videocracy - basta apparire regia di Erik Gandini Svezia 2009
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videocracy - basta apparire (2009)

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locandina del film VIDEOCRACY - BASTA APPARIRE

Titolo Originale: VIDEOCRACY

RegiaErik Gandini

Interpreti: -

Durata: h 1.25
NazionalitàSvezia 2009
Generedocumentario
Al cinema nel Settembre 2009

•  Altri film di Erik Gandini

Trama del film Videocracy - basta apparire

Erik Gandini, regista, vive in Svezia ma è nato e cresciuto in Italia. Con questo film, torna nel suo Paese d'origine, per raccontare dall'interno le conseguenze di un esperimento televisivo che gli italiani subiscono da 30 anni. Riesce ad ottenere accesso esclusivo alle sfere più potenti e rivela una storia significativa, derivata dalla spaventosa realtà della televisione italiana.

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Voto Visitatori:   5,52 / 10 (58 voti)5,52Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Videocracy - basta apparire, 58 opinioni inserite

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LaCalamita  @  04/02/2017 02:46:55
   10 / 10
Non è il miglior documentario della storia, ma assolve alla sua funzione. Informare. Anzi in questo caso illuminare, soprattutto i crani vuoti e bui.

Inoltre Videocracy mostra anche un certo stile, grazie a un interessante montaggio, e uso ad hoc di musiche, di silenzi oppure di semplici inquadrature lasciando l'audio della scena (come dire "c'è poco da dire...guardate coi vostri occhi"). L'effetto risultante a tratti risulta straniante. Quegli stessi fenomeni che ahimè gli zozzi hanno fatto diventare comuni visti da un'altra prospettiva rivelano il marcio. Tonnellate di marcio. Inondati di marcio. L'aria stessa è marcia. A portare tutte queste belle cose è stato quel nano da giardino. Da notare poi che fine hanno fatto i membri del suo team del degrado.

outsider  @  21/06/2013 11:33:09
   7 / 10
che dire, sono profondamente disgustato dalla degradazione e vuotezza della societa' italiana in cui il berlusconismo ha trionfato sulla poverta', sulla voglia di apparire, sul materialismo, sulla mancanza di amore. su tutti questi ingredienti la torta di berlusconi non poteva che poggiarsi bene, sorretta da una base di uno stato vuoto e carogna, che ha visto il trionfo della prevedibile voglia di apparenza degli italiani negli anni '80 e inizio '90. Il resto e' stato un rotolamento nell'inevitabile inerzia on frenata, poiche' nulla di sostanzioso poteva contrastare questo schifo. La televisione certamente e' l'80 per cento della fonte informazioni per gli italiani. Pertanto il film, fatto con i migliori propositi da questo abile regista, fornisce solo il lato immaginabile e un ottimo spunto di riflessione e una osservazione giusta. Sul fronte di come venga manipolata l'informazione invece, dico, se la gente sapesse la verita' probabilmente rimarrebbe a bocca aperta, poiche' viviamo praticamente in una matrix virtuale dove nulla e' come sembra. Si resta addolorati vedendo questo mondo di ignoranza e vuotezza, la voglia di apparire e l'azzeramento della parola talento. Oggi parlare inglese per i giovani, anche per chi ha preso il pezzo di carta,csigifica mettere parole in fila simulando l'accento anglofono. Chi ha studiato come me con una Prof. madrelingua sa che la lingua e' ben altro. Certo, un pizzaiolo che sia vissuto all'estero e' piu' spedito forse, ma cosi' non si pone l'accento sulle basi, sullo studio, sul sudore, sulla substantia su cui poi, negli anni, il giovane dovra' riflettere per trovare la propria via e far scaturire il talento. Insomma, la gente che oggi ha 60 anni vede alcune cose che i giovani purtroppo non riescono ad intuire. E' questo che addolora, che nel vuoto di valori queste pecorelle smarrite che sognano di andare in tv, questi pargoli muscolarizzati o queste starlette non abbiano l'intuizione che si stanno perdendo nella droga dell'apparenza. Un personaggio ignobile, basso, laido, viscido, vuoto come corona che metre la foto di scarface e che e' piu' sporco di una biscia dovrebbe solo essere radiato da qualsiasi apparizione televisiva. In questo schifo allora non toccatemi Moccia, non toccate il sano amore e sensualita' e sessualita' fra gli esseri umani la cui societa' mediatica e apparente ha snaturato e svilito. Se avessi oggi 20 anni andrei via dall'italia, per vivere all'estero, con una moto in giardino e la chitarra da suonare, senza tv, in un mondo scandito da un lavoro per sopravvivere e la voglia di vedere l'alba od il tramonto, nel romanticismo, nella sensibilita', nella vibrazione di quello che producono due corpi uniti nel ricordo di sensazioni ancestrali. Il mondo finto, pargoli, lasciatelo fuori da voi. E che il demone berlusconiano vada all'inferno con tutta la sua schiera diabolica e corrotta, con i demoni manovratori, con le schiere diaboliche dei corona e delle bestie materialiste, tutte ingarbugliate in questa italia fatta di complotti, servizi segreti, potenti industriali foraggiati dallo stato, mafia, politici laidi e arraffoni, ignoranti, falsi cristiani sotto la bandiera cattolica e potrei continuare. che schifo l'italia di oggi. E vi meravigliate dei voti? Che obbriobrio.

