a tradirsi alla prima occasione; media e pubblico interessati e impazziti per persone che non hanno qualità e capacità artitiche ( vedi episodio di Benigni) oppure che si bevono qulasiasi novità venga loro propinata ( vedi episodio del cantante lirico); attori famosi e società bene senza morale alcuna al di là dell'apparenza 8 vedi episodio di Albanese e di Penelope Cruz al rinfresco)...Tutto ciò accompagnato e in perfetta sintonia con le rovine della città eterna bellissima grazie ai fasti di un passato di splendore e potenza ma lontanissimo dai giorni nostri.
Se concettualmente,quindi, su questo film e su questa visione della realtà non si può che essere d'accordo, ciò non significa che dal punto di vista cinematografico sia un bel film all'altezza delle produzioni migliori di Allen.
Tranne qualche episodio ( a mio giudizio quello del cantante lirico, di Benigni e della Cruz), alcune battute e il significato sotteso alle storie raccontate, infatti, il film risulta alquanto insignificante.
Peccato perchè le idee c'erano ma poi si perdono in un susseguirsi di scene che non catturano lo spettatore e si sgretolano nei rispettivi e scontati finali.
Comunque sia è gradevole da vedere, strappa qualche risata e Woody Allen quando recita è sempre fortissimo. Lo consiglierei perciò solo a chi apprezza il regista e coglie la sua sottigliezza e originalità, anche se ben nascoste...

scantia  @  04/05/2012 13:51:32
   7 / 10
non riesco a maltrattare Woody e comunque questo film non merita le tante, troppe critiche che ha ricevuto.
Ingenuo pensare che un autore intelligente come Allen abbia semplicemente fornito uno spaccato macchiettistico della società italiana. Questo è un film sul cinema, sui personaggi del nostro cinema, sulla Roma del nostro cinema, sui luoghi comuni con cui gli autori italiani hanno farcito, per critica, per satira o per superficialità, sempre il nostro cinema. C'è Fellini, c'è Monicelli, ci sono le macchiette di Sordi e c'è la cinepresa neorealista che indaga nei vicoli e nelle case della gente comune, ma ovviamente tutto appare finto, ricostruito, anacronistico nell'abbigliamento e negli arredi, perchè...è cinema!
Woody conosce la differenza tra l'Italia cinematografica è quella reale, sa perfettamente che nessuno veste più con abitini anni 50 in cotone stampato da due lire, ci sono Dolce&Gabbana tra il pubblico del teatro (per ribadire ai meno attenti), ma l'intento è quello di mettere in scena un'idea di cinema che evidentemente ama e rispetta, tanto da accostarla ad una vaga rivisitazione del proprio passato (Baldwin-Bogart di Provaci ancora Sam).
Unica nota stonata il doppiaggio non sempre impeccabile, ma un grandissimo Leo Gullotta che non fa assolutamente rimpiangere la voce "originale" di Lionello.

