Joe Buck approda a New York, dal Texas, convinto di poter fare quattrini a palate grazie alla sua esuberante virilità da mettere a disposizione di donne sole. La realtà del "mestiere" si rivelerà molto diversa e molto più amara. Nella giungla metropolitana, Joe trova un vero amico nel tisico Rico.
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Oddio, è invecchiato tantissimo, ma resta una tappa fondamentale del cinema, se non altro per l'abilità di Voight di dare infinite sfumature a un personaggio che, per certi versi, potrebbe risultare persino ridondante e convenzionale (il cowboy con la sua orribile giacchetta a frange). C'è poi tutta l'epopea Warholiana della scena dell'orgia, mentre Viva, i Velvet e tutta la generazione maledetta del beat si celano nel buio, quasi indecifrabili nella loro presenza-assenza. E anche gli inquietanti flashback, gli abbracci di una parente "scomoda", le frustate, lo scandalo, la fuga... Per altri è soprattutto un film su un'amicizia, dove Hoffman mostra magnificamente l'altra faccia della legge della strada quella piu' inguardabile, degli homeless e dell'accattonaggio. Come sempre struggente l'immortale "everybody's talking" di Nillson, oggi purtroppo investita dal desiderio funzionale e retrivo degli spot televisivi: a proposito di marchettate, tanto per dire