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Ultima risposta 21/06/2013 11.38.40
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farfy  @  13/06/2013 21:58:58
   10 / 10
Avete paura della verità?

Gruppo COLLABORATORI julian  @  26/11/2011 02:29:20
   7 / 10
Voce profetica alla Adam Kadmon a parte, Erik Gandini racconta la telecrazia con un degradante accavallarsi di immagini, un accumularsi di testimonianze video ai limiti del grottesco (tutti fanno notare la performance oscena di Lele Mora nel ruolo di sè stesso), utilizzando uno stile che aderisce appieno al mondo che racconta e dà il voltastomaco.
C'è il giusto distacco nella regia, come a voler dire che le immagini si commentano da sole; effettivamente il racconto di Gandini serve solo come riempitivo orientativo, giusto per sapere qualche data e nome.
Credo sia una delle cose più tetre mai uscite in Italia. Agghiacciante.

DarkRareMirko  @  12/10/2010 23:35:54
   9 / 10
Non il miglior Gandini (Surplus è infinitamente meglio presempio) ma ad ogni modo un buon documentario (non furbo come certi dicono, ma invece molto veritiero e sentito).

Il film è comuqnue impegnato, ben montato, ben realizzato, non banale.

Devastanti i momenti con Lele Mora, che guarda al fascismo con malinconia e quindi si mette suonerie sul cell. di quell'epoca per potersi sentire meglio.

Certe parti, come l'inizio, paiono essere messe lì a caso, ma ad ogni modo un buon senso di denuncia riesce a trasparire. Ciò che non appare in tv quindi non esiste proprio, come diceva un tizio in Citizen Berlusconi, altro documentario da non perdere.

Il viscidissimo ghigno Berlusconiano, il machismo di Corona, l'ostentazione di Mora lasciano trasparire tutto, ma proprio tutto, riguardo l'italiano medio.

Meditiamoci su e cerchiamo di cambiare.

Comuqnue come dicono in Zeitgeist Addendum, spegniamo per sempre la tv e usiamo Internet, la nostra unica salvezza.

5 risposte al commento
Ultima risposta 15/11/2011 21.20.41
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LR9000  @  20/08/2010 14:27:45
   6½ / 10
Ancora non capisco perchè si è alzato un gran polverone per Videocracy.....eppure è un documentario come altri.
Erik Gandini (un nuovo Michael Moore??) narra l'evoluzione della tv privata al servizio degli italiani....nulla di nuovo insomma ma è comunque gradevole.

