dark tales of japan regia di Norio Tsuruta, Takashi Shimizu, Kôji Shiraishi, Yoshihiro Nakamura, Masayuki Ochiai Giappone 2004
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dark tales of japan (2004)

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locandina del film DARK TALES OF JAPAN

Titolo Originale: DARK TALES OF JAPAN

RegiaNorio Tsuruta, Takashi Shimizu, Kôji Shiraishi, Yoshihiro Nakamura, Masayuki Ochiai

InterpretiShozo Endo, Yoshinori Okada, Miyako Yamaguchi, yoko Maki, Anri Sugihara, Kanako Fukaura, Shunsuke Nakamura, Shigenori Yamazaki, Kyusaku Shimada, Yu Yamada, Moro Morooka, Megumi Asaoka, Tetta Sugimoto, Teruyuki Kagawa, Hijiri Kojima

Durata: h 1.33
NazionalitàGiappone 2004
Generehorror
Al cinema nel Febbraio 2004

•  Altri film di Norio Tsuruta
•  Altri film di Takashi Shimizu
•  Altri film di Kôji Shiraishi
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Trama del film Dark tales of japan

Dal produttore di Ring e Dark Water, cinque storie horror dirette dai più grandi registi di genere giapponesi.

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (7 voti)7,00Grafico
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Voti e commenti su Dark tales of japan, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Godbluff2  @  08/06/2022 13:11:41
   6½ / 10
Film horror giapponese ad episodi, ognuno dei quali diretto da un regista diverso, quasi tutti nomi ovviamente di habitué del genere. Il film è realizzato solo per il circuito televisivo, i mezzi sono poveri e si vede, tuttavia subisco sempre il fascino dei cortometraggi horror (così come dei racconti brevi in letteratura) e delle raccolte antologiche come questa; questi cinque racconti brevi dell'orrore nipponico, per le atmosfere evocate tra tradizioni folkloristiche, credenze popolari, bizzarria assurda e leggende metropolitane, mi hanno divertito, nel complesso. Il film non riesce a spaventare nemmeno per sbaglio, ma alcuni episodi sono azzeccati nell'atmosfera e con idee molto carine.
Alla fin fine le parti migliori del film le individuo nella "cornice", nel secondo racconto, nel quarto e nell'ultimo.
La cornice, ambientata su un autobus notturno, con l'azzeccata e inquietante signora che vuole far ascoltare a tutti i costi delle storie del terrore allo sventurato autista e ai rari passeggeri, funge da prologo, raccordo centrale ed epilogo del film, e la donna è di fatto la narratrice delle storie, raccontate direttamente allo spettatore, al quale si rivolge infrangendo la quarta parete come tutti i bravi anfitrioni dei film horror ad episodi. Carinissima la sezione centrale della cornice.
Ha proprio una bella atmosfera, riuscitissima nell'ambito del "adesso raccontiamoci qualche storia dell'orrore".
Il secondo racconto, "Crevices" ovvero "Fessure", è diretto da Norio Tsuruta, il regista dell'abbastanza tragicomico "Ring 0"; Tsuruta è uno capace di girare tanto alcuni film anche molto carini (pochi, a dire il vero) quanto cacàte di inestimabile bruttezza, tuttavia ai tempi di questo film era già molto avvezzo ai film ad episodi, avendo girato da solo, nei primi anni '90, la trilogia antologica di "Scary True Stories"; evidentemente a suo agio con questa forma di racconto dell'orrore, il suo "Fessure" mi è parso uno degli episodi meglio riusciti, un racconto breve teso e angosciante il giusto, abbastanza inquietante e certo, ultra-citazionista, quasi un gioco del "trova la citazione" tra il regista e lo spettatore, tuttavia funziona e scorre una meraviglia. Molto irritante la risatina dello spettro di turno, farebbe venire l'isteria all'uomo più calmo del mondo. Poca fantasia, ma è dopo l'ultimo racconto quello più godibile.
Il quarto, una breve scheggia di Takashi Shimizu, è quello più divertente.
Shimizu, 2004, auto-remake del suo "Ju-On" ad Hollywood con Sarah Michelle Gellar e allora Shimizu tira fuori una storiella molto auto-ironica e autobiografica, in cui scherza tanto sull'abitudine americana di produrre continuamente remake del cinema giapponese quanto sulla fascinazione dei giapponesi verso i modelli hollywoodiani (un auto-bacchettata sulle mani, probabilmente). Insomma, se proprio doveva fare, in quei giorni lì, un remake (orribile, è giusto ribadirlo) del suo film migliore, per Hollywood, allora in questo corto Shimizu si diverte a render pan per focaccia, scanzonatamente, trasfigurando l'ambientazione e i modelli tipici di Hollywood (le splendide bionde, la Gellar appunto ma volendo anche Watts in "The Ring") nello stile tipico dell'horror giapponese, con tanto di onryo ju-oniano ma in versione biondona californiana. Una scemata ma carinissima.
Il quinto racconto è quello più carino, affascinante e con l'idea migliore. Diretto da Masayuki Ochiai, che con questo raccontino realizza secondo me una delle migliori cose della sua carriera (nella quale spiccano, in negativo, terzo e quarto capitolo della saga di "Ju-On" più vari altri titoli non molto riusciti come "Infection", anche lui del 2004 e infatti citato in questo cortometraggio o "Parasite Eve").
Tutta la sequenza nell'ascensore, che è il nucleo principale del corto, è davvero riuscita, profuma di affascinante ghost-story, crea davvero la giusta atmosfera di tensione e ci aggiunge anche un retrogusto delicato, che prosegue coerentemente nella successiva e finale sequenza. Un bel racconto breve horror, proprio carina l'idea