andrea d  @  04/05/2012 05:17:58
   10 / 10
Dopo l'Inghilterra, la Spagna e la Francia, l'Italia è stato il paese che l'ha accolto peggio. Per un malcontento celato dal nostro orgoglio, dalla nostra convinzione di essere gli unici in grado di poter parlare di noi stessi. Se lo "straniero" arriva non può capirci, può solo descriverci come spaghetti e mandolino. Eppure, Allen nel film si sforza dalla prima all'ultima inquadratura di non girare niente di gratuito. Il bel Midnight in Paris di cartoline ne mostrava molte di più. Il personaggio di Alec Baldwin dice a tal proposito: "Non mi diverto a fare il turista, preferisco vagare tra i vicoletti" (ma i critici, troppo occupati a trovare i loghi dei product placement qua e là, non lo hanno sentito). E sono infatti i vicoli a predominare in To Rome with Love, e con loro il senso di caos e di smarrimento che la grande metropoli comporta. Tra i vicoli ci si perde e si fanno incontri casuali, possono nascere storie, e ogni storia non ha la pretesa di essere esemplare ma viaggia su un filo di leggerezza, dovuto alla consapevolezza che questi racconti sono solo quattro tra centinaia e centinaia che il vigile di Piazza Venezia, narratore del prologo, ci può enunciare. Sono la spensieratezza e la casualità le basi di un film che doveva chiamarsi The Bop Decameron, un insieme di racconti briosi, frizzanti, che però possono nel loro piccolo farci riflettere. Non a caso abbiamo un uomo comune e senza doti (Benigni) che diventa improvvisamente famoso senza merito, e dall'altra parte un tenore di grande talento (Armiliato, un'immensa voce) che non è conosciuto da nessuno e riesce a farsi sentire solo nel momento più intimo della giornata. Ma forse delle quattro la storia che ha smosso di più il subconscio degli italiani, per dirla insieme ad Allen-Freud, è quella dei due sposini che commettono "adulterio" (che ricorda Baciami Stupido di Wylder). Forse non vogliamo ammettere che una parte della nostra cultura, anche se nel 2012, veste ancora con abiti anni '50. Ma l'amore del titolo c'è, ed è in ogni inquadratura, in ogni canzone nostalgica (ma è stato deciso che le belle canzoni non possono essere più utilizzate), nel grande omaggio concesso alla nostra lirica e all'archietettura, antica e moderna (vedere la contrapposizione tra le rovine romane e l'auditorium di Renzo Piano). La Roma di Allen non è la vera Roma, ma è filtrata da un immaginario cinematografico, quello dei nostri grandi registi, amati profondamente dal cineasta newyorkese. Quella di Allen è una Roma sospesa nel tempo, nei suoi costumi, nei suoi luoghi e nelle sue luci, splendidamente realizzate dal Darius Khondji di Midnight in Paris, che mette a punto una fotografia di sapore "italiano" nel miglior senso del termine. Perché To Rome with Love è un film italiano, almeno per la sua metà: pensate, Woody è venuto da noi a girare un film parlato al cinquanta per cento con la nostra lingua. E pensate ancora, ha scelto di girare nella zona popolare e tutt'altro che turistica della Garbatella e nel rione Monti, e nelle semisconosciute Villa Gregoriana a Tivoli e Villa dei Quintili sull'Appia. Ce l'ha messa tutta per fotografare luoghi cinematograficamente quasi inesplorati, eppure il risultato è questo: "Tornatene a New York, noi non siamo più così come ci racconti". A questo punto si spera davvero che a New York ci torni, per il bene suo. Io, dal canto mio, gli dico solo: grazie. Perché, come recita la "stereotipata" canzone di Modugno, "Penso che un sogno così non ritorni mai più".

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Ultima risposta 16/05/2012 21.42.06
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kako  @  03/05/2012 16:39:47
   6½ / 10
uscito dal cinema non mi son ritenuto insoddisfatto, il film mi ha divertito. Sicuramente non siamo di fronte ai migliori film di Woody, anzi ne siamo molto lontani, e sicuramente è anche il più fiacco dei film europei del regista, neanche paragonabile al bellissimo Midnight in Paris. Però, nonostante la commercialità di molte parti delle storie raccontate, si trovano vari spunti dove si riconosce il vero Woody Allen e varie battute sono esilaranti. La storia di Benigni è quella che mi ha deluso di più, un po' campata in aria e ripetitiva, mentre quella di Allen stesso l'ho trovata ben fatta e originale. Quella di Tiberi, Cruz, Mastronardi, Albanese è un po' pacchiana e troppo adattata alla scarsa commedia italiana contemporanea, ma certe battute e sketch si distinguono dalla banalità. Carina la vicenda di Eisenberg, Baldwin, Page, con quest'ultima che trovo sempre più brava. Non sarà un Allen intelligente e pungente come ci ha abituati, sarà anche scaduto in trovate commerciali (pubblicità di vari prodotti in vista) e non avrà farcito la trama di quell'"intellettualità" con cui di solito riempie i suoi film, ma anche questa versione leggera (adattamento all'Italietta?) non posso dire che mi abbia deluso. Come detto, non paragonabile ai suoi capolavori, ma per me, un film piacevole e divertente, nonostante la scarsa brillantezza. Probabilmente se non fosse un film di Woody Allen, da cui ci si aspetta sempre il meglio, avrebbe ricevuto consensi maggiori.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  02/05/2012 10:27:34
   7 / 10
Esco vistosamente dal coro, non me ne frega nulla se Allen ci ha resi tutti delle macchiette, tanto io non sono mai stati patriottico, quindi...
Questo mi è garbato decisamente di più del precedente dedicato a Parì, A Roma with Luv è fresco e divertente.
Anche se Allen ha la sua età troviamo il suo caretteristico stile frenetico, e le battute divertenti non mancano.
Ha giocato molto sull'assurdo (Baldwin che interpreta una specie di deus ex machina; la moglie devota che prova attrazione per un criminale; il cantante lirico sotto la doccia, ecc...) e sul sarcasmo.
Io comunque mi permetto di esprimere un parere personale: forse il simpatico Woody è stato bastardo nei nostri confronti perché ci considera di basso livello intellettuale, però almeno una cosa la possiamo considerare come complimento: l'Opera lirica è cosa nostra, e il nostro talento non sempre lo vendiamo per soldi (vedasi il seccante Allen che insisteva nel portare al podio Santoli).
Io l'ho apprezzato.