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Ultima risposta 20/08/2010 16.01.16
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gingerbread_man  @  13/07/2010 20:44:41
   6 / 10
Premetto col dire io non guardo molta tv e conosco veramente poco di grandi fratelli e trasmissioni varie. Questo documentario è l'autocelebrazione del nulla, mostra una carrellata di persone senza talento manovrate da gente senza scrupoli; io stento a credere che il sogno di tanti sia di apparire in TV(il van damme della brianza non fa testo, è il ritratto triste di un uomo senza autostima e intelligenza) ...stento a credere che la gente guardi la tv per vedere le ragazzette sexy, che sono, ahimè, un fenomeno esclusivamente italiano (all'estero ci sono le stesse trasmissioni, ma senza ballerine)
Un popolo manovrato dalla TV? non saprei, magari visti i successi elettorali di certa gente, mi viene da sospettarlo.

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pinhead88  @  01/05/2010 01:17:41
   7 / 10
Un documentario semplicissimo dal montaggio curioso,basato su tematiche a cui penso tutti siano abituati,ma che in realtà mostra dei retroscena profondamente inquietanti.un concentrato di monnezza con sequenze che fanno davvero rabbrividire(Lele mora che mostra orgogliosamente il suo ultimo modello di telefonia con tanto di canzoncina nostalgica guarnita da svastiche e croci celtiche),un classico esempio di squallore involontario che la televisione italiana cela dietro le quinte.vedere gente come Fabrizio Corona che prende diecimila euro ad ogni serata che passa in discoteca a firmare autografi a giovincelle ingenue e mentecatte fa davvero deprimere,e questo credo non sia ancora nulla a confronto con tutti gli altri loschi e vergognosi procedimenti che si nascondono dietro questa deplorevole realtà.per fortuna l'Italia non è tutta così,ma c'è una parte di ceti più o meno popolari che vede nella possibilità di apparire in televisione come una risposta ai propri sogni per una vita sociale più adagiata e dove l'adorazione dei vip televisivi può diventare una vera e propria mania,a questo ceto probabilmente non verrebbe mai in mente di andare a vedere tale film,ma se anche lo vedessero non si scandalizzerebbero di certo ma troverebbero tutto molto più stimolante.questo penso sia il vero problema,anche perchè i ceti di cui parlavo prima sono più di quanto si pensi e questa ossessione così morbosa per il "basta apparire" si sta espandendo anche in ceti più alti.
questa problematica genealogia del nostro sistema politico-mediatico ha un solo nome:Silvio Berlusconi.

carriebess  @  23/03/2010 14:19:38
   8½ / 10
Una fotografia dell'allarmante situazione del nostro Paese, un documentario sul potere del mezzo catodico e sul modo in cui i potenti lo usano per incanalare le nostre coscienze e le nostre menti per distrarci da quello che realmente conta. Un affresco lucido dell'esperimento iniziato decine di anni anni fa, voluto dal nostro caro Premier, che guarda caso possiede anche le televisioni, un'indagine lucida e cinica sul marcio che c'è dietro lo schermo.

DeTanzo DeTanzo  @  11/03/2010 00:13:32
   7 / 10
Il film non mi è dispiaciuto, ma, a parte alcune scene, di una tristezza assoluta (l'iPhone di Mora e la canzoncina elettorale), non è un film che va in profondità come lo fa invece "Citizen Berlusconi", sebbene il tema lì sia leggermente diverso. Ma, del resto, come è stato già detto, Gandini non ha voluto occuparsi della parte politica, ma ha lasciato spazio a tre figure odierne di valore nullo. Mora, poi, è un viscido, eccome se lo è. Sputa in faccia anche a chi lavora(va) per lui...

E comunque è vero, anche in Rai si sono visti nudi femminili, ma si lasciava spazio alla cultura e all'informazione, come ha fatto Luttazzi con "Satyricon". Il tutto prima di quell'orribile evento avvenuto nel 2000...

...ma questo è un fatto che viene accennato nell'altro documentario che ho citato poco sopra.

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Ultima risposta 20/08/2010 16.04.18
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l8k47  @  13/01/2010 17:10:10
   6 / 10
Effettivamente questo documentario è l'ennesima risposta ai problemi della gente. Secondo me è da premiare con 6 solo per il fatto che chi lo ha prodotto, lo ha prodotto!!!!
Secondo me è un'argomentazione troppoevidente.

bulldog  @  28/11/2009 11:56:10
   8 / 10
Leggendo i commenti precedenti avevo creduto si trattasse del solito documentarietto su Berlusconi,Corona e la TV.
Invece io ci ho visto solamente un metraggio dalla narrazione fortemente catartica e angosciante che mostra una terribile fotografia moderna del nostro paese.