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Il racconto di Koji Shiraishi (il piccolo classico di genere "Noroi" ma anche l'aborto demenziale che è "Sadako vs. Kayako", insomma un altro quantomeno altalenante anche lui) è il terzo ed è quello nel quale si respira maggiormente l'aria da tradizione folkloristica e vecchie superstizioni popolari. Prevedibile e poco affascinante, anche se è carina l'idea di legare alla parte "tradizionale" un fenomeno ben più terreno come quello dello stalking. Si ricorda soprattutto per l'effetto grottesco e indubbiamente memorabile del testone gigante demoniaco, un effetto azzeccato devo dire, anche considerando lo scarsissimo budget.
Il primo racconto è decisamente quello che mi è piaciuto di meno, diretto da Yoshihiro Nakamura, che dei cinque registi è quello che abbandonerà ben presto l'horror per darsi principalmente alla commedia.
Il racconto della donna ragno nelle premesse poteva essere uno dei miei preferiti perché basato su leggende metropolitane e storie da passaparola (e su queste cose sono come Dylan Dog con gli alieni, "non ci credo ma un po' ci spero"). Lo sviluppo del racconto è carino, eppure arrivati alla svolta finale ho finito per trovarlo privo di mordente, atmosfera e capacità di inquietare; la mazzata finale gliela danno gli effetti speciali, inguardabili, assolutamente inguardabili. La cosa non è perdonabile per via degli scarsi mezzi economici a disposizione anzi l'aver voluto insistere nel mostrare, con simili effetti per di più, così nettamente la creatura è un grosso passo falso, a maggior ragione il regista avrebbe potuto puntare sul non visto e sul fascino misterioso e irrisolto da leggenda metropolitana, cosa che nelle prime fasi del racconto stava funzionando bene.
Nakamura fa molto meglio nella cornice, diretta da lui.
La povertà della messa in scena, e tutto sommato delle regie molto statiche e basilari, oltre che un primo racconto che alla fine mi ha lasciato molto deluso (per non dire che mi ha proprio fatto cacàre) sono compensate dalla mia fascinazione per i film horror antologici e da almeno tre racconti su cinque molto carini nel loro piccolo, soprattutto quello di Ochiai.
Nel complesso, una discreta raccolta di storielle horror giapponesi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  29/08/2017 09:47:52
   6½ / 10
Antologia destinata alla tv giapponese ad opera di alcuni tra i registi horror nipponici più quotati.
Non male la cornice (6) con un'inquietante signora che terrorizza passeggeri e autista di un autobus.
Tra le varie storie spicca "Fessure" di Norio Tsuruta (voto 7), pur molto citazionista e magari non originale alimenta lo stesso un certo interesse. Buono il lavoro sul suono e lo script nella sua semplicità offre tensione senza mostrare troppo come da tradizione asiatica.
"Kwaidan biondo" delude, non manca l'originalità a partire dall'ambientazione Losangelina ma la storia è davvero patetica, il veterano Takashi Shimizu cerca di unire commedia e horror giungendo a risultati insoddisfacenti (voto 4.5).
Decisamente più riuscito "Il sacrificio" di Koji Shiraishi (voto 6) che fonde la piaga moderna dello stalking con le antiche tradizioni giapponesi, tutto nell'ambito di un quadro famigliare doloroso in cui riecheggia un passato oscuro destinato a trovare i chiarimenti del caso.
Yoshiro Nakamura, ovvero il regista meno avvezzo al genere del gruppo, si ispira alle leggende metropolitane narrando delle malefatte della temuta "Donna Ragno", frutto della fantasia popolare o essere realmente esistente? A due temerari giornalisti l'onere di indagare sui numerosi avvistamenti. Abbastanza risaputo nell'epilogo ma pregevole nel ritmo, buoni gli effetti speciali (Voto 6.5).
Infine con "Il presagio" (voto 7) abbiamo forse la storia più stratificata, parte come una commedia per poi trasformarsi in un incubo claustrofobico con importanti risvolti intimisti. Dirige Masayuki Ochiai che nel finale si autocelebra riferendosi al suo (poco interessante) "Infection".
Prodotto discreto sulla scia del successo ottenuto dei j-horror ad inizio 2000, capaci di trovare (a ragione) un notevole numero di fans anche in occidente.