lukef  @  02/05/2012 01:12:28
   6½ / 10
Tante lusinghe per Midnight in Paris e neanche la sufficienza a questo? E sì che non mi pareva di leggere poi così tanta originalità in quella storiella parigina.
Che con questo nuovo ciclo di commedie siamo ad anni luce dal Woody Allen dei tempi d'oro è purtroppo cosa nota, ma tutto sommato mi sento in un clima più familiare nella confusione di quest'ultima pellicola piuttosto che in quella storiella patinata che era Vicky Cristina Barcelona.
Mi spiego, il film presenta errori imperdonabili: gli stereotipi italiani, quella magia romantica che Allen vede in tutte le capitali europee (uguale) e quel modo di pensare americano tanto grossolano quanto irritante. Se in questo casino ci buttiamo dentro pure le solite storielle di tradimenti, che ormai hanno rotto i marroni, beh lo potremmo quasi definire una vera schifezza.
Però ci sono anche tanti elementi stravaganti e fantasiosi, come il personaggio di Baldwin, il cantante lirico; c'è teatralità, surrealismo...
Andiamo dai! è Allen mica Kubrick, non è mai stato un perfezionista; e se per una volta torna ad inserire qualcosa di imprevedibile nei suoi lavori, un piccolo incoraggiamento se lo merita. Mi auguro solo che torni a girare i suoi prossimi film negli USA, perchè perseverando in realtà che a quanto pare non conosce non fa altro che evidenziare i suoi limiti.

** A penalizzare molto c'è anche un doppiaggio vergognoso purtroppo.

Fifì  @  28/04/2012 10:51:47
   7 / 10
Io l'ho trovato piacevole, carine le varie storie anche se a tratti un pò scontate. Certo, nel complesso da Woody Allen ci si aspetta qualcosa di più ma preso singolarmente lil film risulta divertente, a parte qualche recitazioni un pò fiacca e il doppiaggio iniziale non perfetto, sono un pò deluso da Benigni che mi aspettavo risultasse perfetto in coppia con Woody Allen ma il suo personaggio non era molto libero di interpretazione tranne in qualche rara sequenza. Nel complesso però un 7 può andare.

Piergirgio  @  28/04/2012 01:04:49
   6 / 10
Ci sono stati dei momenti mentre guardavo il film che mi sono davvero schifato. Però alla fine, uscito dalla sala, mi ha preso la solita dolce malinconia che mi assale ogni volta che vedo un suo film... Nel complesso una commedia appena decente, con un bel po' di cose onestamente orripilanti. Lo consiglio solo ai veri amanti dei film di Woody Allen

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cinastik  @  27/04/2012 19:03:56
   7½ / 10
non sono assolutamente d'accordo con i feed negativi, insomma cosa ce che non va???
ottimo cast ottima location le storie sono carinissime e in ognuna di esse c'è un "Hallenata"certo tutto cambia e anche il regista si reinventa si adatta ai tempi.
consigliato assolutamente SI !

Mpo1  @  27/04/2012 00:23:52
   6½ / 10
Questo "A Roma, con Amore" sicuramente mi è piaciuto di più del precedente "Mezzanotte a Parigi" (sopravvalutato), ma non è certo tra i migliori film di Allen… stereotipi e banalità abbondano.
I personaggi dei due ingenui sposini di provincia che arrivano nella "tentacolare" città sembrano presi di peso dagli anni Cinquanta (e in effetti l'ispirazione è "Lo Sceicco bianco" di Fellini), l'episodio di Benigni ha uno spunto interessante ma è trattato solo superficialmente, la parte migliore è quella con Allen stesso, che dice anche le migliori battute (poche) del film.
Un po' Decamerone (abbondano le storie di tradimenti), un po' divagazione sul tema della "celebrità" (l'unico talentuoso, il tenore, è anche l'unico disinteressato alla fama), il film è stato distrutto dalla critica italiana, ma certo non è più "cartolina" di quanto lo siano stati quelli ambientati a Barcellona e Parigi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  23/04/2012 16:14:01
   7½ / 10
Quant'è difficile raggiungere se stessi, quant'è raro sperimentare la felicità di ciò che è realmente autentico!
Il nuovo Allen è una giostra - sprizzante brio e fantasia da tutti i pori - in cui quattro vicende declinano con diversi toni e sfumature la distanza, rispetto all'autenticità, da parte di ciò che si appare a se stessi, e di ciò che si appare agli altri (o gli altri vorrebbero che noi fossimo).