Il mio commento si allinea esattamente con quello dell'utente GuyPicciotto con cui condivido TUTTO tranne che il voto.

uomosuono  @  25/10/2009 17:38:28
   7 / 10
Il film non dice niente di nuovo rispetto a quello che è chiaramente visibile a tutti. Guardatelo con indignazione e sofferenza ma ricordate che, se le cose sono arrivate a questo punto, è anche merito nostro.
Le persone che studiano, lavorano e fanno sacrifici per costruire qualcosa non otterranno mai nulla in Italia finchè verranno idolatrate "persone" come Lele Mora, "tronisti", gente del Grande Fratello, quel rott...lo di Corona oppure fin quando al potere ci saranno determinate persone...
Che Paese di m.... quanta amarezza....

gkorps  @  16/10/2009 21:08:58
   6½ / 10
Un documentario, soprattutto per l'estero, sulla triste situazione italiana.

Guy Picciotto  @  12/10/2009 12:13:27
   6½ / 10
devo dire che come voto il sei e mezzo che metto si avvicina alla media di quelli che mi hanno preceduto ma mentre leggo abbastanza lamentele e delusioni da parte di chi mi ha preceduto nei commenti io invece sono rimasto abbastanza soddisfatto della visione, non si poteva pretendere di più, questo documentario credo abbia mostrato quello che c'era da mostrare, exploit mancati sinceramente non ne vedo, la realtà mostrata è squallida esattamente come l'ambiente televisivo che ben conosciamo, il film si limita a mostrare quello che è un paese avviato senza speranza verso il declino etico, morale e sociale, io credo, e lo fa senza patinature, senza compiacimenti, ed è già una bella impresa, il regista scandinavo mostra un paese dove la dittatura dei Sei Canali attraverso seni e glutei nudi, attraverso la prostituzione legalizzata televisiva ha portato non alla resa della democrazia, che pure è la realtà, ma ha portato a qualcosa di più terribile, alla resa culturale di quello che una volta era il medio basso ceto sociale, una classe sociale annebbiata dal mezzo televisivo, vero è proprio preservativo invisibile tra gli esseri umani.
I 3 minuti sul primo piano di Lele Mora con la sua musichetta delle canzoncine fasciste anni 30 col balletto di svastiche incorporato sull'i phone di ultima generazione credo siano tra i minuti più angoscianti del cinema degli ultimi anni, il simbolo della melensa e mafiosa anima retriva ed ignorante di questa penisola in putrefazione, vergogna del mondo e vassallo delle oligarchie massonico-palladiane che hanno spinto da 40 anni affinchè si creasse una società ultra edonista come questa.

Flavietta2  @  11/10/2009 22:28:29
   6½ / 10
Discreta costruzione dell'Italia di oggi.Mediamente tratta argomenti già conosciuti, ma riesce ad inserirli in un contesto completo,in modo da render chiara la situazione.
Documentario che mostra senza apparentemente giudicare, la triste reatlàdel nostro paese.
Un buon lavoro, ma che manca di qualcosa che lo faccia spiccare.
Fra qualche anno verrà rivalutato secondo me.

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marfsime  @  05/10/2009 18:21:42
   6 / 10
Documentario riuscito solo in piccola parte..purtroppo Gandini analizza il mondo della televisione e delle sue inclinazioni negative in un modo troppo superficiale mescolando un po' di sana critica a Berlusconi riguardante il suo potere mediatico..la rappresentazione dell'ambiguo Lele Mora..e la storia dell'opportunista Fabrizio Corona. Un documentario che rimane un po' nel limbo..nel senso che non riesce a intraprendere una strada ben definita..si parla un po' di questo un po' di quest'altro ma senza entrare a fondo negli argomenti come dicevo in precedenza. L'inizio è promettente quando vengono descritti i sogni delle ragazze di oggi che aspirano a diventare veline..forse Gandini avrebbe dovuto pigiare su quel pedale..ed invece ha successivamente introdotto gli altri personaggi in un calderone di idee di critica troppo eterogeneo. Si poteva fare sicuramente di meglio..peccato.