topsecret  @  02/06/2015 00:30:32
   6 / 10
Tensione sì, paura effettiva forse no o molto poca. Comunque 5 racconti j-horror che hanno una certa originalità e che tutto sommato riescono ad intrattenere senza sforzi eccessivi. Ma da quì a definirlo un gran film mi pare eccessivo.

speXia  @  24/07/2013 00:59:48
   7 / 10
Una mezza...anzi, un quarto(?) di delusione questo J-Horror che da moltissimo tempo volevo vedere. Infondo è solo un prodotto home-video e non bisogna essere troppo severi, però mi aspettavo un pochino di più. Non che non mi sia piaciuto eh, infatti il mio voto non è brutto, però a parte gli ultimi due episodi, nessuno eccelle veramente, si mantengono tutti su un livello discreto/buono senza far impazzire.

Comunque...

THE SPIDERWOMAN: così così, le sue parti inquietanti le ha (quella ragazza che sta nel letto...brrr) ma non mi ha fatto impazzire. Ha un non-so-che di trash.
Voto: 6.

CREVICES: uh, spaventoso questo! Anche se c'è da dire che è totalmente carente di trama, ma vabbè dai.
Voto: 7.

SACRIFICE: tanto macabro quanto prevedibile, peccato per questo difetto. E' anche piuttosto weird. L'inquadratura finale però è qualcosa di... ehm... insomma... inquietante?
Voto: 7.

BLONDE KWAIDAN: uno Shimizu più buffo che terrificante realizza un corto horror-comedy che mischia in modo assurdo Oriente e Occidente, con un protagonista simpaticissimo. La classica storiella che negli horror omnibus vira più sulla commedia che sulla paura, risultando non per questo incoerente col resto, ma altresì piacevole.
Voto: 8.

