Allora, sabato 22 settembre 2012 ero all’Ippodromo delle Capannelle a Roma per assistere, tutto emozionato, al concerto dei Radiohead. Che detta così sembra una cosa facile, e invece arrivarci è stata un’impresa, con mezza Roma stipata sull’Appia, scene di panico perché si avvicinava l’inizio del concerto e non c’era un buco libero dove lasciare la macchina per chilometri e chilometri, stazioni dell’Agip prese d’assalto perché quell’ampio spiazzale in effetti è un parcheggio perfetto, e ‘sticazzi se la gente protesta, c’è il concerto dei Radiohead, sta per cominciare, la benzina la metti al Tamoil.
E poi, una volta parcheggiata la macchina, giù a correre a rotta di collo per raggiungere l’Ippodromo, maledicendo tutti i morti del malnato organizzatore dell’evento che ha preferito l’ignobile Ippodromo ad un più comodo Palasport, finché non ho raggiunto i varchi e non sono entrato, sudato e felice, a metà secondo brano in scaletta (“
Bloom”,
for the records). A quel punto mi giro alla mia sinistra, tutto affannato, e vedo affianco a me una ragazzina piccoletta, biondina, con la treccia ed uno zainetto in spalla che ancheggia tutta convinta sulle note dei Radiohead. “Questa l’ho già vista”, penso. Dopo una seconda occhiata mi rendo conto che è Carolina Crescentini.
Carolina Crescentini! L’unica attrice al mondo che se le dici “Come cagna maledetta sei perfetta” le stai facendo un pertinente complimento sulle sue capacità recitative! Carolina Crescentini. Lì per lì ci sono in realtà rimasto un po’ male: uno la Crescentini se la immagina slanciata torreggiante dal suo metro e settantacinque di vamp del tubo catodico (dalla mia prospettiva chiunque sia alto almeno 1,75 torreggia (forse la mia prospettiva non è granché attendibile (ma mia madre dice che sono bello lo stesso))), e invece ha le dimensioni di una statuetta del presepe un po’ troppo cresciutella.
Dopo questo iniziale attimo di smarrimento, mentre Thom Yorke si lamentava sulle note di “
Weird fishes”, la mia mente è stata invasa da ameni ricordi sulla carriera di Carolina Crescentini (che intanto continuava a dimenare la propria capoccetta a ritmo di musica, ma neanche tanto). E così ho ripensato al suo esordio cinematografico con “
H2Odio” di
Alex Infascelli, il film più brutto della storia del cinema italiano, in cui un gruppo di mentecatte si rifugiava in un’isola deserta per sottoporsi ad una dieta a base di sola acqua salvo poi essere trucidate da una di loro che si incazza abbestia perché le scopre a mangiarsi i buondì invece della Sangemini. Ma non era colpa sua, è che aveva la sindrome del gemello evanescente, diagnosticatale dallo psicanalista Platinette.
Insomma dopo un esordio del genere una avrebbe pure il diritto di deprimersi, e invece Carolina ha perseverato ed ha inanellato un altro paio di cacate tipo “
Notte prima degli esami - Oggi” e “
Cemento armato”, prima di essere chiamata ad interpretare il ruolo che la consacrerà ad icona: quello di Corinna Negri, la protagonista della meravigliosa prima stagione della serie TV “Boris”.
E’ la svolta della sua carriera: da allora, Carolina Crescentini per tutto il pubblico italiano diventerà la cagna maledetta, etichetta che, va detto, lei non farà nulla per scrollarsi di dosso, perseverando con filmacci orrendi in cui recita in modo approssimativo (a volerle bene), tipo “
Generazione 1000 euro” o “
Parlami d'amore”.
Epperò che ci volete fare, a me la Crescentini è sempre stata simpatica, e dopo aver visto che le piacciono i Radiohead mi sta ancora più simpatica, ed avendo constatato che è alta un metro e molto entusiasmo la mia simpatia nei suoi confronti è cresciuta ancora di più, perché non dev’essere facile fare la vamp figona se madre natura t’ha fatta piccoletta, eppoi perlomeno lei un bel personaggio è riuscito a regalarcelo, che di questi tempi non è mica poco, dando peraltro prova di una certa dose di autoironia (come peraltro Pietro Sermonti/Stanis La Rochelle, altro cane pazzesco).
E allora viva la Crescentini, che se la ribecco pure da Morrissey a ‘sto giro le chiedo l’autografo.
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