ughetto  @  29/09/2009 01:17:20
   6½ / 10
Trattandosi di un documentario, è impossibile utilizzare le categorie usuali.
Uno degli elementi più importanti per il giudizio potrebbe essere la coerenza strutturale. Giudizio positivo: il filo che lega Mora a Corona è ben srotolato. Di entrambi colpisce il candore e la tranquillità nel manifestare comportamenti che configurano un reato: l'apologia del fascismo; l'estorsione. Entrambi si muovono in ambienti estranianti, estraniati: il biano di casa Mora, la doccia con gli olii di casa Corona. Le riprese sono intelligenti. Dietro questi due momenti focali del film si intrecciano altre storie, fra cui quella di un imprenditore dei media che diviene presidente del consiglio. I due ruoli che egli riunisce in se sono legati? In che modo l'uno ha influenzato l'altro? Nel frattempo il film scorre, pacato. Forse è proprio questo il suo maggior pregio: il ritmo, la voce, il montaggio pastoso, la sincerità di chi vuole spiegare. Il voto si ferma poco sopra il sei: non è certo un'opera brillante; non è innovativa. Credo sia onesta. Mi sento di dover replicare alla più diffusa accusa dei commenti precedenti, cioè che le cose "si sapevano già". Non credo che il compito del cineasta sia quello di farci scoprire cose nuove, ma quello di riflettere, unire, dividere, discutere, scandagliare, accostare, riprendere, estetizare, ma soprattutto chiedere. Per le informazioni ci sono le sentenze e i dati dei centri studi. Un giovane operaio del nord ci dice che forse sarebbe disposto a farsi sodomizzare per avere successo. e noi?

TheLegend  @  22/09/2009 03:08:35
   6 / 10
Peccato perchè questo film poteva essere una bella occasione per dire qualcosa di interessante,invece si limita a dire cose che in teoria dovrebbero essere di pubblico dominio e senza affondare tanto il colpo.
In molte parti si dilunga su argomenti particolarmente inutili e poco interessanti.
Il 6 lo dò soltanto perchè condivido alcuni messaggi che lancia.


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Invia una mail all'autore del commento ziotony  @  21/09/2009 09:17:26
   6½ / 10
Purtroppo è difficile dare un voto a questo documentario, visto da un italiano non è percepibile il messaggio che vuole trasmettere , ormai tutto ciò che compare nel film è assorbito e reso e visto come normale dall'intera nazione spaghettara .
Vorrei ricordare che questo film non è italiano, ma svedese, quindi presumo che l'impatto che videocracy ha all'estero è tutt'altra cosa. E poi nonostante non dica nulla di nuovo , come mai nessuno in tv ne ha parlato ? nessun seppur piccolo spazio dedicato in un TG , che trova sempre posto per le nuove fidanzate dei calciatori , o per la nuova dieta della verdura...ma ormai tutto è dato per scontato...è meglio non farsele certe domande...meditate gente, almeno quello non ce lo possono togliere

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  09/09/2009 10:00:41
   8 / 10
Non c'è nulla in videocracy che una qualsiasi persona di buon senso e mediamente informata non sappia, non pensi o non immaginasse. Eppure, lo stile catartico e visionario con cui si svolge la narrazione mi ha letteralmente inchdiodato alla poltrona. Sembrava di assistere ad un racconto dell'assurdo, ad un surreale mondo kafkiano dove personaggi indimenticabili e bizzarri prendono il loro posto in un cerchio che sembra un girone infernale. In fondo, il titolo è emblematico: VIDEOCRAZIA. Questo non è un documentario informativo, ma un film sui principi filosofici che stanno alla base di questa forma di potere chiamata videocrazia. Molto bello, secondo me.

