freaky deaky (2012)

Commedia nera grottesca dove tutto è alla luce del sole fin da subito e non c'è nulla da scoprire o da osservare. Qualche scena simpatica c'è, merito di alcuni interpreti calati nel ruolo, ma nel complesso FREAKY DEAKY vivacchia senza riuscire a essere veramente divertente o incisiva.
Una visione senza affanni ma anche facilmente evitabile.

Premettendo il fatto di non aver letto il libro di Leonard, francamente non ho ben capito dove volesse andare a parare questo film, talmente anonimo da risultare irritante. Una specie di versione comica del noir in vintage anni 70, con una buona ricostruzione d'epoca a cui bisogna dare atto. A parte questo manca il resto: la comicità è spenta, alcuni personaggi irrilevanti ad altri odiosi. Si salva solo Michael White, ma in fondo credo che gli attori siano i meno colpevoli di un prodotto finale poco brillante e noioso. Non fa ridere e nemmeno sorridere.

Dall'omonimo romanzo di Elmore Leonard una black comedy gravitante attorno ai dollaroni di un eccentrico e sballatissimo produttore cinematografico. I soldi del tizio fanno gola a parecchi, in particolar modo al suo chauffeur e ad una coppia di ex hippy dinamitardi. Alla stramba congrega si aggiunge un integerrimo poliziotto che, come codice del vero gentleman impone, si occupa di proteggere da eventuali rappresaglie un'avvenente starlette, rea di aver denunciato il riccastro per violenza sessuale.
Un bel casino insomma, che però mostra fin da subito poco brio nella concatenazione degli eventi e soprattutto una modesta brillantezza nei dialoghi, si dovrebbe ridere parecchio ed invece si sorride appena, tra l'altro senza nemmeno troppa convinzione. Colpa di personaggi mal definiti e di una struttura troppo frammentaria che fatica a coinvolgere, "Freaky Deaky" quindi si snoda tra esplosioni e subdole bassezze senza però mai entusiasmare.
Tra gli attori il più noto, e anche in forma, è Christian Slater, che nei panni di uno zotico bombarolo stimola simpatia per la sua partecipazione sopra le righe.
A dirigere la baracca c'è Charles Matthau, figlio dell'indimenticato Walter e autore di una loffia revisione del materiale di partenza. L'epoca, importantissima per comprendere meglio l'agire e la caratterizzazione dei personaggi, è appena suggerita, con l'America post Woodstock che tra guerra del Viet Nam, Black Panthers e ribellioni sessantottine viene dipinta in modo troppo spento.