THE PRESENTIMENT: è vero quello che han detto gli utenti prima di me, è uno degli episodi migliori, ma Blonde Kwaidan mi è piaciuto di più. In ogni caso, episodio cupo e teso, ma non si prende sul serio, non troppo almeno (avanti, la situazione di quello lì è tragi-comica). Molto curioso il finale, in cui si svela come mai i tre "amici" del protagonista fossero lì con lui.
Voto: 7½.

Media finale: 7¼.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  23/08/2012 15:24:43
   7½ / 10
Opera per l'home video, "The Dark Tales of Japan" è una raccolta di cinque cortometraggi horror, nessuno veramente spaventoso ma nel complesso abbastanza inquietanti e meritevoli di una visione (soprattutto considerato il fatto che sono un "semplice" prodotto televisivo). Alla regia cinque diversi registi tutti più o meno famosi nel panorama horror asiatico e mondiale.


THE SPIDERWOMAN

Due reporter sono sulle tracce di una fantomatica creatura chiamata Donna Ragno che vanta ormai parecchi (presunti) avvistamenti.
Può sembrare un po' la leggenda del Mothman americano, è comunque una storia molto originale. Ha un taglio evidentemente televisivo, anche per colpa di attori non proprio eccelssi. Nonostante non faccia veramente paura è comunque un episodio gradevole soprattutto per merito della buona idea di base, sarebbe potuto essere una piccola chicca se il budget avesse consentito effetti speciali migliori (invece sono appena passabili). Bella la scena

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Nel complesso un episodio gradevole.
Voto: 7

CREVICES

Uno scrittore si reca nell'appartamente di un suo amico misteriosamente scomparso, dovrà vedersela con un demone/spirito in grado di passare attraverso le fessure.
La storia non è originalissima, anzi piuttosto prevedibile nel suo svolgimento, però, anche se non veramente paurosa, l'atmosfera è abbastanza inquietante e paranoica. Ne esce un buon episodio.
Voto: 7


THE SACRIFICE

Una donna perseguitata da uno stalker che le ha lanciato una maledizione si reca in visita alla madre ammalata.
É sicuramente l'episodio meno originale eppure è uno dei più riusciti grazie ad un'atmosfera molto cupa e lugubre. E poi la testa gigante è davvero inquietante.
Voto: 8


BLONDE KWAIDAN

Un giapponese ossessionato dalle bionde si reca per la prima volta nella sua vita a Hollywood.
Episodio brevissimo, più ironico che pauroso (vengono chiaramente presi per i fondelli i remake americani). Nel complesso non un granchè, sicuramente il più debole degli episodi. Si salva grazie ad una bella sequenza finale.
Voto: 6


PRESENTIMENT

Il dipendente di una grossa azienda farà un incontro molto particolare in ascensore.
L'ultimo episodio è il migliore dei cinque. Non veramente pauroso ma decisamente inquietante e claustrofobico. Riuscito alla grande anche per merito della bravura dell'attore principale.
Voto: 8,5

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  29/08/2010 06:00:27
   7 / 10
Si tratta di una raccolta di cinque corti horror per il mercato home-video, affidati a cinque diversi registi. Il minimo comune denominatore sembra essere l'estrema bizzarria delle storie raccontate: nei primi tre corti si passa da una leggenda metropolitana su una fantomatica donna-ragno a uno spirito che si muove solo tra le fessure, per finire a un improbabile quanto inquietante impiegato che opera riti oscuri contro le ragazze che lo scaricano. Ma i più azzeccati sono a mio avviso gli ultimi due: il divertente Blonde Kaidan di Shimizu Takashi, dove un giapponese a Hollywood (chiaro l'auto-riferimento, poichè egli girerà a breve il remake americano di Ju-on) è inizialmente esaltato dall'abbondanza di bionde da urlo, ma poi verrà perseguitato dallo spirito proprio di una bella ragazza bionda; rappresentando metaforicamente e in modo molto azzeccato il misto sentimento di attrazione e timore dell'uomo giapponese nei confronti della donna occidentale. Infine il surreale The Presentiment di Ochiai Masayuki, nobilitato dalla presenza di Kagawa Teruyuki (chiaramente cinque spanne sopra tutti gli altri attori), il quale interpreta un impiegato che ruba alla sua azienda dei file importantissimi e che gli frutteranno un sacco di soldi; e che progetta di scappare poi insieme all'amante. Egli rimane però intrappolato nell'ascensore insieme a tre inquietanti persone, e da qui la storia comincia a prendere pieghe più sinistre. Dark Tales of Japan è in definitiva godibile e inquietante, apprezzabile soprattutto per la scanzonata originalità delle storie raccontate più che per l'effettiva paura suscitata dalla loro visione.