Il personaggio di Giancarlo Santoli (dove avrà pescato Allen il mio poco comune cognome?), che sa cantare sotto la doccia, è il soggetto-chiave, metafora di colui che non riesce a essere ciò che gli altri vogliono che sia, se non portandosi fin sul palcoscenico la dimensione autentica del proprio talento.
E Allen, suo autore e pigmalione, si concede il vezzo della chiosa autoironica, facendosi dare del mentecatto dalla stampa.

Il film ha il pregio della leggerezza, forse un po' compresso dalla girandola degli episodi, che non gli permettono un respiro disteso. Tuttavia la mancanza di organicità non è un difetto, perché l'idea che Allen ha di Roma e dell'Italia dev'essere un po' questo disordine rapsodico e sincopato ...Bop Decameron.

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Ultima risposta 04/05/2012 13.52.09
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Charlie88  @  23/04/2012 12:11:43
   7½ / 10
il doppiaggio non è venuto proprio perfettamente, ma sinceramente mi è piaciuto...Forse l'episodio con Roberto Benigni è un pò banale e surreale ma in linea di massima non è un film totalmente da scartare...

suzuki71  @  23/04/2012 10:35:17
   8 / 10
E' un piccolo atto d'amore questo film, come descritto nel titolo; assai meglio della inutile leggerezza del precedente e troppo osannato film parigino, o del film barcelloneta dove viene affrontato l'universale dissidio tra ragione e sentimento in amore, questo mancato decamerone ben fotografa con sovrana ironia alcuni malcostumi italiani, denunciandoli con un sorriso: il fenomeno delle escort dalle politiche implicazioni e il pessimo giornalismo addomesticato non potevano avere migliore rappresentazione. Le storie si intrecciano perfette e sono molto divertenti, a tratti geniali: basti pensare alla rappresentazione de "I pagliacci"! Concordo soltanto nel cattivo doppiaggio di Allen, per il resto il film funziona, Benigni è perfetto, così come i camei della ancora bella Ornella Muti o del simpatico Scamarcio. La stampa italiana ne viene fuori (a ragione!!!) veramente male, ma questo non giustifica una immeritata vendetta di giudizio che in realtà ne conferma la mediocrità. Una ennesima lezione di stile, non perdetelo!

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Ultima risposta 23/04/2012 11.04.56
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riccardo181  @  23/04/2012 01:27:08
   6 / 10
a volte irritante, doppiaggio pessimo, attori non nella migliore forma ma...strappa sorrisi e poi c'è woody allen...

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PHOENIX85  @  22/04/2012 18:50:35
   8 / 10
sono d'accordo con i commenti positivi postati finora,il film e' si un po diverso dal solito stile di Woody Allen,ma si riconosce sempre comunque la sua genialita' in tutti gli episodi

Avatar  @  22/04/2012 18:14:48
   9 / 10
ottimo Woody in un film molto bello,tutti gli episodi sono divertenti e originali,su tutte spiccano le interpretazioni di Woody Allen (come al solito direi),Alec Baldwin,Penelope Cruz e il sempre immenso Benigni

ghigo buccilli  @  22/04/2012 17:42:03
   8 / 10
Woody Allen in crescendo, dopo il fiacco Midnight in Paris. Qui la solita girandola di situazioni sessuali funziona: Penelope Cruz è ottima nel ruolo della prostituta, che le riesce benissimo. Scamarcio fa una rapida apparizione, che finisce con il tempo di sollevare il popò sotto le lenzuola per concludere l'azione erotica con la finta santarellina Alessandra Mastronardi, moglie fedifraga, che così pareggia il conto con il marito che si era appartato tra i cespugli con la Cruz (e la Mastronardi è pure fortunata, considerando che al posto di Scamarcio stava per farsi Antonio Albanese). Sprecato il pur bravo Benigni, perché in un film del genere è del tutto fuori contesto, oltre che già vista, la storiella del signor nessuno che diventa divo per un giorno.

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Ultima risposta 24/04/2012 23.43.36
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James_Ford89  @  22/04/2012 01:57:00
   6½ / 10
Tutto sommato passabile, pensavo peggio. Non è il miglior Woody ma intrattiene abbastanza. Forse annoia solo negli ultimi minuti. Parallelismi e metafore importanti, commedia che si lascia guardare.
Stupenda Penelope.

Insa  @  21/04/2012 09:03:24
   6 / 10
Non è uno dei grandi film a cui Woody Allen ci ha abituati. Commedia molto sempliciotta. A tratti sembra non essere un film di Woody Allen. Sembra che il modo di fare commedie in Italia abbia influenzato negativamente il buon Woody.

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