break up: l'uomo dei cinque palloni (1965)

Quanta aria può essere immessa in un palloncino senza che scoppi. Un pallino che diventa sempre più ossessivo nell'esistenza di un industriale abituato al controllo ed alla razionalità. Ferreri in questo suo film dimenticato ingiustamente per decenni, mostra il punto di rottura di una società dagli equilibri fragilissimi, in cui un minimo elemento irrazionale piò diventare il detonatore distruttivo per ogni individuo. La società del benessere costruita dal boom economico è una squallida finzione che colpisce ogni individuo. Non si può controllare tutto o spiegare, anche scientificamente, il tutto. Di fronte alla minima incertezza, di fronte a qualcosa di imponderabile o non previsto, si scopre dolorosamente la propria fragilità, spogliata da false sicurezze. Un ritratto tagliente come il rasoio e come solo Ferreri sapeva fare.

Particolare e geniale come solo Ferreri sapeva essere. Questa è una piccola perla di un Ferreri ancora agli inizi.
La mentalità dominante, che tutto vuole misurare e quantificare, perché tutto è merce, è metaforicamente messa in crisi dall'ossessione di scoprire fino a che punto si possa gonfiare un palloncino.

grottesco godibile dal significato nascosto, l'alienazione umana e le difficoltà dei rapporti come una gioventù superficiale! Molto simpatico, bizzarro ed originale, bravi i due attori principali!

Già la terribile operazione commerciale di "Oggi domani dopodomani" aveva fatto intravedere una gemma nell'episodio di Ferreri. Ma la versione integrale del film girato nel 1965 (e di difficilissimo reperimento, ahinoi!) è ancora più esaustiva, e ci regala un autentico capolavoro. Un film di rottura per Ferreri, che fino ad allora aveva sì realizzato grandi film, ma il suo mondo poetico non si era ancora perfettamente delineato (se non per ciò che concerne la sua cattiveria dissacrante). Impossibile trovare difetti: regia maiuscola (essenziale ma perfetta in ogni inquadratura), sceneggiatura tra le migliori di tutti i tempi (sarebbe da studiare a scuola...), attori in stato di grazia (Mas*****nni immenso, Spaak perfetta). Inizia a delinearsi a tinte forti anche il tema dell'alienazione umana, che sarà poi l'architrave di "Dillinger è morto". Tantissime le scene d'antologia: dalla simulazione della Spaak incinta, alla festa notturna, alla scena finale (dove l'effetto zoom misto al rallentamento dell'immagine ed al bianco e nero sgranato, dà assieme alla musica un senso di straziamento allucinato). Finalmente Ferreri inizia a creare metafore-favola dal piglio ancor più intellettualistico e dissacrante. Immenso

Hahahahah!
E' il primo dei tre episodi del film:
"Oggi domani e dopodomani"

Contiene un finale da favola!