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Galatea & Pigmalione 2.3, Matt Gronening (Futurama) & Paul Dini (Batman Beyond) docet. Il tema dell'accompagnatore fatto su misura (vedasi in questo caso ginoidi/androidi) non è un soggetto originale di sicuro, ma applicato alla regia/sceneggiatura nelle scelte fatte da Drew Hancock (Zach Cregger alla produzione) ha un piglio molto accattivante. Di base vi è molto della società contemporanea, ma non come vettore di un certo messaggio più che altro come ambientazione e personaggi (tecnologia, emancipazione sessuale etc.) cosa che ha fatto tra le altre cose la fortuna di Ex-Machina di Garland. Merito di tutto è la voglia di mettere assieme lo slasher con il thriller in chiave futuristica (bello il richiamo a Terminator), ma anche con tante variazioni di commedia nera e vena romantica. Amare ed essere amati, dominare o essere dominanti, queste sfumature emergono pian piano che la pellicola evolve la sua trama attraverso anche i classici cliché di genere. Sophie Thatcher (già notata in Heretic e ormai novella Scream Queen in patria americana) si prende il ruolo e domina la scena con quel suo fascino quasi immacolato, non affatto male anche Jack Quaid ma in questo non vi sono sorprese e per finire pure Rupert Friend e Lukas Gage danno le loro più che discrete caratterizzazioni.