Un dramma epico che racconta l'incredibile storia dell'atleta olimpionico ed eroe di guerra, Louis "Louie" Zamperini, che insieme ad altri due membri dell'equipaggio, è riuscito a sopravvivere su una zattera per 47 giorni, in seguito ad un disastroso incidente aereo durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi essere catturato dalla Marina giapponese e spedito in un campo di prigionia.
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Una storia vera che, anche se più o meno romanzata, non può mancare di colpire per tante e tali sono le traversie superate dal protagonista. E se la vicenda ha il suo spessore drammatico ed avventuroso, la narrazione scorre comunque liscia, abbastanza sobria e ritmata, per più di due ore senza stancare o dissuadere. Il solitamente nefasto taglio patriottico/religioso, che il più delle volte ammorba le produzioni americane del genere, in questo film non è così netto (niente God bless America, niente medaglie al valore, niente Star Spangled Banner, niente Amazing Grace, niente bandiere piegate a triangolo consegnate a madri e mogli piangenti, niente sermoni su onore, libertà e giustizia). Forse nelle mani di un regista più maturo il tutto avrebbe avuto maggiore profondità, chi può dirlo? Ma forse anche maggiore autoreferenzialità (tanto per dirne una), chi può dirlo? E quindi, ferma restando la bontà di questo risultato, direi che ci si può ritenere soddisfatti in attesa dei futuri parti cinematografici di questa promettente filmmaker in erba.