Ciaby  @  26/02/2010 20:12:18
   8½ / 10
Dopo essermi visto il brutto "Mail", concedendomi una piccola pausa dallo studio, ho deciso di vedermi un altro horror giapponese che avevo in wishlist: "Dark Tales Of Japan", film ad episodi girato da registi d'eccezione (solo i nomi celebri fanno gridare all'ovazione) per il mercato homevideo nipponico. E sono felice di annunciare che questo è un horror con i contro*****. Essendo un film formato da piccole storie, ne recensirò una dopo l'altra.

THE SPIDERWOMAN di Yoshihiro Nakamura (Fish Story, The Two In The Tracksuits, The Booth, The Glorious Team Batista)


Una leggenda metropolitana invade il Giappone: secondo molti, in una zona poco precisata della nazione, si aggira una donna-ragno pronta a mietere vittime e tramutarle in ragni. Per ottenere uno scoop riguardo alla storia (che storia, ovviamente non è) un giornalista inizierà ad indigare, ma finirà egli stesso vittima della maledizione...

L'esordiente Nakamura, prima voltato all'horror e poi alla commedia bizzarra (suo il promettente "Fish Story"), realizza un corto che sembra ricalcare i clichè dell'horror nipponico, ma soffoca tutto in un clima claustrofobico-surreale e realizza una favola nera a tinte folli difficilmente dimenticabile. Gli effetti speciali sono poco memorabili (a causa di un budget decisamente televisivo), ma riescono comunque ad incutere i graditi salti sulla sedia. Breve e intelligente, ma non il migliore del lotto. (Voto: 7.5)


CREVICES di Norio Tsuruta (Ring 0: Birthday, Premonition, Dream Cruise, Orochi)


Un giovane uomo decide di entrare nell'appartamento di un amico scomparso. Troverà un nastro che documenta le sue ultime ore di vita e, ben presto, lui stesso cadrà nell'orrore più profondo

Altro grande nome, Norio Tsuruta, decide di non puntare all'originalità come Nakamura, ma di ricalcare ancora una volta i clichè del cinema horror orientale: ecco che abbiamo in soli 10 minuti citazioni di "Ringu" (il fantasma che appare dietro al protagonista riflesso nella televisione), "Kairo" (il nastro rosso che permea porte, finestre e cassetti) e "Tales Of Terror From Tokyo" (la mano che scorre sui tatami, sulle tende, sulle porte...)... ebbene sì, è una piccola storia che ruba un po' da tutti, ma è incredibilmente efficace. Tsuruta non avrà alcuna vergogna, ma riesce a realizzare un piccolissimo horror in grado di terrorizzare e il colpo di coda finale, seppur prevedibilissimo, fa scattare subito un enorme balzo sulla sedia. Ebbene sì: fa paura ed è uno dei migliori tra gli episodi. (Voto: 9)

SACRIFICE di Koji Shiraishi (Noroi, Carved, Ju-Rei, Grotesque)

Una giovane ragazza di Tokyo ritorna nel suo paese di campagna dove ha passato l'infanzia e va a stare dalla madre. Il motivo della visita è fuggire da uno stalker che rende impossibile la vita della giovane, che non sa che il suo persecutore le ha mandato una maledizione...

