Recensione fronte del porto regia di Elia Kazan USA 1954
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Recensione fronte del porto (1954)

Voto Visitatori:   8,53 / 10 (98 voti)8,53Grafico
Miglior filmMiglior regiaMiglior attore protagonista (Marlon Brando)Miglior attrice non protagonista (Eva Marie Saint)Miglior sceneggiatura originaleMiglior fotografiaMigliore scenografiaMiglior montaggio
VINCITORE DI 8 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista (Marlon Brando), Miglior attrice non protagonista (Eva Marie Saint), Miglior sceneggiatura originale, Miglior fotografia, Migliore scenografia, Miglior montaggio
Miglior film drammaticoMiglior regista (Elia Kazan)Miglior attore in un film drammatico (Marlon Brando)Miglior fotografia in bianco e nero (Boris Kaufman)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film drammatico, Miglior regista (Elia Kazan), Miglior attore in un film drammatico (Marlon Brando), Miglior fotografia in bianco e nero (Boris Kaufman)
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locandina del film FRONTE DEL PORTO

Immagine tratta dal film FRONTE DEL PORTO

Immagine tratta dal film FRONTE DEL PORTO

Immagine tratta dal film FRONTE DEL PORTO

Immagine tratta dal film FRONTE DEL PORTO
 

Fronte del porto è un film raro sia per sensibilità sociale che per consenso di pubblico e di critica. Larga è stata l’approvazione al senso etico e storico racchiuso nel racconto.
Le maggiori emozioni che la pellicola trasmette scaturiscono dall’amaro che impregna il racconto in ogni sua piega e dalla bravura stilistica del regista che rende straordinariamente credibili le figure dei personaggi in scena grazie ad una esposizione essenziale e diretta del linguaggio visivo. Quest’ultimo, anche se si avvale sovente di una ricca simbologia, lo fa in funzione della semplice struttura narrativa impostata, rendendo la simbologia sempre familiare alla trama, lontana quindi da ogni rarefazione dispersiva. L’opera molto curata nel montaggio e nella sceneggiatura è di Elia kazan che in questo film è un vero e proprio direttore d’orchestra sopra le righe.

Il film rimane ben legato in tutto il suo percorso ad un’immagine di realtà sociale e storica ricca di problematicità e di una atmosfera di vita segnata dall’insicurezza. Il film ha per oggetto il mondo del lavoro degli scaricatori portuali, una delle categorie più precarie e passionali della storia del lavoro.
L’ambientazione si riferisce ai primi anni ’50. I diritti dei lavoratori portuali di New York sono curati da sindacati di dubbia moralità che invece di dare forza civile e contrattuale ai lavoratori agiscono di fatto come sfruttatori degli iscritti occupandosi anche in modo arbitrario dell’assegnazione del loro gettone giornaliero di lavoro.
Nell’ambiente degli scaricatori chiunque cerchi, attraverso la denuncia alle autorità, di cambiare questi comportamenti amorali dei sindacati viene ucciso senza pietà. Terry (Marlon Brando), fratello di Charley, che fa parte del gruppo dirigente sindacale, si ribella agli omicidi dopo aver incontrato ed essersi innamorato di Edie, sorella di un collega ucciso dai caporioni. Grazie alla sua cultura raffinata e delicata Edie trasmette allo scaricatore Terry l’orgoglio e l’indignazione per le ingiustizie sociali.
Terry è appoggiato nella sua ribellione dal prete Barry. Quest’ultimo assume sempre più autorevolezza e grinta dopo una critica rivoltagli da Edie per la sua rassegnazione all’omicidio del fratello. Barry toccato nel suo orgoglio ecclesiastico e di uomo diviene per reazione un vero e proprio trascinatore del movimento contro la mafia sindacale. La forza della sua predicazione è scevra da ogni interesse personale e ricca di riferimenti simbolici alla tribolazione umana che egli coniuga con la giustizia evangelica, tracciando una via privilegiata d’azione spirituale che si fonde con una concreta riscossa redentrice in forma terrena. La sofferenza di Cristo sulla croce e le ingiustizie umane dei portuali si incontrano nella comune ricerca segnata dalla disperazione e tesa a una riscossa espiatrice finalizzata alla ricerca di fertili risultati egualitaristi. Il prete sarà anche il saggio consigliere di Terry perché frenerà l’impeto della sua ira vendicatrice a favore dell’astuzia politica tesa alla vittoria finale.

Il film è in bianco e nero ed ha un andamento in stile naturalista anche se si sofferma volentieri sul linguaggio visivo e letterario della boxe e dell’amore idealizzato e simbolizzato.
Numerosi i dettagli visivi che fanno pensare per immagini. Ciò grazie ad un montaggio delle inquadrature molto puntuale rispetto alle aspettative sintattiche visive e verbali. Il montaggio è tale da comunicare il senso dischiuso dalle scene con una chiarezza straordinaria. Nel far ciò si avvale di una grande precisione temporale e strutturale delle punteggiature di sutura che può competere benissimo con il meccanismo interno di un cronometro ad alta precisione. Le gru sempre più alte e potenti tracciano nel cielo oscuro e striato di luce un'immagine fantasmagorica e paurosa che fa pensare ad un imminente sviluppo tecnologico carico di impetuosità e inquietudine. Le navi eleganti, lussuose e suggestive eccitano l’immaginario dei portuali rivelando le accentuazioni in corso delle differenze di classe. Le prime televisioni, con il reality show del processo in diretta ai caporioni, anticipano quello che poi accadrà in forma più estesa in Europa in termini di potere e spettacolo mediatico.
Stile in bianco e nero irripetibile. Film cult.

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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 10/01/2006

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