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Ultima risposta 11/09/2009 21.16.48
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Luca Pepas  @  08/09/2009 14:00:22
   7 / 10
Premetto che mi è piaciuto, ma l'ho trovato in certi punti fin troppo poco incisivo. Insomma, non a livello di un Michael Moore. davvero da sentirsi imbarazzati di essere italiani di fronte ad un Lele Mora o ad un Corona.

forzalube  @  08/09/2009 02:39:11
   8 / 10
Il film mostra il risultato di 30 anni di tv commerciale unendo immagini di repertorio alle “interviste” di Lele Mora, di Fabrizio Corona, di una “vicina” di Berlusconi in Sardegna, e di un ragazzo lombardo che sogna di fare tv. La voce narrante del regista tiene le fila del discorso. Alcune sequenze sono scioccanti e nel complesso reputo il film molto buono anche se, secondo me, riflette un’immagine dell’Italia soltanto parziale: non credo, o almeno spero, che quello di apparire in tv sia il sogno della maggioranza delle persone.

Il film è pensato per essere distribuito nei paesi nordici (e quindi è vero che alcune cose risultano note ed alcune precisazioni risultano inutili per noi italiani), ma non mi pare un grosso difetto. Io, poi, ho trovato interessante che a parlare fossero più i protagonisti (Mora, Corona, ecc...) che non il regista.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/09/2009 22:53:24
   6½ / 10
Un tono molto misurato ma che lascia trasparire la sua giusta indignazione verso un paese in piena metastasi dei bassi istinti, dei cu.li e poppe, dell'imposizione di modelli che hanno lavato il cervello di un paese e nella consapevolezza e accettazione di questo lavaggio. Il discorso però scivola troppo sulle derive estreme di un Mora o di un Corona, a loro modo personaggi consolidati del sistema, ma resi troppo importanti, anche come semplici esempi, rispetto al loro effettivo ruolo. Rimane comunque un documentario interessante anche se graffia solo in superficie.

Mama-kin  @  07/09/2009 22:05:18
   6½ / 10
occasione mancata ! il film racconta fatti già noti a chi è dotato di un computer molti) e di 2 emisferi cerebrali funzionanti (pochi), senza riuscire mai ad andare a fondo nel perchè di tutto questo ... difficile comunque riaccendere la tv dopo la visione del film senza provare un istante di panico .

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Ultima risposta 05/10/2009 18.49.42
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Rand  @  06/09/2009 22:29:49
   9 / 10
Si esce sgomenti dalla visione del film: Gandini con acutezza e notevole sapienza registica ci mostra ciò che è diventata l'Italia della televisione pubblica, la fissazione del voler apparire, la povertà mentale di un paese e dei suoi individui, sono evidenziati anche in alcune chicche nello spoiler, a mio parere, certo Gandini non mostra tutto, perchè sennò il film durerebbe almeno 3 ore, ma va detto che adotta volutamente un registro neutro, poi ognuno si fa le idee che vuole, ne facessero di più di "opere" del genere, forse oggi non staremmo ad interrogarci su dove ci porterà la dittatura della televisione e il controllo dei cervelli, con una pochezza culturale allarmante che è il sintomo poi della ignoranza e opportunismo dell'italica gente, ormai divisa tra opportunisti (appunto) e (pochi) idealisti, un opera da far vedere nelle scuole, educativa e immediata, ci mostra per quello che siamo diventati e ci fa meritare tutto il disprezzo del resto del mondo, notevole e ben fatto.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  06/09/2009 01:02:00
   6½ / 10
Il dokufilm di Gandini è opera destinata più all'estero che all'italia e agli italioti, quanto narra è oramai arciconosciuto da tutti. Il merito sta nel far riflettere sul connubio tra potere e televisione o a mio avviso tra potere e popolarità acquisita attraverso il mezzo televisivo. Il demerito sta nel non riuscire ad approfondire certi temi e nel dare eccessivo spazio ad un personaggio come Corona che ben poco ha a che fare con la gestione del potere. Il picco del film si raggiunge comunque quando Gandini lancia il video di "meno male che silvio c'è"...a quel punto un pò tutti in sala si chiedono "ma come è stato possibile arrivare a questo punto?"

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Ultima risposta 05/10/2009 18.53.22
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