Corto atipico per Shiraishi, che poi realizzerà il capolavoro "Noroi": un piccolo thriller colmo di suspense che tiene inchiodati alla poltrona ma che non scade nei piccoli spaventi improvvisi. La storia è vista e rivista, ma la messa in scena del grande regista horror giapponese riesce a renderla interessante e, alla fine, è un piccolo film da vedere. Grandissima atmosfera, grande coinvolgimento, angoscia che sale piano piano... un horror riuscitissimo, in poche parole (Voto: 8)

BLONDE KWAIDAN di Takashi Shimizu (Ju-On, Marebito, The Grudge, Reincarnation)

Un uomo d'affari giapponese si trasferisce a Los Angeles per un viaggio di lavoro: ha una passione insana per le donne bionde e le venera, disprezzando i capelli corvini delle sue conterranee. Il protagonista, con un vero e proprio feticcio per le giovani dai capelli biondi, legge storie su di loro, tiene fotografie e persino magliette di biondocrinite fanciulle. Non sa, però, che proprio un fantasma biondo vuole farlo fuori...

Brevissimo e autoironico episodio dell'ormai epocale Shimizu, che prima di sbancare ad Hollywood con il suo remake di "Ju-On", realizza questo minuscolo e divertentissimo divertissement di commedia nera e sano terrore. Un inedito Shimizu sarcastico se la prende con tutti: con Hollywood e la mancanza di originalità, con i remake americani degli horror giapponesi e con gli orientali che stravedono per l'Occidente. Sarà anche ipocrisia, ma il giovane regista giapponese ha realizzato un ottimo episodio, che termina in modo ironico, ma incredibilmente terrorizzante. Geniale l'attore protagonista (Voto: 8.5)

ma la migliore storia è ...

THE PRESENTIMENT Di Masayuki Ochiai (Infection, Hypnosis, Ombre Dal Passato)


Un uomo d'affari, solito a trascurare la famiglia per il lavoro, riceve una chiamata dalla moglie che, disperata, gli dice che se per questo giorno non tornerà a casa in orario si suiciderà. Più in fretta che può, l'uomo raggiunge l'ascensore, occupato da tre singolari individui: una coppia anziana e una giovane e bella donna, vestiti secondo la moda del passato. L'uomo non ci fa molto caso, fino a che l'ascensore non si blocca e la sicurezza, che nel frattempo sta arrivando in suo soccorso, gli dice che non ci sono quelle tre persone (tramite le telecamere di sicurezza) e che lui è solo. Ma chi sono quei tre individui? Sono fantasmi o qualcos'altro? E perchè lo guardano con tanta tristezza? Che sia un presagio?

E' doloroso vedere un regista come Masayuki ochiai realizzare una storia di così alto terrore, realizzare anni dopo un film orrendo come "Ombre Dal Passato" (uno dei più brutti remake di uno dei miei horror preferiti -"Shutter"-), perchè questo corto è sicuramente il migliore tra quelli presentati in "Dark Tales Of Japan", che mi ha agghianciato alla sedia con il cuore in gola. La storia sembra semplice, ma più scorre e più si fa avvincente, claustrofobica e paurosa. Masayuki dirige con mano felice e affida il suo corto ad un cast davvero convincente (protagonista eccellente) e spiega la rivelazione finale con uno dei più geniali e inaspettati colpi di scena di sempre. Un horror originale, avvincente e uno dei punti più alti della carriera di Ochiai, che guardacaso ama anche essere autoironico: sul finale, infatti, c'è una palesissima e esplicita citazione del suo bel "Infection" (Voto: 10)

VOTO FINALE: 8.5

Un film da vedere e, non solo per gli amanti dell'horror: avvincente, originale, sarcastico, pauroso, divertente... il massimo per chi cerca un bel po' di svago. Consigliatissimo.

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